Il 18 Febbraio 2013 rimarrà una data indelebile nella storia della franchigia e dello sport americano, Los Angeles e i Lakers perdono la sua stella più lucente, colui che ha portato i più grandi giocatori del globo a calcare i parquet del Forum prima e dello Staples poi.
Jerry Buss, Il Dottore come era sempre chiamato, ci ha lasciato in silenzio, ha combattuto 18 mesi contro un male incurabile e per la prima volta nella sua vita ha perso. Un uomo che ha sempre vissuto al massimo, il suo stile era perfetto per Hollywood sembrava nato per Los Angeles.
Nacque il 17 Gennaio 1933 a Salt Lake City, nello Utah. Cresciuto a Kemmerer nel Wyoming dalla madre divorziata, ottenne la borsa di studio all’Univesity of Wyoming ed in soli 2 anni e mezzo (nel 1953) si laureò in scienze. Successivamente si trasferì a Los Angeles dove all’Univesity of Southern California conseguì un Master in Scienze e un dottorato in Chimica a soli 24 anni. Partì lavorando come chimico presso Bereau of Mines, poi lavorò brevemente nel settore aerospaziale e fu insegnante al dipartimento di Chimica presso la sua Università, la USC. Proprio per permettersi di continuare ad insegnare ed avere un reddito sicuro cominciò ad investire nel settore immobiliare. Il suo primo affare risalì agli anni 60 dove per 1000$ comprò un appartamento da ristrutturare in un edificio a West LA. Da li in poi una serie innumerevole di successi e la scalata immobiliare. Nel 1979 acquistò una delle case più famose al mondo, la “Pickfair Mansion” a Beverly Hills definita “un luogo di ritrovo solo un po’ meno importante della Casa Bianca ma molto più divertente”.
Sempre nel 1979 partì la sua scalata al mondo dello sport, prima acquistando il World Team Tennis e successivamente, sempre in quell’anno, per una cifra pari a 67,5 milioni di dollari rilevò da Jack Kent Cooke i Los Angeles Lakers, i Los Angeles Kings e il Forum (i Kings rivenduti qualche anno dopo, così come l’arena quando la franchigia giallo-viola si trasferì a downtown nel 1999). Fu proprietario per un certo periodo anche delle Los Angeles Sparks che sotto la sua guida conquistarono 2 titoli WNBA.
Il suo arrivò nella Nba cambiò radicalmente il modo di fare sport, una lega a pezzi e sull’orlo del fallimento ritrovò vigore grazie alle idee del Dott. Buss e alla rinascita della storica rivalità tra Lakers e Celtics capitanati da Magic Johnson e Larry Bird. La sua idea di showbusiness fu applicata in modo impeccabile alla pallacanestro, da prima cominciò mettendo a bordo campo le star di Hollywood (inizialmente regalando i biglietti) e poi pensò di costruire un show durante la partita. Le ballerine accostate al basket furono una sua idea, le Lakers Girls diventarono un’icona dello show applicata allo sport e ancora adesso sono riconosciute come le migliori. Oggi è impensabile vedere una partita di basket senza “dancers”, ogni franchigia ha una propria squadra di bellissime e bravissime ragazze da mettere in mostra. Ovviamente questa strategia imprenditoriale doveva essere supportata da un spettacolo di primissimo livello sul parquet, la sua bravura (o forse anche fortuna) fu quella di acquistare i giallo-viola (già con in squadra con campioni come Jabbar, Wilkens e Nixon) proprio nell’anno in cui scelsero Magic Johnson, il giocatore perfetto per il suo progetto. Da quel momento in poi i Lakers non furono più gli stessi, grazie anche all’arrivo dopo qualche anno di Pat Riley come capo allenatore, i risultati vincenti uniti allo spettacolo prodotto sul campo da Magic e compagni divennero un connubio inarrestabile. I Lakers non erano più una squadra sportiva, ma una mentalità, un modo di essere e di vivere da vincente come il Dott. Buss aveva sempre desiderato ed Hollywood era il palcoscenico perfetto, lo SHOWTIME era un credo. I Lakers divennero, e lo sono tutt’ora, una macchina da soldi e sotto la guida di Magic Johnson arrivarono 5 titoli e 9 finali in 12 anni. Jerry Buss non sbagliava una scelta e il dominio lacustre sembrava interminabile anche grazie all’icona Lakers per eccellenza Jerry West che da GM sembrava un uomo infallibile.
Solo nel 1991 la parabola lacustre ebbe un piccolo arresto, quando il 32 gialloviola dichiarò la propria positività al mondo; per 3-4 anni i Lakers navigarono nella parte basse della griglia playoff ma ancora una volta le abilità del suo proprietario permisero alla franchigia di tornare competitiva grazie a scelte sempre azzeccate in sede di draft o sul mercato degli scambi. Il resto è storia recente, l’arrivo di Phil Jackson che portò i Lakers ad un fantastico threepeat grazie al duo Kobe-Shaq e successivamente quando Buss consegnò le chiavi della squadra a Bryant voltando le spalle prima a Shaq e poi a Jackson per poi pentirsi e richiamare il Maestro Zen a guidare ancora una volta la sua squadra ad altri due anelli.
Il Dott. Buss è riuscito a far vestire la gloriosa maglia giallo-viola ai più grandi giocatori della storia del gioco: Jabbar, Magic, Worthy, O’Neal, Bryant e Gasol oltre che aver messo alla guida allenatori del calibro di Pat Riley e Phil Jackson, tutti personaggi che hanno permesso a Buss di continuare a vincere e primeggiare e di mantenere intatta l’immagine e la sua filosofia. Anche quest’anno nell’anno più difficile, a causa della malattia, aveva avallato, in un periodo di austerity, le firme di altri due campioni come Nash e Howard che secondo i piani avrebbero dovuto portare a Buss il suo ultimo trionfo, perchè purtroppo lui sapeva a cosa andava incontro.
A noi non rimangono altro che ricordi, se siamo tifosi dei Lakers lo dobbiamo a lui. 10 titoli, 16 finali Nba. Un patrimonio immenso che ora i suoi figli dovranno gestire senza litigare, perchè i Lakers non sono solo business ma sono un modo di essere.
I più grandi campioni dello sport gli hanno reso omaggio in questi giorni, riconosciuto da tutti come il più grande proprietario di una franchigia professionistica nonché onorato con l’ingresso nella Hall of Fame nel 2010, lascerà un vuoto incolmabile in tutti noi.
Magic Johnson lo ha definito un secondo padre, per Kobe ha rappresentato tutto quello che vuol dire Basket. Sarà durissima senza di lui.
Buon Viaggio Dottor Buss!
“Without Dr. Jerry Buss, there is no Magic.” Earvin Johnson
By Magic