PLAYOFF 2012 PREVIEW: WESTERN CONFERENCE


Oggi appuntamento con le preview sulla Western Conference. Per quello riguardante i nostri amati Los Angeles Lakers, vi rimando a domani mattina, a ridosso della palla a due di game1 prevista per domani sera alle 21:30.

(1) SAN ANTONIO SPURS (50-16) vs (8) UTAH JAZZ (36-30)

Se lo scorso anno la cavalcata in Regular Season degli uomini di Coach Pop stupì quasi tutti, possiamo dire senza alcun dubbio che quella di questa stagione abbia stupito letteralmente tutti. Nessuno escluso. Nemmeno nelle più rosee aspettative di inizio stagione dei diretti interessati c’erano di sicuro dei risultati del genere. Il perchè è facile da intuire: se lo sweep subito dai Suns al secondo turno dei playoff 2010 fu difficile da digerire, quello dello scorso anno, dopo una Regular Season 2010/11 giocata su quei livelli (61-21), fu una vera e propria mazzata che avrebbe potuto e forse dovuto abbattere chiunque. O quasi chiunque… Ma non questi Spurs. A tutto ciò andava aggiunto ovviamente l’elemento chiave di questa pazza Regular Season post Lockout: 66 partite in 123 giorni. E per una squadra ritenuta da anni vecchia, e con seconde linee non all’altezza degli anni d’oro in cui si vincevano i titoli, sarebbe dovuto essere un altro elemento chiave da non permetterle di realizzare un’altro capolavoro del genere. Ed invece no. Nulla di tutto ciò. Gli Spurs sono sempre vivi. “Gli Spurs non muoiono mai”. Evito di entrare nei particolari riguardo la stagione dei singoli: sarebbe doveroso come ovvio che sia spendere più di due parole sulla stagione di quei tre che tutti ben conosciamo da anni. Ma non lo faccio. Questi Spurs meritano di essere esaltati come collettivo, in primis. E l’unico nome che ho deciso di citare, è lì, in bella vista in prima riga. Popovich è riuscito in una stagione con premesse del genere a giocare la miglior Regular Season da sei anni a questa parte, con in stagione tre strisce di vittorie da 10 o più partite in fila (11/11/10) e tutto ciò limitando il minutaggio dei famosi big 3 per meno di 90 minuti complessivi a partita. Un Fuoriclasse.
Dall’altra parte della metaforica trincea troviamo gli Utah Jazz, altra piccola rivelazione di questa stagione. Dopo i dolorosi addii avvenuti a metà della scorsa stagione (chiusa sotto il 50%), di Deron Williams e Coach Jerry Sloan, era difficile pronosticare un immediato ritorno ai playoff dei giovani Mormoni. Nonostante le famose “Against All Odds” cantate da Phil Collins, questi ragazzi sono riusciti a smentire quasi tutti, e si ritroveranno da domani sera a cercar di infastidire un avversario che allo stato attuale sembra inarrivabile. Ma vista la storia recente di queste due squadre, credo che sia più giusto dire “quasi inarrivabile”. Sia mai. La Regular Season di questi giovani Jazz può essere divisa in tre parti: nella prima abbiamo assistito ad un grande avvio di stagione, oltre le solite e famose più rosee aspettative; nella seconda (il mese di Febbraio per intero) c’è stato un crollo totale, che ha fatto ipotizzare un finale di stagione fuori dalle luci della ribalta; nella terza, iniziata con una W sul finale di gara grazie ad un gioco da 3 di Harris contro gli Heat, abbiamo assistito alla rinascita e all’approdo ai playoff dei ragazzi di Tyrone Corbin. Possiamo dividere in due tronconi anche il roster stesso: da una parte abbiamo una frontline di primo livello formata da Millsap e Jefferson (più Favors e Kanter ad uscire dalla panchina), mentre dall’altra abbiamo un back court in mano al peggior Devin Harris di sempre (carta canta). Unica nota positiva tra i piccoli Gordon Hayward, che alla sua seconda stagione tra i Pro sta avendo un impatto che va oltre a quello che si era immaginato nei suoi confronti.
Precedenti (Spurs lead 3-1)
Spurs 104 vs Jazz 89
Jazz 102 vs Spurs 106
Spurs 114 vs Jazz 104
Jazz 91 vs Spurs 84
I precedenti parlano chiaro: sostanzialmente siamo 3-0 Spurs, visto che l’unica vittoria Jazz è arrivata in un b2b tra le due squadre di inizio Aprile in cui Popovich decise di lasciare a riposo i Big3. Vero che questi Jazz potrebbero vagamente assomigliare ai Grizzlies della scorsa stagione sotto un punto di vista della fisicità nel frontcourt, ma la forbice sembra veramente ampia tra le due squadre. Forse troppo. E neanche troppo “forse”…
THE PICK: Spurs win 4-1, Tony Parker MVP

(2) OKLAHOMA CITY THUNDER (47-19) vs (7) DALLAS MAVERICKS (36-30)

Una cosa è certa: ad inizio stagione la stragrande maggioranza delle persone avrebbe risposto “Oklahoma” ad una domanda del tipo “Quale squadra chiuderà la Regular Season in testa ad Ovest?”. Abbastanza inevitabile. Le trite e ritrite premesse stagionali, per logica, potevano portare soltanto a questa risposta qua. Ed invece no, questi Thunder arrivano ai playoff della Western Conference da favoriti (@2.15 contro i @2.90 con qui i book Americani quotano gli Spurs), ma non così tanto favoriti come ci si poteva immaginare. Ma forse questo potrebbe essere un vantaggio, non arrivare con tutte le luci puntate su di sè toglierà di sicuro un pò di pressione ai ragazzi di Coach Scott Brooks, visto che le aspettative nei loro confronti sono elevate. Per non dire elevatissime. E non potrebbe essere altrimenti visto il materiale umano di cui dispone il coach Californiano. C’è Kevin Durant per il terzo anno in fila top scorer della lega, che sta tirando con le sue personali migliori % dal campo di sempre (quasi 50%). Ci sono altre due bocche da fuoco in attacco enormi, che portano i nomi di Russel Westbrook (oltre i 23 punti di media quest’anno) e James Harden. E sotto i tabelloni a portar blocchi, energia, rimbalzi e tanta ma tanta difesa, ci sono Kendrick Perkins e Serge Ibaka. Not so bad. Qualche dubbio sorge riguardo l’apporto che possa offrire il resto del roster, con l’unica eccezione di Thabo Sefolosha che come al suo solito risulterà utile nella metà campo difensiva. L’innesto nel mercato invernale di un veterano come Derek Fisher non ha aggiunto per ora nulla a questa squadra. Ma onde evitare frasi da “Ipse Dixit”, e per il rispetto che porto al nostro ex Capitano, è meglio fermarsi qui.
Di contro ci sono i campioni in carica dei Dallas Mavericks, reduci da una stagione medriocre che non si è trasformata in disastrosa soltanto grazie alla qualificazione ai playoff arrivata nel finale. Come tutti ben sappiamo, l’annata dei Texani post titolo è stata molto travagliata, e gran parte del merito va attribuito a quel fenomeno mediatico da baraccone della famiglia Odom-Kardashian che ha creato scompiglio nell’ambiente Mavs fino alla prima settimana di Aprile, quando dopo un duro faccia a faccia tra Lamar Odom e Mark Cuban si è arrivati ad una scontata quanto inevitabile rottura. La stagione dei Mavericks però è cominciata ad andare in malora sin da subito, sin dalla scorsa off season, nel momento in cui si è deciso di lasciar partire alcune pedine fondamentali che lo scorso Giugno fecero tanto bene come J.J. Barea e soprattutto Tyson Chandler. Se da una parte i rimpiazzi di Butler e Barea così male poì non han fatto (Delonte West e Vince Carter, 20 punti di media in due), il vuoto lasciato da Tyson Chandler non è stato minimamente colmato, e tenendo conto dell’impatto che ebbe nella scorsa stagione sotto un punto di vista difensivo, è un qualcosa che sposta. Sposta parecchio. Oltre questo c’è un altro fattore di due parole che ha inciso su questa stagione dei Mavericks: Dirk Nowitzki. Quest’anno abbiamo visto il peggior Nowitzki degli ultimi 12 anni per punti segnati, % dal campo e rimbalzi; in tutte le caselle in questione ha realizzato i suoi personali minimi storici dal 2000 ad oggi. Di sicuro glielo si può concedere, dopo il capolavoro dello scorso anno. Ma altrettanto sicuramente i Mavericks non se lo possono permettere, perchè se vogliono avere la seppur minima chance di ripetersi, hanno concreto bisogno di disporre del Tedesco ai suoi massimi livelli.
Precedenti (Thunder lead 3-1)
Thunder 104 vs Mavericks 102
Mavericks 100 vs Thunder 87
Mavericks 86 vs Thunder 95
Thunder 95 vs Mavericks 91
Il vecchio ed appagato contro il nuovo ed affamato che avanza. Due generazioni a confronto, letteralmente. Nonostante la mano di asfalto passata dai Mavericks lo scorso anno nelle finali di conference sugli ancora acerbi Thunder, l’ago della bilancia non può che pendere dalla parte di Durant e soci. Precedenti in stagione in loro favore. Easy pick.
THE PICK: Thunder win 4-1, Russel Westbrook MVP

(4) Memphis Grizzlies (41-25) vs (5) Los Angeles Clippers (40-26)

La sfida più incerta del primo turno di questi playoff, sia ad Ovest, sia nell’NBA in generale, poco ma sicuro. Memphis arriva a questa serie dopo essersi confermata sui buoni livelli della passata stagione, ma a differenza dello scorso anno i riflettori questa volta saranno accesi sin da subito e non ci potrà essere l’effelto sorpresa che colpì forte come un pugno di Alì i San Antonio Spurs. Rispetto a quella serie i Grizzlies hanno un Marreese Speights in più (oltre che sino ad ora un superfluo Gilbert Arenas), ma un Zach Randolph in meno. L’ex Blazers ha praticamente dimezzato la produzione di punti, ed è la brutta copia del giocatore che chiuse le passata stagione con un fantastico 20+12 di media. Per il resto la squadra è la stessa, con i soliti apporti dei vari Conley, Mayo, Gasol e Gay, con un enorme bagaglio d’esperienza derivato dagli scorsi playoff i cui frutti si potranno valutare sin da Domenica notte, ed una generale sensazione di solidità e compattezza di squadra che in questa Regular Season hanno portato Memphis ad essere la miglior difesa della Western Conference per punti subiti.
Passando a coloro che si sono autodefiniti “Lob City” nella scorsa off season dopo il pacco regalo ricevuto in omaggio dalla Commisioner David Stern, che ha portato Chris Paul a vestire la gloriosa (?!) divisa dei Los Angeles Clippers, c’è da sottolineare subito una cosa: nella Pacific, restano sempre i secondi, dietro ai cugini, quelli sì gloriosi, dei Los Angeles Lakers. Tolto il peso del sassolino, e per un attimo la maglia del tifoso, andiamo ad analizzare la stagione degli Sterling’s boys. La partenza è stata forte e decisa, le premesse stavano mantenendo i canoni prefissati ad inizio stagione, e sembravano inizialmente i veri outsider da opporre ai giovani Thunder; poì però è arrivato il grave infortunio di Billups (stagione e forse anche carriera finita), e da lì in poì sono incominciati vari problemini in casa Clippers. Problemini per cui tutt’oggi Vinny Del Negro sta subendo le conseguenze, visto che un giorno si e l’altro pure è messo sulla gogna mediatica, e la sua riconferma per la prossima stagione è tutt’altro che scontata. Passando ai singoli, inutile spendere parole su Chris Paul e Blake Griffin, che il loro lo danno sempre; per il resto ci sono Young (acquisito nel mercato invernale) e Foye che a vicenda si occupano di chiudere il buco in rotazione lasciato da Billups, Caron Butler e Mo Williams autori di due discrete stagioni che danno la loro parte di esperienza e DeAndre Jordan insieme a Kenyon Martin a portar rimbalzi, energia e difesa sotto i tabelloni. Il materiale c’è, di sicuro… Ma c’è altrettanto una sensazione di squadra non ancora pronta per il grande salto, per far sul serio sino a Giugno.
Precedenti (Clippers lead 2-1)
Clippers 98 vs Grizzlies 91
Clippers 101 vs Grizzlies 85
Grizzlies 94 vs Clippers 85
Serie che si giocherà sui singoli episodi che andranno a decidere le varie partite a mio avviso, la soglia tra le due squadre è veramente sottile e perciò mi aspetto una serie molto combattuta, sino a gara 7. Propendo per i Grizzlies, il fattore campo in questa serie potrebbe incidere come in nessun altra. Con un eccezione ovviamente che porta il nome di Chris Paul. Nei playoff ha sempre alzato i suoi livelli (tranne la serie del 2009 contro Denver ma in quel caso non era al 100% della forma), e se c’è uno che può spostare attraverso la singola giocata l’equilibrio di una serie che dovrebbe essere sul filo, quello è lui.
THE PICK: Grizzlies win 4-3, Marc Gasol MVP

Appuntamento a domattina con la preview sui nostri Lakers. Non mancate.

m.f.


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