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La Scuola Di Atene...


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Il che va a sconfessare il luogo comune che paga solo (di più) chi va a mignotte - detto da un non praticante del genere, è un mea culpa  :asd  -.....col cazzo... il povero CR non sa cos'ha combinato, quando ha smesso di frequentare escort e si è messo con Irina  :gia:

 

Anche Maurito, un giorno, capirà...

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Io non sono un praticante, ma sicuramente ha molti lati positivi...il night.

 

 

Assolutamente no: vedere e non toccare. 

Tocchi più culi in discoteca, se vuoi. 

 

Al massimo ha senso il post night, ma è un altro discorso. 

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Io non sono un praticante, ma sicuramente ha molti lati positivi...il night.

 

 

Immagino di si.....diversi miei amici e mio fratello garantiscono di si, ma anche li c'è pay e pay.

Se sei lucco, torna più conveniente farsi la fidanzata (non entro nei dettagli per rispetto degli amici, racconti turchi).

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Il night è bello se hai un millino da spendere o sei amico del proprietario, se no è una tortura.

 

Se conosci o semplicemente hai voglia/possibilità di spendere te le riporti a casa sia nel night di via Veneto che in quello di Mola di Bari..  :gia:

 

Molto, molto meno, Dandi.

Poi a MIlano e ROma funziona in un modo e altrove in un altro, ma vi garantisco - per terze persone  :piantoacatinelle  - che se ti ci sai muovere, dopo qualche inculata di rito - soltanto a livello metaforico-economico, eh - raccogli parecchio.

Ma allo stesso tempo, se non sei sgamato, ti partono 3-400 euro per una mezza piluccatina (cit gemboy)  :asd

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Assolutamente, devi essere sgamato e saperti muovere, io ho detto millino perchè ho in mente casi ben precisi, ma come dici tu se si "lavora" bene le cifre calano sensibilmente... :gia:

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Assolutamente, devi essere sgamato e saperti muovere, io ho detto millino perchè ho in mente casi ben precisi, ma come dici tu se si "lavora" bene le cifre calano sensibilmente... :gia:

 

Esatto  :ok21te:

Va detto che la maggior parte non la è, per la gioia di proprietari e ragazze.

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Godere DAVVERO (sessualmente, moralmente, esteticamente...) è un momento di totale vulnerabilità, un'apertura, uno spiraglio di verità e gratitudine che una vera troia non si può permettere, pena l'autoscienza del proprio indecente abisso e il crollo delle sublimazioni psichiche che le permettono di sopravvivere.

 

Se pensate che le acrobazie a letto, le unghie nella schiena, le urla "scopami, sculacciami, tirami i capelli, strozzami" e le odi alle dimensioni del vostro membro siano realmente connesse con l'interno di certe persone siete davvero dei troppo giovani Padawan.

Il rapporto con una VERA troia è una danza macabra, è camminare su un sottile filo di estasi teso sull'abisso della sopraffazione. Un educato vampirismo reciproco di dare-avere... Gli sguardi che ci si scambia, così all'apertura di un regalo come nell'estasi dell'amplesso, sono gli Eyes Wite Shut ed è questo che genera l'oscuro e inconfessabile piacere autoreferenziale, quando da questo teatrino decadente si riesce a strappare una stilla di potere, uno scintillio di prebenda non pagata.

 

 

Per questo le troie devono essere inevitabilmente legate a periodi di tempo limitati, o si rischia grosso. Ma ogni tanto si sente sempre il nero richiamo...

E per questo alla fine preferisco e consiglio le semitroie depresse, perchè trovata la leva e l'incrinatura nella corazza non c'è più limite... e tutto quello che scaturisce da quella fessura ha il dolce sapore della verità, il più grande orgasmo che si possa provare...

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Vabbeh dai regalo un aneddoto: ieri sera a fine serata per non sapere nè leggere nè scrivere ho fatto un giro in un posto di Milano che si chiama come una spezia, a un certo punto è arrivato un noto esponente della scena rap italica e ha messo un millino contato sull'unghia in mano alla giovine... Questo perchè, appunto, è un noto esponente... In condizioni normali non ti permettono di fare ste cose.

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Godere DAVVERO (sessualmente, moralmente, esteticamente...) è un momento di totale vulnerabilità, un'apertura, uno spiraglio di verità e gratitudine che una vera troia non si può permettere, pena l'autoscienza del proprio indecente abisso e il crollo delle sublimazioni psichiche che le permettono di sopravvivere.

 

Se pensate che le acrobazie a letto, le unghie nella schiena, le urla "scopami, sculacciami, tirami i capelli, strozzami" e le odi alle dimensioni del vostro membro siano realmente connesse con l'interno di certe persone siete davvero dei troppo giovani Padawan.

Il rapporto con una VERA troia è una danza macabra, è camminare su un sottile filo di estasi teso sull'abisso della sopraffazione. Un educato vampirismo reciproco di dare-avere... Gli sguardi che ci si scambia, così all'apertura di un regalo come nell'estasi dell'amplesso, sono gli Eyes Wite Shut ed è questo che genera l'oscuro e inconfessabile piacere autoreferenziale, quando da questo teatrino decadente si riesce a strappare una stilla di potere, uno scintillio di prebenda non pagata.

 

 

Per questo le troie devono essere inevitabilmente legate a periodi di tempo limitati, o si rischia grosso. Ma ogni tanto si sente sempre il nero richiamo...

E per questo alla fine preferisco e consiglio le semitroie depresse, perchè trovata la leva e l'incrinatura nella corazza non c'è più limite... e tutto quello che scaturisce da quella fessura ha il dolce sapore della verità, il più grande orgasmo che si possa provare...

 

Ok.

Motivato così è in gran parte condivisibile..  :gia:

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Vabbeh dai regalo un aneddoto: ieri sera a fine serata per non sapere nè leggere nè scrivere ho fatto un giro in un posto di Milano che si chiama come una spezia, a un certo punto è arrivato un noto esponente della scena rap italica e ha messo un millino contato sull'unghia in mano alla giovine... Questo perchè, appunto, è un noto esponente... In condizioni normali non ti permettono di fare ste cose.

 

La devo smettere di venire a Milano a trovare amiche e dobbiamo uscire più spesso insieme...  :headbang!:

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vai Tommà questa notizia è per te 

 

 

A scuola con i leggings, nota ad una studentessa
Il preside: «Abbigliamento non consono»

 

La polemica si è scatenata dopo che la ragazzina, che frequenta un istituto alberghiero di Genova, ha protestato su Fb

Una ragazzina indossa dei leggings per andare a scuola, con su un maglioncino corto: i pantaloni sono molto sottili e lasciano poco spazio all’immaginazione. La professoressa, quando la vede, sbotta: e decide di metterle una nota, per rimproverarla per quell’abbigliamento, ritenuto poco adatto ad un’aula scolastica. La famiglia della studentessa non replica, ma la ragazzina sì: e lo fa su Facebook, il mezzo più comodo per far sapere al suo mondo che è costretta a rinunciare ai suoi leggings per le regole «assurde della scuola». Scoppia il caso: il suo post viene seguito e commentato da decine di ragazze solidali, e la notizia si diffonde. E’ successo all’istituto alberghiero Marco Polo di Genova, ma in poche ore il web ne ha fatto un caso nazionale.

LA SPIEGAZIONE DEL PRESIDE - «Nessun caso, nessuna vicenda eccezionale», replica il preside dell’istituto, Renzo Talini. «La ragazza aveva indosso dei leggings che sembravano collant, e non li portava come fanno le ragazze adesso, cioè con un maglione lungo, ma con una maglia corta. La professoressa ha ritenuto che non fosse vestita in maniera consona alle regole dell’istituto, e le ha messo una nota. Ma non siamo dei dittatori, la nostra è una scuola normale». Una scuola dove esistono regole per l’abbigliamento e il decoro, in effetti: capelli e vestiti devono essere sempre in ordine e i ragazzi, dal terzo anno in poi, devono indossare la cravatta. «Ma non c’è niente di strano- spiega Talini- si tratta di regole normalissime per un istituto alberghiero: i nostri ragazzi frequentano la sala e la cucina fin dal primo anno, e dal terzo in poi fanno stage in alberghi e ristoranti. E’ giusto insegnare loro a presentarsi bene. Mi ha dato molto fastidio che su Facebook siamo diventati una scuola orribile, con chissà quali costrizioni. C’è un regolamento, che prevede un abbigliamento dignitoso: e cerchiamo di farlo rispettare, ma senza eccessi: camminando nei nostri corridoi ci si rende conto che la nostra è una scuola come tante altre».

:asd

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