Los Angeles Lakers @ Miami Heat 87-98 L (10-6)


Primo viaggio di stagione ad Est per i nostri Los Angeles Lakers, che nella notte si trovano di fronte ai Miami Heat, orfani di Wade ancora out per problemi alla caviglia. I lacustri arrivano da 2 giorni di riposo, e con il roster quasi completo (escluso il lungodegente Blake) si trovano di fronte ad un’interessante prova lontano dalle mura amiche dello Staples Center: difatti, finora in trasferta non hanno convinto, e i risultati indicano una sola vittoria tra le 5 giocate.

Si parte forte in difesa: gli Heat faticano a segnare, grazie a delle buone difese individuali di Pau su Bosh e di Matt Barnes su Lebron, ma sono attenti dietro, e tanto basta per rimanere a contatto nei primi minuti. Gasol è on fire anche in attacco, infila 8 dei primi 10 punti gialloviola.
L’attacco dei Lakers però ci mette (solo) 4 minuti ad incepparsi: non segnamo per 4 minuti e mezzo, e gli Heat ne approfittano subito, infilando 4 delle prime 5 triple, e con un parziale di 10-0 scappano sul +8. Dentro a questo parziale arriva anche un Flagrant di tipo 1, fischiato a Josh McRoberts per un fallo fin troppo deciso su James.
Nota a margine: con due minuti da giocare nel quarto si rivede in campo Eddy Curry, assente dai campi NBA dal 17 dicembre 2009 e con moltissimi chili in meno di 3 anni fa.
Tornando alla partita, i punti di Bryant e Gasol permettono ai Lakers di rimanere a contatto: il primo quarto si chiude con il buzzer di Lebron che fissa il risultato sul 25-20 a favore degli Heat.
Lakers con un orrendo 27% dal campo (6-22), rimangono in corsa per ora solo grazie agli 11 punti di Pau e al 41% dal campo tirato dagli Heat.
Secondo quarto che si apre come era finito il primo: i Lakers hanno le polveri bagnate, ed il canestro degli Heat continua a rimanere stregato per i nostri. Entra solo un tiro nei primi 4 minuti, e gli Heat ne approfittano, aumentando il vantaggio fino al +13 (35-22). Con 8 minuti da giocare, Brown è costretto a rimettere Pau e Kobe in campo, per cercare di fermare l’emorragia. I titolari mantengono lo svantaggio intorno alla dozzina, continuando ad attaccare svogliati e senza idee; gli Heat riescono poi a guadagnare ancora qualche punto a fine quarto, grazie alle triple di James e Battier.
Da segnalare gli orribili 11 minuti (a cavallo tra primo e secondo quarto) di Morris: il playmaker losangelino è un pesce fuor d’acqua, si salva in difesa (ha i piedi veloci, ma in situazioni come i p’n’r spesso non è attento) ma in attacco è inconcludente… c’è ancora molto da lavorare.
Il primo tempo si chiude col punteggio di 52-37.
Fin qui, Lakers che attaccano veramente male, a salvarsi solo Pau e Drew, autori di 21 dei 37 punti di squadra, mentre per il resto del roster la percentuale è impietosa: 18% dal campo, con 5 canestri in 27 tiri.
Kobe è fuori dal match, con un solo canestro dal campo e 6 punti totali; la panca è imbarazzante (Morris su tutti, come già detto) e, tanto per cambiare, le triple non entrano (2-10 nel primo tempo).
In difesa, bene nel pitturato (specialmente nel primo quarto, con delle ottime difese su Bosh e Anthony) ma malissimo sul perimetro, dove troppo spesso il tiratore di turno è libero: dopo 24 minuti di gioco ci sono 8 triple Heat (su 11 tentativi), ben distribuite fra tutti gli esterni.

Terzo quarto che si apre con dei Lakers finalmente più precisi in attacco, con Gasol ancora ben presente ed efficace (8 punti nel quarto) ma ci pensa James a mantenere il vantaggio Heat, con 9 punti che tengono i Lakers a notevole distanza. E quando va in panca Lebron, sale in cattedra Bosh, con 8 punti che aiutano ad aumentare ancor di più il solco tra le due squadre.
I Lakers, che avevano perso solo 5 palloni in tutto il primo tempo, ne perdono altrettanti nel terzo quarto; in più, i lacustri sono molli a rimbalzo (il parziale del quarto dice 11-5 Heat, con 4 rimbalzi offensivi per Miami) e gli Heat ne approfittano ancora, trovando il modo di scappare via definitivamente.
Sommate la nostra imprecisione alla poca voglia messa in campo dai lacustri nel quarto: il risultato è il -21 di fine terzo quarto, col punteggio che dice 77-56 Heat.
Esclusi i nostri 2 lunghi titolari, i Lakers continuano a tirar male, molto male (24% dal campo e 11% da 3 punti).
Il quarto quarto è una pura formalità: Miami raggiunge il +23, massimo vantaggio, e poi amministra la situazione; i lacustri recuperano metà dello svantaggio, con i titolari in campo fino alla fine, ma non possono più raggiungere gli Heat. Il parziale del quarto quarto è 31-21 Lakers, ma sono 12 minuti che servono solo a rendere illeggibile il boxscore: i Lakers finiranno la partita col 42% dal campo e il 30% da 3 punti (era 17% fino al terzo quarto), prendendo 12 rimbalzi offensivi (di cui 5 nel quarto quarto), smazzando 19 assist di squadra (di cui 8 nel quarto quarto).
Insomma, a guardare il tabellino alla fine sembrerebbe quasi che le cose non fossero poi andate così male per tutto il match.

Finisce 98-87 per Miami, ed è la sesta sconfitta per i Lakers (quinta in trasferta su 6 partite giocate).
Kobe chiude con 24 punti (era 3-12 per 10 punti a fine terzo quarto, ne mette 14 inutili nel quarto quarto), Pau MVP lacustre chiude con 26+8, Drew con 15+12.
Sponda Heat, James termina il match con 31+8+8, Bosh con 15+8.

Cosa salvare? Il buon match di Gasol e qualche barlume di vita nel quarto quarto, oltre che le buone difese sui lunghi (non eccezionali, è vero) di Miami.
Il resto è da dimenticare… e c’è giusto domani notte l’occasione per rifarsi, a casa degli Orlando Magic e di quel Dwight Howard che molti vorrebbero come futuro pilastro dei Los Angeles Lakers.

Go LAL!!

Boxscore

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