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Lakers Vs Hornets


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LAKERS VS HORNETS 107-104 (55-25)

 

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Urgency. Questa la parola chiave di una notte speciale, in cui i Lakers mostrano le proverbiali due facce della medaglia, entusiasmando per il feroce avvio e deprimendo(si), qua e là, lungo l’arco dell’incontro. Alla fine è una W che pesa tantissimo e che consegna ai gialloviola il ventesimo titolo divisionale della proprio mitologica storia.

 

Parlavamo di avvio entusiasmante ed in effetti pare difficile trovare altri aggettivi per una partenza che lancia i Lakers sul 39-20 di fine primo quarto. Paul è messo ai margini dell’incontro (1 solo punto nei primi 20’) da un efficace Fisher, capace di suonare la carica con un paio di triple. Il margine in favore di LA tocca addirittura i 30 punti con gli Hornets stesi al tappeto dall’energia e dall’esecuzione dei lacustri: Kobe è il capo di una banda che suona all’unisono con Odom e Gasol a dominare il centro area e Fisher a punire dagli angoli, il solo fuori dallo spartito è Vlade Radmanovic. Il serbo non trova confidenza con la retina e si accapiglia con Tyson Chandler, senza più trovare il bandolo di una matassa sempre difficile da districare.

 

Una gara in controllo che improvvisamente cambia padrone: la rimonta che porta NO sul -20 in chiusura di secondo periodo potrebbe sembrare un fuoco di paglia, ma la realtà è ben diversa. La partenza del terzo quarto degli uomini di Scott fa il paio con quella dei Lakers: Paul mette a ferro e fuoco la difesa gialloviola e gli Hornets mostrano di avere la migliore transizione offensiva dell’intera Nba. Il folletto con il 3, quando va a briglie sciolte, è un autentico diavolo ed a sua disposizione ha un vero e proprio arsenale pronto ad essere innescato: Chandler corre e zompa come un acrobata, West dalla media è pressoché una sentenza e Stojakovic, con i piedi fuori dall’arco, è un minaccia sempre di grande attualità. In un amen NO si riporta a contatto (36-10 il parziale a cavallo di secondo e terzo periodo) con LA che fa tutto il contrario del primo tempo: scarsa circolazione di palla, poca attenzione nell’esecuzione e troppi tentativi dall’arco. Un mix letale che alimenta palle recuperate e rimbalzi lunghi, ovvero il propellente ideale per infiammare l’attacco ospite, ben più asfittico nelle situazione a difesa schierata.

 

Fortunatamente per i Lakers, c’è pur sempre il fattore K, ovvero Mr. Kobe Bryant. Nel momento di difficoltà riprende per mano i compagni, alternando soluzioni personali (10 punti nel parziale di 17-6 che rilancia LA) a prelibate assistenze, ben assecondato da un Gasol (25) silente ma incisivo. Lo strappo guidato dal 24 riporta i Lakers in doppia cifra di vantaggio con 8’ da giocare, ma gli Hornets non mollano ed un caldissimo Peja (24 con 6 triple) li riporta a contatto (-1) con una scarica di bombe. Gli uomini ci coach Zen incassano il colpo, ma non si scompongono, serrando i ranghi in difesa con Odom (13 e 16) e Gasol efficaci nelle situazioni di aiuto e trovando anche da Fish e Vujacic importanti risposte nella metà campo offensiva. Gli ultimi assalti di un generoso Pargo (17) non fanno tremare lo Staples, che fa in tempo ad intonare l’ennesimo “MVP! MVP!” mentre Bryant (29 punti, 10 rimbalzi, 8 assist) sigilla la W con i liberi della staffa.

 

 

Vittoria doveva essere e vittoria è stata: i Lakers hanno sempre condotto una gara che, paradossalmente, hanno anche rischiato di perdere, dimostrando una volta di più che al massimo della concentrazione e dell’applicazione possono davvero essere una brutta gatta da pelare per ogni cliente. Ottenuto il titolo divisionale ora c’è da lanciare l’assalto al titolo di conference: New Horleans dista solo 1/2 partita ed i Lakers hanno il tie breaker dalla loro. La gara contro gli Spurs di domenica (21.30 italiane, diretta SportItalia) è dunque un autentico spareggio per guadagnarsi quantomeno il secondo posto nella Western.

 

 

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