Finalmente siamo arrivati alla fine di questa stagione e finalmente è tempo di NBA Finals! Questa volta si troveranno di fronte due squadre molto simili, che annoverano nel roster due dei giocatori più forti della lega: gli Oklahoma City Thunder guidati da Kevin Durant e i Miami Heat le cui insegne son portate da LeBron James. La finale che NBA.com si augurava insomma.
Gli Oklahoma City Thunder arrivano per la prima volta nella loro – breve – storia alle Finals e lo fanno col botto. Prima i campioni uscenti, i Dallas Mavericks, poi i Los Angeles Lakers, quindi i San Antonio Spurs, vale a dire le uniche tre franchigie dell’Ovest che dal 1999 ad oggi si son presentate all’appuntamento più ambito di tutta la NBA, capaci di collezionare 10 dei 13 titoli in palio(!).
Ma ripercorriamo la loro cavalcata:
– Primo turno contro i Dallas Mavericks che non più di un anno fa avevano annichilito i Miami Heat dei “big (not one… not two… not) three” Dwyane Wade, LeBron James e Chris Bosh. Non c’è storia, tranne che nelle prime due gare, 4-0 e sweep.
– Secondo turno che li vede affrontare i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant e di un nucleo arrivato alla sua ultima stagione prima di un doveroso restyling. 4-1, in parte bugiardo (brutta storia di palle perse e tiri andati a morire sul secondo ferro – sigh), ma accesso alle Western Conference Finals più che meritato. Simbolico è apparso il passaggio di consegne fra Kobe, il giocatore più forte della Lega dal ritiro di “His Airness” Michael Jordan, e il nuovo che avanza: Kevin Durant.
– Il terzo turno, le finali di Conference, li vede di fronte alla squadra che nella regular season ha realizzato il miglior record – 76% di vittorie (in comunione coi Chicago Bulls) – quei San Antonio Spurs in grado di arrivare alla sfida con un record di 17 vittorie (8 nei playoff) e 0 (ZERO) sconfitte! Si mette subito male per i Thunder, sotto 2-0 e con le spalle al muro, ma questi ragazzi incredibili (coadiuvati da veterani come Derek Fisher, Nick Collison e Kendrick Perkins) riscrivono il copione e diventano la quindicesima squadra nella storia della lega a vincere una serie al meglio delle 7 gare partendo da uno svantaggio simile.
Dall’altro lato, in finale i vincitori dichiarati a sorpresa della Eastern Conference, quei Miami Heat dei Big Three nominati più su: Dwyane Wade, LeBron James e Chris Bosh, oramai ripreso dall’infortunio che l’ha tenuto fuori per alcune gare dei PO. Si tratta della terza apparizione alle Finals della loro storia, seconda consecutiva dopo la sconfitta ad opera dei Mavs di Nowitzki e Chandler dell’anno scorso. C’è tanta voglia di rivalsa per loro e voglia di dimostrare, soprattutto per LBJ, di essere vincenti sul campo e non a parole (e tutto il suo potenziale l’abbiamo visto in gara 6 delle finali di Conference contro i Celtics).
Si potrebbe dire che hanno avuto la fortuna di non essersi trovati davanti nel loro cammino i Chicago Bulls martoriati dagli infortuni di Derrick Rose e Joakim Noah – e dalla presenza invece in campo di Boozer direbbero alcuni – eppure va comunque dato atto loro di avere vinto le tre serie precedenti:
– 4-1 contro i Knicks, in una serie senza storia e che rimarrà in mente solo per il pugno di Stoudemire ad una celletta per estintori, con taglio alla mano annesso;
– 4-2 contro gli Indiana Pacers, serie più difficile del previsto, con gli avversari in grado di essere sopra 1-2 per poi sciogliersi al sole caldo degli Heat
– 4-3 contro i Boston Celtics, bellissima finale di Conference, con due squadre che hanno giocato pressappoco alla pari, Boston facendo valere la squadra, Miami il talento dei singoli. Ha prevalso proprio quest’ultimo e, se di talento si parla, impossibile non citare la gara 6 di James: 45 punti con un mostruoso 19/26 dal campo, 15 rimbalzi e 5 assist. Chapeau!
Wade alla ricerca del suo secondo anello, James del suo tanto ambito primo – che, forse, gli varrebbe anche il diritto di fregiarsi di un altro pezzo dei Gioielli della Corona – gli ingredienti per vedere dello spettacolo ci sono tutti, ma una domanda è d’obbligo. E se non vincessero neanche quest’anno?
Derek Fisher, alla sua ottava Finale NBA, avrà il compito di preparare mentalmente i suoi compagni di squadra e, non meno importante, avrà occasione di vincere il suo sesto, personalissimo, anello.
Kevin Durant – 30,7 punti, 7,5 rimbalzi, 5,3 assist a partita nell’ultima serie – ha rilasciato a caldo una dichiarazione: “We’re one step closer to our dream.”. A me non resta che dire “Watch your step, guys.”, attenti al gradino ragazzi.
Thunder con il fattore campo dalla loro, anche se la formula delle Finals prevede uno scomodo 2-3-2. Vinca la squadra migliore, vinca il basket giocato, che siano i giocatori i protagonisti e non gli arbitri!
by Heze
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