Nella notte si gioca il terzo incontro stagionale tra Los Angeles Lakers e New Orleans Hornets; il parziale di questa RS dice 2-0 Lakers, ma i lacustri devono fare a meno (per la seconda volta consecutiva) di Kobe Bryant.
Il match inizia sottotono: i ritmi sono molto bassi, gli attacchi di entrambe le squadre piuttosto sconclusionati, e di canestri ne arrivano col contagocce. Sessions guida i Lakers ed infila alcuni canestri (compreso il floaterino di scuola Goudelock) per 6 punti, gli stessi di Gasol e di Ebanks (alla seconda partita consecutiva da starter per i gialloviola). Dall’altra parte, Kaman è da subito coinvolto ed infila 8 punti nel quarto. I lacustri si fanno notare (anche se ormai non è più una notizia) per le palle perse, già 5 nel quarto iniziale, e grazie a qualche libero in più degli Hornets il primo quarto finisce sul +2 gialloviola (21-19).
Il secondo quarto inizia con l’andamento del primo: le squadre tirano con basse percentuali (sotto il 40%), i Lakers costruiscono qualche buon tiro per Gasol ma non sono concentrati in difesa, e lasciano che i punti di Landry (12 consecutivi) tengano gli Hornets a contatto. L’ex Purdue è l’unico giocatore in maglia azzurra a segnare in più di 7 minuti, ma il vantaggio Lakers non riesce mai a superare le 5 lunghezze. Solo con 4 minuti da giocare i Lakers riescono ad andare sul +9, ma (come al solito) è un vantaggio che dura poco: gli Hornets infilano, grazie alle triple di Vasquez e a Kaman, un parziale di 12-2 che annulla tutto il vantaggio lacustre. Il primo tempo termina col canestro sulla sirena di Gasol, che fissa il punteggio sul 44-43 Lakers.
Dopo 24 minuti di gioco ci sono già 9 palle perse per i Lakers; Pau guida con 15 punti, Landry e Kaman ne hanno 12 a testa.
Nel terzo quarto, titolari di nuovo in campo e Lakers che si affidano (come è ovvio che sia, vista l’assenza di Kobe) ai lunghi: Pau e Drew producono 8 dei primi 12 punti Lakers, che aiutano a mantenere il punteggio in equilibrio nei primi minuti; nella seconda metà del quarto, invece, gli Hornets alzano il livello difensivo e riescono ad allungare: parziale di 12-4 firmato Vasquez (già alla quarta tripla di serata) e di nuovo Landry, e Lakers che si trovano di colpo a -8. L’attacco gialloviola gira a vuoto, la difesa non è concentrata e lascia tiri facili agli Hornets che ne approfittano per rimettere a posto le proprie percentuali e per mantenere un vantaggio di sicurezza. A fine terzo quarto, il tabellone dice 72-65 Hornets, con Vasquez già a 15+10 assist e Landry a quota 16.
Il quarto ed ultimo periodo si apre con dei Lakers subito in palla, vogliosi di recuperare: in un attimo l’attacco sforna i punti per tornare a -3, ma dall’altra parte del campo c’è un Belinelli on fire che infila 7 punti con 3 tiri, costringendo coach Brown a chiamare timeout sul -8 con 9 minuti da giocare. Belinelli infila ancora una tripla (per arrivare a 20 punti) nei minuti successivi, ma è l’unico canestro Hornets in 3 minuti: merito, per una volta, della difesa gialloviola. I lacustri infilano 9 punti consecutivamente, e riportano lo svantaggio a -2 con 4 minuti da giocare. Landry segna da una parte, Bynum dall’altra, e dopo il timeout Hornets sono i Lakers a segnare, con Blake e la tripla di Metta World Peace. Gli Hornets non segnano per numerosi possessi, nell’ultimo minuto arriva la tripla di Sessions (sullo scadere dei 24 secondi, in una situazione molto simile alla tripla di Kobe 6 giorni fa contro i Nets) che porta i Lakers sul +6 e che suggella la vittoria gialloviola. Ci saranno ancora una tripla di Vasquez (la quinta, career high per lui), un libero segnato da Gasol e un passaggio surreale di Metta con 1 secondo da giocare (vedere per credere..).
Il punteggio finale è 93-91 per i Lakers, che strappano con le unghie e con i denti la vittoria numero 36 di stagione.
Pau chiude con 25+9; Drew con 18+11 e un buon secondo tempo, dopo aver giocato i primi quarti con molta frustrazione per i continui raddoppi e le numerose palle perse. Per Ramon Sessions ci sono 17+6+6, ed è da segnalare la buona prestazione (quantomeno decente) di Steve Blake, che in 30 minuti registra 4 assist senza palle perse e un fondamentale canestro nel finale.
Di buono c’è la vittoria e non molto altro, gli Hornets non sono squadra di livello e la fatica dimostrata dalla truppa gialloviola evidenzia i grossi limiti che ci sono in questo momento. Vero che Kobe non era in campo, ma dalle falle principali della barca (organizzazione in attacco rivedibile e rotazioni come al solito “curiose”, per dirne due) sta entrando molta, troppa acqua, ed in questo momento è difficile credere che la fine di questa squadra possa essere diversa da un veloce inabissarsi nei primi turni di Playoff.
Go LAL!!
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