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BASKET ITALIANO


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sua e di chi ce lo tiene. addirittura gli americani, noti mercenari nel basket europeo, stanno giocando contro per farlo cacciare.

 

 

se è davvero cosi..Roma sembra una piccola Toronto...con gli afroamericani che contestano pubblicamente Triano.. eppure il roster nn è male x nulla... :boh

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Livio Proli, si avvicinano le festività e si alzano i calici. Quello del presidente dell'Olimpia Milano, sei vittorie in fila e terzo posto solitario in classifica, riteniamo sia mezzo pieno.

"E' mezzo pieno di elementi positivi che ci fanno ben sperare per la seconda parte della stagione, quella del raccolto. Il nostro progetto è partito l'anno scorso, e questa doveva essere la stagione del consolidamento. Invece, siamo intervenuti pesantemente sulla squadra. Per questo ci aspettavamo una nuova partenza complessa. C'è stata, ma le difficoltà sono durate molto meno di un anno fa, quando solo a febbraio si videro i frutti della reazione. L'unica cosa che non mando ancora giù è la partitaccia di Varese".

Nel bicchiere mezzo vuoto, ci sarebbe invece una leadership che in squadra resta ondivaga, perfino priva d'un candidato vero.

"Che noi non inseguiamo. A Milano c'è la convinzione che serva una prima punta che faccia spettacolo, noi invece battiamo la strada della leadership trasversale: la squadra è forte e lunga, e proprio il non sapere chi sarà il leader di giornata rende l'Armani ancora più insidiosa per le avversarie".

Chi è il suo favorito del momento?

"Morris Finley. Giovane, intelligente, per un anno è andato a scuola da McIntyre e sta ancora imparando l'arte del playmaking. Tutti gli riconosciamo l'istinto del killer, ma se è vero che lotta per il primato negli assist vuol dire che sta evolvendo. Io dico che con lui Milano ha il regista del futuro".

Adesso Bucchi si è gettato sulla scuola italiana. Necessità o virtù?

"In pochi notano che giochiamo da due mesi senza la guardia americana titolare. Acker s'è fatto male alla prima giornata: un infortunio subdolo, non sbandierato sui giornali. Ha voluto provare a recuperare giocando, la situazione non è migliorata. Ora è fermo fino a metà gennaio. Così giocano più minuti Mordente e Bulleri, il cui recupero mentale (decisivo ad Avellino) mi fa felice. Poi ci sono Mancinelli e Rocca, finalmente senza problemi fisici. Per minuti agli italiani siamo secondi dietro Varese (e quinti escludendo i naturalizzati)".

Altre bollicine nel bicchiere, insomma. Torniamo al mezzo vuoto. L'Eurolega butta male.

"Il conto è insufficiente, chiaro. Dobbiamo battere giovedì il Prokom e sperare che all'ultimo turno il Khimki, già qualificato, non vada in Polonia in gita. Ma ci siamo messi noi in questa situazione. Poi non farò felice qualcuno, ma a noi l'Eurolega serve come allenamento".

Può spiegare, prego?

"Per competere mancano al nostro budget almeno 10 milioni di euro netti, 15 con le tasse. E non li avremo mai. L'Eurolega è un torneo per pochi eletti e molto ricchi, un sistema elitario che raccoglie spettatori e sponsor solo nella fase finale. Io vedo poco pubblico in giro, non solo da noi, e gli scricchiolii di un sistema che a noi costa 600.000 euro solo per partecipare e senza alcun dividendo. Pure Sky ci ha mollato. L'Armani Jeans ha soldi, certo, ma non li butta. Non ci interessa il prestigio di partecipare, perché il prestigio lo si ottiene vincendo. Ed in Eurolega, se siamo molto bravi e molto fortunati arriviamo ai playoff. Il sistema europeo è decadente, a noi invece interessa progredire. E' il passo indietro che non accetterei".

Non sfondate sul piano delle presenze di pubblico. Perché?

"Genericamente perché, si dice, non siamo spettacolari. Due anni fa dicemmo: non saremo mai i Lakers, proveremo a essere i Celtics. E abbiamo scelto le persone giuste per quest'idea. Il nostro spettacolo sono i tuffi per un pallone, il non mollare mai, siamo coriacei, duri a morire. Questo è quel che offriamo. Chi viene, apprezza".

Con Allen Iverson, che a un certo punto si poteva prendere dalla Nba, avreste avuto il pieno, sempre.

"Il contatto c'è stato e non lo nego. Ce l'hanno offerto per sei mesi. La mia risposta: lo voglio per due anni. E con la certezza che capisse che per noi andare a Cantù è come per lui giocare a Boston. E che non si viene qui a chiudere la carriera, ma a lavorare con gli altri. Se lo porto per sei mesi, quando se ne va i soldi spesi per lui non li recupero più l'anno dopo. Dopo averli sottratti a tutto il resto. Non avessimo l'Eurolega, io non sostituirei neanche Acker. Ci offrono una qualità che abbiamo già con noi".

Lei, oltre ad essere presidente dell'Olimpia, dall'1 gennaio sarà pure il nuovo direttore generale dell'azienda Armani. Cosa segna il barometro della passione di Giorgio Armani?

"Lui è quello che si vede in partita. Un tifoso eccezionale ed intelligente, ha passione ma rispetto dei ruoli. Ci garantisce un ottimo budget ma senza mai interferire. Al basket chiede il rispetto delle stesse regole guida dell'azienda: sviluppo del progetto, serietà e qualità comportamentali da parte di chi veste il suo nome e marchio. Vive l'emozione in modo genuino, ma la contiene. Ci mette soldi, suoi, e chiede del progetto giovani. Controlliamo circa 6000 bambini, saranno il nostro pubblico di domani. Al Palalido da cinquemila posti, la nostra casa, che avremo pronto il prossimo novembre".

E voi, in cambio?

"Uno scudetto entro il 2013. Lui è un vincente, e sa che nulla si ottiene senza fatica. Poi, arrivasse prima, non gli spiacerebbe".

C'è Siena, in mezzo.

"Minucci ha due segreti: primo, ha capito che per vincere non deve usare gli italiani. Che invece servono per il settore giovanile e poi generano denaro coi prestiti. Secondo, ha scelto i suoi pezzi di prestigio sotto casa, in Italia: McIntyre, Stonerook, Sato, Kaukenas. Nel frattempo, il caso-Lorbek ha affossato la Benetton ed il valore di Milano e Bologna, persa la Fortitudo, è sceso. Io non gufo Siena, ma è fisiologico il calo, la squadra ha un'età non più verde e magari la Banca Monte dei Paschi non sempre darà quei soldi. Loro giocano forte sul tavolo dell'Eurolega ed in questo siamo agli antipodi: Siena allena in campionato la competitività europea, Milano fa il contrario. A loro gli scudetti servono a coprire l'eventuale fallimento in coppa, a noi l'anno scorso si sono rotti Sow e Rocca: fosse toccato a Stonerook e Lavrinovic? Minucci è bravo ed ha una città intera dietro perché il basket fa comunicazione, nel loro caso. Ma c'erano una volta la Ferrari, il Milan, la Juve...".

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RESPONSABILI CIA PARLANO ANCHE DI SERIE A

 

 

Playoff Fortitudo-Siena

«Fischi condizionati»

 

LUCA CHIABOTTI

 

 

Tra i falcioni delle intercettazioni, solo

queste riguardano la serie A. Della

loro esistenza si parlava da tempo: sono

relative a gara-2 dei quarti di finale

2008 tra Fortitudo e Siena vinta dalla

Montepaschi 69-72. Non risulta nulla

di illegale: sono giudizi su «terzi» dati

da persone non direttamente coinvolte

e che valgono quello che valgono.

Anche se fa specie che il presidente del

Cia dica certe cose sulla serie A senza poi

intervenire. La gara fu decisa da uno sgambetto

di Lavrinovic (Siena) a 50" dalla fine che venne

sanzionato passi dall'arbitro Cicoria (con

Cerebuch e Mastrantoni). Al Paladozza scoppiò il

caos.In una intercettazione tra Montella e Baldini,

veniamo citati: «Ah sì, sudditanza psicologica,

ne ha dette, ne ha dette (la

Gazzetta)». Ecco alcune intercettazioni.

Baldini (designatore Lega 2): Consegnate,

cons... non li fate nemmeno giocare,

consegnate lo scudetto a Siena, è

vergognoso.

Montella: mò te ne..., mò te ne sei accorto

(...).

Montella: Non è possibile che i nostri

due migliori arbitri, negli ultimi minuti,

fanno tre decisioni tutte a favore del

Montepaschi. Dato che la partita l'ho

vista, l'ho vista bene.

Garibotti: quello lì è possibile, anzi

possibilissimo

Montella e Garibotti vogliono parlare

con Colucci (designatore serie A), perché

così, dicono, fanno tutti una brutta

figura. Poi parlano della valutazione.

Montella: Maronna mi, guarda no no.

 

 

Garibotti: 71 hanno dato a Cicoria!

Montella: No e allora è inutile, fanno

solo i commissari di campo è inutile

che danno i giudizi.

Garibotti Perché se anche lui come credo

rientra nel meccanismo che Colucci

è abilmente riuscito a creare a me sta

bene perché più tranquilli siamo e più

tranquilli siamo noi.

Montella: Io ti devo dire la verità, tu lo

sai sono abbastanza neutrale, come te

insomma ma ieri mi è sembrato proprio

se non favoritismo un condizionamento

psicologico troppo grande.

Garibotti: Guarda sugli altri due sì, su

Cicoria...lui è fatto così, Col Bologna è

quello che 4, tre anni fa ha preso mazzate

perciò lui.

 

Montella Lui è quello che per un periodo

non ha fatto il Montepaschi perché

non lo volevano (dall"ll maggio 2005

al 22/3/2009 non ha mai arbitrato a

Siena, n.d.r.)

Garibotti: e certo, vedi perciò voglio

dire che è stata una designazione forse...

Montella: mò per esempio la prossima

designazione prendono d'Este e Pozzana

che sono anche loro prò

Garibotti: Prò? Straprò. Il buon D'Este

infatti...

Montella: 3 a zero di cui... (...) comunque

sono quelli che hanno voluto loro

(risata) comunque

Garibotti: No, perchè son sono quelli

prezzolati, cioè parliamoci chiaro

Montella: lo so

garibotti: no, Cicoria no, non me lo

credo

Montella: no prezzolato no, però condizionato

psicologicamente

Garibotti: e D'Este è uno allineato,

cioè D'Este e Pozzana sono due nullità

 

 

 

 

da vomito sta cosa,altro che nessuna rilevanza penalee

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