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[Official Topic] Cinema


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Genere che andrebbe soppresso.

Inception è il Blake Griffin dei film. Se non ne capisci puoi anche pensare che sia un gran giocatore.

Ancora,ma basta non se ne può più di questi film

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cioè il giovane pugile emergente nella storia ha 27-28 anni?

Nasce nel 1986, mettiamo che il film sia ambientato nel 14-15 ha massimo 29 anni non è un controsenso.

 

 

Lui è un impiegato e addirittura ha già ricevuto una promozione che lo costringe ad abbandonare la passione della boxe quindi si presume che lavori già da almeno 5 anni...

 

Mettiamo abbia iniziato a 22 a lavorare li, ci può stare che incontri Rocky sui 28-29.

 

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Visto The Revenant, mi aspettavo di più. Visivamente bellissimo, la storia normale e alcune scene un po' esagerate come quella dello spoiler di Jesse :asd

Comunque tutto il film mi sembra una gigante metafora per DiCaprio e la sua carriera dedicata alla caccia alla statuetta :asd

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da The Guardian

 

Ritualised brutality. Vengeful blood lust. Vicious savagery justified by medieval notions of retribution. We all know how dark the world can be these days. A world where men are garrotted and impaled. Where they’re speared and disembowelled and have their necks slashed and their genitals sliced off. Where they’re killed for no other reason than revenge. This isn’t Raqqa, though, it’s The Revenant: the hottest blockbuster of the season, winner of three Golden Globes a week ago, nominated for 12 Oscars last Thursday and yours for around £10-£15 this weekend at your local multiplex.

It’s a tale of “revenge, retribution and primal violence”, according to the Guardian’s Peter Bradshaw, “as thrilling and painful as a sheet of ice held to the skin”. This is praise, by the way. It’s “unthinkingly, aggressively masculine,” says GQ. That’s praise too.

The film is based on a true story of the American frontier from 1823 and I’ll summarise the plot for you: man seeks revenge, man gets revenge. That’s it, basically, for two and a half hours, though there is a brief reprieve when you get to see Leonardo DiCaprio being mauled by a grizzly bear. Early reports suggested that he was raped. But no, that’s a fate reserved for one of the two women who appear fleetingly on screen. (The other one is slaughtered. But don’t worry, you have no idea who she is so you won’t actually care.)

The Revenant review – a walk on the wild side

Leonardo DiCaprio gives his all in Alejandro González Iñárritu’s visceral, icebound survival story
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The woman is not actually raped, of course. She’s faux raped. Because this is what we call acting. And because The Revenant is what we call entertainment. There’s a crucial difference between us and the people we are currently trying to blow to smithereens with million-pound missiles: we choose to pay to watch women being pretend raped rather than watching women being actually raped for free.

I wasn’t entertained. Can you tell? I saw it at a press screening two weeks before Christmas when the streets were filled with twinkly fairy lights and I tripped past a Salvation Army band playing Silent Night to spend what felt like several weeks in a dark room waiting – oh dear God, do you wait – for Leo to just get on and hack the other man to death so I could finally go home. A well-oiled publicity machine of the type that fuels an Academy Awards clean sweep has carefully leaked how gruelling the shoot was, how authentically the actors “suffered” in the making. (They got a bit cold, apparently.) And Emmanuel Lubezki’s cinematography – all shot in just a few hours of natural light each day – really is gorgeous.

Director Alejandro González Iñárritu’s idea was for it to look as real as possible. Which would have been magnificent if there was something in the way of a story or any meditation on the nature of retribution or anyone – anyone – that you could give one toss about, but there’s not. So the landscape is chilling and the violence is pointless and the whole thing is meaningless. A vacuous revenge tale that is simply pain as spectacle. The Revenant is pain porn.

And in all probability, it will win every Oscar going. Critics have lavishly praised its “visceral” imagery, its “authentic” feel; it is, they say, “immersive” film-making at its finest. Though, arguably, not as immersive as putting a camera in a cage and then setting a man on fire. Have you seen that one? Where the man is burned alive? It’s not by González Iñárritu, but Isis. It wasn’t nominated for anything but the pain is even more real, more visceral, more – what was the word, thrilling? – than DiCaprio’s.

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Io faccio una domanda: lo avete visto Lincoln? Lo ritenete un bel film? Soprattutto: ritenete la performance di DDL valevole un Oscar?
 

La critica di overacting la sento mossa SOLO nei confronti di Di Caprio. E' incredibile. 

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Io faccio una domanda: lo avete visto Lincoln? Lo ritenete un bel film? Soprattutto: ritenete la performance di DDL valevole un Oscar?

 

La critica di overacting la sento mossa SOLO nei confronti di Di Caprio. E' incredibile.

Non ho visto Lincoln

Tra l altro nigma io penso che di caprio un Oscar se lo meritava ma non per quest ultimo film

Parere personale eh

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Io faccio una domanda: lo avete visto Lincoln? Lo ritenete un bel film? Soprattutto: ritenete la performance di DDL valevole un Oscar?

 

La critica di overacting la sento mossa SOLO nei confronti di Di Caprio. E' incredibile. 

sai perchè gliela muovono?

perchè dopo che vedi un suo film non ci vedresti nessun altro al suo posto. Prendi The Wolf of Wall Street (fa lo stesso che ti sia piaciuto o meno): ci vedresti un altro al suo posto? io no.

E questo secondo me vale per altri suoi film 

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sai perchè gliela muovono?

perchè dopo che vedi un suo film non ci vedresti nessun altro al suo posto. Prendi The Wolf of Wall Street (fa lo stesso che ti sia piaciuto o meno): ci vedresti un altro al suo posto? io no.

E questo secondo me vale per altri suoi film

Io gliela muovo perché semplicemente alle volte secondo me ci va in overacting, detto che per me L Oscar L avrebbe meritato ma non per revenant, questa critica gliela fanno anche addetti ai lavori ( produttori registi) ben più qualificati di me. Quando ho lavorato ad L.A. Per 2 volte mi è capitato di lavorarci sotto periodo Oscar e L argomento era molto dibattuto e mi è capitato di parlare del suddetto argomento di persona. Oh poi magari sono invidiosi ...il bello del cinema è anche che di certo non è una scienza esatta

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DDL non sovrarecita. Alle volte canna il registro dell'interpretazione, ha meno range di quanto voglia far credere ed è di un'arroganza spaventosa (purtroppo pompata dall'ambiente per cui "can do no wrong") quindi spesso fa anche cose che non dovrebbe fare.

 

Il Di Caprio chiama-oscar (per me le critiche a leo vanno sempre post-spielberg) è proprio quello che tecnicamente si chiama overacting. Sentimenti espressi come una maschera del teatro giapponese, faccette che passano da un sentimento all'altro senza sfumature, interpretazioni sempre al limite del caricaturale e tendenti sempre a polarizzarsi in espressioni topiche che si ripetono di film in film (arrabbiato, triste, pensieroso...) e soprattutto il continuo rifiuto di sottrarre elementi alla propria mimica e gestualità. Lo dicono fin dalla nascita del teatro elisabettiano che un attore deve saper andare PRIMA di sottrazione e poi ricostruirci sopra tutto il resto.

 

Quando si parla di grandi attori non si parla di loro, si parla dei loro personaggi. Di Caprio è sempre Di Caprio qualunque film faccia o ruolo interpreti. Ad oggi non può essere uno dei grandi.

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Visto La grande scommessa.

Carino, divertenti i cameo per "spiegare" i subprime, cdo etc :D

Però ho trovato più appassionante inside job, sullo stesso argomento (ed é un documentario...)

Insomma, gli do 7 perché l'argomento mi piace, ma diciamo che a chi non interessa... Mmm

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Visto The Revenant.

Vado controcorrente rispetto a ciò che ho letto qui e che ho ascoltato ieri all'uscita del cinema.

Film molto, molto bello secondo me. Regia e fotografia eccezionali, chi va a caccia delle grandi sceneggiature o chi, più banalmente, giudica un film dalla trama può agilmente passare oltre. Chi si aspetta un film pieno zeppo di filosofia anche. E' un film crudo in tutto e per tutto. Personalmente sono stato 2 ore e mezza incollato allo schermo. La prima parte è pazzesca. Su Di Caprio a 'sto giro non c'è veramente niente da dire secondo me, non è il personaggio più interessante che abbia mai interpretato, ma l'interpretazione è stata perfetta. Lasciatemi anche dire che in un epoca in cui si fanno i film chiusi in quattro mura verdi un'opera del genere è solo da applaudire.

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