La redazione di Lakersland tutta tiene caldamente a specificare come in caso Blake Griffin e i Clippers volessero denunciare l’estensore dell’articolo, esterno appunto alla redazione, avrebbero tutto il nostro appoggio; e che prendiamo le distanze dall’articolo che intanto, alla faccia vostra, pubblichiamo.
Forti, fortissimi… praticamente overrated!
Nell’universo della Nba ci sono una manciata di giocatori che si possono definire campioni, bastano le dieci dita delle mani, anzi, forse avanzano pure. Chiameremo questa categoria “MJ Wannabe”.
Diverso il discorso per quel sottoinsieme di giocatori che ce l’hanno fatta, sono arrivati al piano di sopra ma… non sanno giocare a basket. Ecco, per quelli, che denomineremo categoria “Sacre”, non basterebbero le gambe di un millepiedi. A cavallo tra le due classi esiste un mondo fatto di buoni lavoratori, utilissimi per qualsiasi squadra, la categoria “Sefolosha”, per capirci.
Ultimo, ma non meno importante, il mondo degli overrated («Anything that is given too much credit and hype» fonte Urban dictionary). Questi parassiti si nutrono di notizie scritte da giornalisti conniventi, o forse incompetenti, che bombardano ininterrottamente, parlando di tizio o di caio e definendoli senza timore alcuno “il nuovo Jordan, il nuovo Pippen, il nuovo Olajuwon” e via così. Gli overrated rubano i riflettori ai poveri mestieranti o alle reali potenziali stelle della lega, specializzandosi inizialmente in un’unica categoria che gli permetta di andare nella Top 10 settimanale di nba.com, preferibilmente le schiacciate, utile abbastanza per farli definire campioni dall’universo cestistico. Benvenuti nel mondo di Blake Griffin.
Questo ragazzone dell’Oklahoma è entrato nella lega nel 2009, prima scelta assoluta dei Los Angeles Pip… ehm Clippers . Già conosciuto al college per la sua “abilità” di schiacciatore e poco altro, veniva però incensato a suon di «crescerà e migliorerà, diventerà completo e un campione». Il nuovo Karl Malone, dicevano. Ha saltato tutto il primo anno da professionista per un infortunio al ginocchio, cosa negativa da un lato, ma sicuramente vantaggiosa per guadagnarsi facilmente il trofeo di Rookie of the Year la stagione seguente, dal momento che Griffin ha potuto assaggiare la lega per un anno intero, allenamenti con i compagni compresi.
In cinque stagioni è stato dipinto come una belva umana, una doppia doppia che cammina (21 e 10 in carriera), un attaccante inarrestabile! Grazie al cavolo, dico io. Con Chris Paul in regia e DeAndre Jordan che fa il lavoro sporco per due, Malpelo può bellamente fregarsene della difesa e fare le sue brave schiacciate in contropiede o in testa all’avversario (sempre facendo fallo con il braccio libero dalla palla che appoggia sul malcapitato difensore, ma gli arbitri, mistero alla Kadmon, non glielo fischiano mai). Peccato che nei playoff il suo rendimento cali (19 e 7), peccato che sia sempre una tassa in difesa, che si perda sempre l’uomo, che sia pessimo ai liberi, che abbia tre movimenti in croce in post e che abbia un tiro discutibile. Peccato, ma con un QI così basso, non si può pretendere chissà che da questo presunto campione, giusto qualche baruffa che arriva puntuale quando le cose si mettono male in campo. Chissà perché tutti i giocatori Nba ce l’hanno con lui. Dubito sia perché racconti barzellette poco divertenti. Giocatore sopravvalutato, dalla dubbia utilità in qualsivoglia sistema, sempre che si voglia vincere qualcosa.
Eppure in Nba lo venerano, lo idolatrano, quelle macchine di discutibile gusto della KIA lo riempiono di soldi, il brand di Jordan (!) tramite la Foot Locker millanta che esista ben altro oltre alle schiacciate in lui, in uno spot che non fa altro che evidenziare dei passi in virata (http://youtu.be/TMTKZTTNDe4?t=6s) e basta.
Aprite gli occhi, il basket è un’altra cosa. I campioni sono un’altra cosa. Degli overrated rimarranno i poster, ma ciò che conta è ben altro. LOVE THE GAME.
Daniele “Heze” Lupo