Vittoria confortante per i Los Angeles Lakers, come non se ne vedevano dalle prime due della gestione D’Antoni, o forse sarebbe più giusto dire dalla gestione Bickerstaff, un uomo del quale non mi metterò certo a cercare come si scrive correttamente il nome, sono sicuro che non se ne avrà.
I Blazers sono stati poca cosa, indubbiamente, e lo dimostra il fatto che quando inizio a scrivere questo infame recap, mancano ancora più di sette minuti alla fine e per i gialloviola in campo ci sono una discreta quantità di ratti, specie che i nostri avversari ha tenuto in campo dal primo minuto, fatta salvo l’eccezione del nobile Aldridge. Professore del gioco, nel senso che ogni volta che ci incontra ce la spiega senza difficoltà.
Ma meriti anche ai Lakers, che confermano i progressi delle ultime due settimane, battuta d’arresto a Denver a parte, dove la situazione per noi era comunque critica. Ecco, ora in campo ci sono anche Sacre e Clark, direi che potremmo chiuderla qui. Ma invece no, bisogna parlare un minimo di quello che si è visto in campo e bisogna farlo principalmente perché mentre vedevo la partita ho avuto un rarissimo lampo di genio nell’analizzarla, e se non lo scrivo sto male: D’Antoni inizia la gara riproponendo il doppio playmaker (AH AH AH AH AH AH AH AH, Keitaro questa è per te) con Morris di fianco a Nash per marcare Lillard (buon lavoro); ma è Howard a scavare subito il solco. I compagni sembrano giocare per lui dopo l’espulsione di Denver e lui ha voglia di farsi perdonare, Nash lo trova a meraviglia (6 assist nel primo quarto) e lui domina come ai bei tempi contro il povero Hickson prima e Leonard dopo. I Lakers tornano a essere molto divertenti, Nash li mette tutti in ritmo e la gara si chiude presto; i Blazers provano ad avvicinarsi solo nel secondo periodo contro il nostro secondo quintetto, ma vengono subito sprofondati a -20.
Proprio nel loro momento migliore, Terry Stotts, che per chi non lo sapesse come me prima della partita, è il loro allenatore, trova il modo di imprimere per sempre il suo nome nella storia del basket nella categoria infami. A metà secondo periodo (!) pensa bene di fare Hack-a-Dwight, che però risponde con un perfetto 4/4 all’interno della sua partita da 21 punti e 14 rimbalzi in 30 minuti. Stotts con la faccia di uno che si vergogna lascerà perdere, ma se ti vergogni non farlo!
Il match fila via talmente liscio che possiamo permetterci Bryant sotto i trenta punti (27) in soli 31 minuti, e Nash a 26 primi sul campo, nei quali riesce a smazzare 10 assist in scioltezza. Si esalta anche Gasol che mette due triple e insomma festa grande a Los Angeles, resa ancora più importante dal ritiro della maglia di Jamaal “Silk” Wilkes. Quindi bello tutto, torniamo al .500 e chiudiamo l’anno con una vittoria, ora qualche giorno di riposo e si torna in campo il primo contro i 76ers di Bynum…Ah, non gioca? Strano, deve’essergli caduto qualcosa addosso…
p.s.
strane creature la notte sul forum, ho letto utenti mai visti prima, mai scorti di giorno…più che ratti, direi vampiri…