Penultimo match del “Grammy Road Trip” per i Los Angeles Lakers, stavolta di scena a Charlotte. Gli avversari sono i Bobcats, peggiore squadra NBA delle ultime stagioni ma soprattutto spauracchio gialloviola: il record all-time tra le due squadre parla chiaro (8-8), così come quello lacustre tra le mura della Time Warner Cable Arena (2-5, ultima vittoria nel Febbraio 2008). Lacustri in campo con l’obiettivo di dimenticare, e far dimenticare ai propri tifosi, l’orrenda sconfitta della scorsa notte al TD Garden, ospiti dei Boston Celtics.
La partita dei Lakers inizia con una novità ed una ormai costante dei nostri match. La novità si chiama Dwight Howard: arrivano, fin dalla prima azioni, molti palloni verso il centro gialloviola, con risultati alterni (anche a causa della evidentemente precaria condizione fisica). La costante si chiama palle perse: ben 5 nei primi 6 minuti, di cui tre in neanche un minuto. A metà quarto sono i Bobcats, in tenuta bianca casalinga, a comandare nel punteggio, sull’11-9. Charlotte tiene i ritmi molto alti grazie a Kemba Walker, la difesa lacustre è spesso impreparata (soprattutto in transizione) e per i ‘Cats arrivano canestri facili a ripetizione. Oltre a questo, l’attacco Lakers è sulla falsariga della partita contro i Celtics: tanti piazzati e tanti errori, mai nessuno a rimbalzo e ritmo basso che non farebbe entrare in ritmo neanche un nonno. Risultato? Dopo 9 minuti giocati, il tabellone dice 20-9 Bobcats. D’Antoni è costretto a chiamare il timeout per fermare l’emorragia, e la pausa ottiene il risultato sperato. Entra in campo Meeks, che imbeccato risponde subito presente con due triple; nel frattempo, Jamison segna un layup ma si “scaviglia” ed è costretto ad uscire dolorante. I Bobcats rispondono al parziale Lakers con i punti di Mullens ed Henderson, ed alla fine del primo quarto mantengono la doppia cifra di vantaggio, sul 30-20. Primo quarto agli archivi, e sono già 7 turnovers per i gialloviola.
Il secondo quarto inizia con un Dwight subito coinvolto, che imbecca Clark per l’inchiodata, e che a sua volta chiude due giochi da 3 punti riportando i gialloviola sul -5. Le riserve Bobcats sono a dir poco confusionarie in attacco, rallentano i ritmi e favoriscono il parziale 6-0 dei Lakers non segnando per tre minuti e mezzo. In ogni caso, passa poco meno di un minuto e, grazie al ritorno in campo di Walker ed Henderson, i Bobcats ritrovano la via del canestro, riportandosi sul +10. Vi chiederete come mai non si è ancora parlato di Kobe Bryant… semplice: il capitano lacustre è fuori dalla partita; fino a questo punto, 0 punti, 2 errori al tiro, 4 rimbalzi e 2 perse. Los Angeles continua a perdere palloni in attacco, Charlotte è invece in ritmo e inchioda, ancora con Henderson, la schiacciata del +13 con poco più di 3 minuti da giocare nel secondo quarto. Nash infila praticamente tre canestri in fila, ma è l’unico lacustre a segnare dal campo in 9 minuti di gioco. Sì, è terribilmente così: per i Los Angeles Lakers, in quasi nove minuti di secondo tempo ci sono appena tre canestri dal campo, tutti e tre del canadese.
Ci si può quindi ritenere fortunati se all’intervallo i Bobcats comandano di “sole” 12 lunghezze, sul 53-41.
Lakers che tirano fin qui con il 40% dal campo; ci sono già 11 palle perse e un Kobe Bryant da zero punti in quasi 19 minuti di gioco. Sponda Bobcats, già 14 sono i punti di un coraggioso Mullens, mentre Walker ed Henderson sono già a 20 punti in due. Charlotte non ha tirato poi così bene (44% dal campo), ma è grazie alle numerose palle perse gialloviola che ha potuto costruirsi un corposo vantaggio.
Nella ripresa Charlotte continua dove aveva iniziato: ritmi alti e transizione (per evitare la difesa schierata gialloviola) ed in neanche 3 minuti crea un 9-2 di parziale che li porta sul +19, massimo vantaggio fin qui. Kobe decide a quel punto di scendere in campo, infilando il jumper del -17, ma è solo una goccia nel deserto. L’attacco gialloviola migliora le sue soluzioni ma i tiri non entrano, perciò Charlotte ha vita facile (nonostante numerose palle perse): i punti di Sessions, ex di serata, e Walker (già a quota 14) portano i Bobcats sul +20, con poco più di 5 minuti da giocare nel terzo quarto. Intanto, Howard torna in panca dopo aver commesso il suo quarto fallo personale.
Sul -20 Lakers, strano a dirsi ma è così, c’è una reazione da parte dei losangelini: arriva un 9-0 firmato Clark e Meeks, e di colpo i Bobcats si trovano con il vantaggio dimezzato. La difesa gialloviola sale di colpi, concedendo meno penetrazioni facili a Charlotte, ed è ancora Clark a segnare i punti del -9 Lakers con cui si chiude il terzo quarto. Per l’ala lacustre ci sono ben 12 punti nel terzo quarto, per Kobe Bryant ci sono ben 5 assist nel periodo, per i Lakers c’è un parziale di 18-7 che significa una sola cosa: c’è ancora una partita.
Nei primi minuti del quarto quarto la difesa gialloviola è attiva e concentrata, permettendo così ai lacustri di recuperare ancora qualche punto sugli avversari. Howard si fa vedere con una delle sue stoppate al piano superiore, mentre dall’altra parte è (finalmente) Metta World Peace ad appoggiare in contropiede il canestro del -6, sul 81-75. Charlotte, che nel primo tempo aveva attaccato con buone spaziature ed una discreta circolazione di palla, non ragiona più e si affida alle soluzioni personali, spesso forzate. Il vantaggio degli uomini in maglia bianca si assottiglia sempre più, e con i quattro punti di un Kobe Bryant appena entrato in campo le lunghezze di vantaggio passano dal plurale al singolare: con 6 minuti rimanenti nel match, il punteggio è 83-82 Charlotte. Il pubblico è caldissimo, per qualche minuto la sensazione è di essere a Los Angeles. Kobe infiamma la platea con una stoppata, e nell’altra metà campo è Jamison a segnare i due punti che significano +1 lacustre, con meno di 5 minuti sul cronometro. Kemba Walker ed Henderson segnano da una parte, Bryant e Nash dall’altra; Meeks infila la tripla del +1 Lakers con 3 minuti da giocare, Mullens sbaglia dall’altra parte, commettendo un’interferenza offensiva, ed è poi Kobe a portare i lacustri sul +3 con 2 minuti da giocare, grazie ad una giocata di tabellone degna del miglior Tim Duncan. Charlotte sbaglia di nuovo, mentre Kobe si guadagna (con mestiere) e segna i liberi del +5, con cori “MVP! MVP!” annessi. Sessions segna battendo Nash in palleggio, dall’altra parte Kobe forza e sbaglia il jumper (merito anche di un’ottima difesa di Henderson), ma con la palla del possibile pareggio in mano Sessions non segna il layup, consegnando il manico del coltello nelle mani del Mamba, che da killer quale è finisce Charlotte con il contropiede del +5 che chiude la partita. Ci saranno ancora due liberi per Bryant, e serviranno solo per fargli raggiungere i 20 punti sul tabellino: il risultato finale è 100-93, vittoria Lakers.
Proprio così: VITTORIA LAKERS.
Ed il tifoso medio italiano NBA domattina leggerà il risultato finale e penserà “Beh dai, sti Bobcats sono degli scappati di casa, non potevano perderci neanche i Lakers disastrati di quest’anno”… e non penserà a quanto in realtà siamo andati vicino alla sconfitta, ed a quanto questa partita ha ricordato, ai tifosi lacustri, lo scempio visto appena 24 ore fa contro i Celtics.
Cosa dire? Beh, che i Lakers hanno avuto VOGLIA di vincerla. Sembrerà un’ovvietà, ma la stagione lacustre dimostra che questa voglia non è stata così presente nel corso degli ultimi mesi.
Sul -20, massimo vantaggio Bobcats, è scattata qualche scintilla nella mente dei gialloviola, che guidati da Clark, Meeks e Bryant hanno preso coraggio e si sono riportati in partita, attaccando con una buona intensità e difendendo con la giusta cattiveria. Ripeto: contro questi Bobcats non serviva una prestazione da 10 e lode per vincere, ma resta il fatto che per più di due quarti e mezzo i Lakers hanno giocato in maniera orrenda, sbagliando troppi tiri wide-open e lasciando che Charlotte dettasse il ritmo delle operazioni a suo piacimento.
Il parziale vincente che ha permesso ai lacustri di rientrare in partita e di vincere? 49-22 complessivo, in meno di 18 minuti.
Per Kobe Bryant, senza punti per i suoi primi 22 minuti di gioco, ci sono 20 punti, 8 assist e 7 rimbalzi; Nash chiude con 17+7 assist, Clark con 17+10 rimbalzi, Howard con 12+11 rimbalzi ed una prova sicuramente migliore rispetto alle sue ultime uscite. Per Meeks ci sono poi 14 punti, con 4/4 dalla lunga distanza.
Sponda Bobcats, ci sono Mullens con 20 punti e 12 rimbalzi, Henderson con 20+10, Kemba Walker termina il match con 18 punti ed 8 assist.
Lakers che, dopo le 11 perse del primo tempo, ne perdono solo due in tutto il secondo tempo; le palle perse di Charlotte, che a metà partita erano solo 3, sono 11 a fine gara.
Prossima fermata, fra meno di 48 ore: Miami. Che intanto ha passeggiato agilmente contro i Clippers.
Go LAL!!
by Enum