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Ma quali investimenti, la verità è che le mamme islandesi hanno partorito buoni calciatori! :ahahah:siciao:

Anche quelle contano, magari in una percentuale minore, magari per una certa categoria di sportivi, ma contano.

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No dai, sicuramente il campionato islandese ha un ottimo sistema di valorizzazione dei giovani.

 

:asd

Se associ il campionato islandese al sistema di valorizzazione dei giovani, dimostri di non aver capito nulla del mio discorso, però, perdonami.

 

Il nostro problema non è la Serie A, è il percorso che porta un giovane calciatore ad arrivare (o NON arrivare) in Serie A, e come.

 

Ma raccontiamoci pure che è solo un problema di nascite... all'italiano generalmente piace crogiolarsi nella passività prendendosela col governo e col meteo.

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Anche quelle contano, magari in una percentuale minore, magari per una certa categoria di sportivi, ma contano.

Certo, ma è un discorso che ha spiegato perfettamente Tony: le mamme ti sfornano i fenomeni che ti fanno vincere, il sistema ti mantiene competitivo anche senza.

 

E non è detto, peraltro, che senza un sistema i fenomeni emergano/esplodano.

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Certo, ma è un discorso che ha spiegato perfettamente Tony: le mamme ti sfornano i fenomeni che ti fanno vincere, il sistema ti mantiene competitivo anche senza.

 

E non è detto, peraltro, che senza un sistema i fenomeni emergano/esplodano.

 

L'avevo spiegato anch'io, ma va bene anche così...  :asd

 

Siamo perfettamente d'accordo...

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Bistecca

 

Tutto quello che vuoi, però è dato certo che sono stati fatti investimenti pesantissimi negli anni (campi coperti, tecnici ecc ecc) e oggi ci ritroviamo appunto, una nazione di 320 abitanti, che si qualifica ad un europeo e ad un mondiale.

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Se associ il campionato islandese al sistema di valorizzazione dei giovani, dimostri di non aver capito nulla del mio discorso, però, perdonami.

 

Il nostro problema non è la Serie A, è il percorso che porta un giovane calciatore ad arrivare (o NON arrivare) in Serie A, e come.

 

Ma raccontiamoci pure che è solo un problema di nascite... all'italiano generalmente piace crogiolarsi nella passività prendendosela col governo e col meteo.

 

Nigma, l'Islanda è un paese di 300mila abitanti (secondo Wikipedia) ed una cultura storica calcistica non esistente.

Posso capire se mi parli dell'Uruguay, che nonostante un numero di abitanti molto basso ha da sempre una gran cultura calcistica e sforna a ripetizioni grandi calciatori (lì è palesemente una questione di sistema di sviluppo e valorizzazione), ma con queste nazioni così piccole che compaiono sporadicamente, si vede che è un qualcosa di piuttosto casuale. Del resto la storia del calcio è piena di ottime competizioni giocate da una nazionale outsider di turno.

 

Che poi in Italia faccia schifo il sistema di coltivazione e valorizzazione del talento, non ci piove.

Ma ricercherei le cause in questo problema altrove, tipo nella spartizione dei diritti TV..

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il vero problema delle mamme non è che non sfornino campioni, ma che sfornano ragazzi che a 15 anni già si sono rotti il cazzo di rinunciare a delle cose per giocare a calcio/basket ecc. prima bene o male non c'erano alternative. stiamo crescendo, mi ci metto pure io per non fare la figura del trombone che giudica le altre generazioni, molto più pigri e indolenti. 

 

qui deve subentrare il sistema. sia per coinvolgimento, sia per invogliare famiglie e ragazzi a giocare a calcio/basket. una volta si pagava la retta per i bambini. dai 13-14 anni in su non pagavi mica per giocare, oggi se vuoi fare sport sono 700 euro. almeno nelle grandi città (dove c'è la maggior parte del bacino di utenza anche per gli atleti). alternative? oratori e strada non ci sono più.

 

mi dite tra calcio e basket, che sono i due che seguo io, da quanto non si produce un fuoriclasse proveniente/cresciuto in una grande città? rispetto a 20-30 anni fa credo intorno ai 15-16 anni smettono di fare sport il doppio dei ragazzi. guardate le minors: sono piene di over 35, 45, 50. i ragazzi non fanno più sport, non gli va di fare allenamento alle 21 di sera, c'è poco da fare. 

 

 

ma la nazionale di basket avete presente chi cazzo ha presentato agli europei? FILLOY a giocare 25 minuti. FILLOY. non è tra i primi 40 giocatori argentini. i giocatori di basket in italia stanno finendo, sono come i panda. nei vicecampioni d'italia gioca 30 minuti toto forray, che dieci anni fa non riusciva a stare in campo nella legadue a 16 squadre. 

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il vero problema delle mamme non è che non sfornino campioni, ma che sfornano ragazzi che a 15 anni già si sono rotti il cazzo di rinunciare a delle cose per giocare a calcio/basket ecc. prima bene o male non c'erano alternative. stiamo crescendo, mi ci metto pure io per non fare la figura del trombone che giudica le altre generazioni, molto più pigri e indolenti. 

 

qui deve subentrare il sistema. sia per coinvolgimento, sia per invogliare famiglie e ragazzi a giocare a calcio/basket. una volta si pagava la retta per i bambini. dai 13-14 anni in su non pagavi mica per giocare, oggi se vuoi fare sport sono 700 euro. almeno nelle grandi città (dove c'è la maggior parte del bacino di utenza anche per gli atleti). alternative? oratori e strada non ci sono più.

 

mi dite tra calcio e basket, che sono i due che seguo io, da quanto non si produce un fuoriclasse proveniente/cresciuto in una grande città? rispetto a 20-30 anni fa credo intorno ai 15-16 anni smettono di fare sport il doppio dei ragazzi. guardate le minors: sono piene di over 35, 45, 50. i ragazzi non fanno più sport, non gli va di fare allenamento alle 21 di sera, c'è poco da fare. 

 

 

ma la nazionale di basket avete presente chi cazzo ha presentato agli europei? FILLOY a giocare 25 minuti. FILLOY. non è tra i primi 40 giocatori argentini. i giocatori di basket in italia stanno finendo, sono come i panda. nei vicecampioni d'italia gioca 30 minuti toto forray, che dieci anni fa non riusciva a stare in campo nella legadue a 16 squadre. 

 

per me, da quel poco che so, il discorso è diverso: la colpa è di chi lavora nel calcio giovanile. Si predilige l'aspetto fisico a quello tecnico, ma soprattutto il risultato in categorie che non contano nulla alla formazione dei giocatori. 

 

Purtroppo accade sempre più che  in una squadra giovanissimi (12-14 anni) e allievi (14-16)-  l'anticamera della primavera e della beretti- vengono mandati in campo i giocatori fisicamente più forti, che prima hanno fatto lo sviluppo, a discapito di quelli più tecnici. E' evidente che un ragazzino che ha già sviluppato sia più "pronto" nell'immediato rispetto ad uno più piccolo e gracile. Ci sono ragazzini indegni che hanno i record dei settori giovani- anche di squadre importanti - che poi intorno ai 21-22 anni hanno addirittura smesso di giocare.

 

La ragione è che girando meno soldi nel calcio le società hanno interesse a fare operazioni sui cartellini dei 14-15enni preferendo avere l'uovo oggi che la gallina domani.  Questa è una delle cause principali che danno origine al circolo vizioso.

 

In più considererei che i ragazzi che sono nei settori giovanili di squadre che giocano in serie a o b ormai hanno atteggiamenti da calciatori arrivati e sempre meno voglia di arrivare: tatuaggi, capelli e stile identico a quello dei giocatori professionisti. La testa è un altro grandissimo problema. 

 

Infine terrei conto del cambiamento della vita che tiene i bambini sempre più davanti ai videogiochi piuttosto che a giocare al parco o per strada. 

 

Il resto, inteso come mercato degli stranieri, incide molto meno di quel che si possa pensare. 

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Io in Islanda ci ho vissuto 6 mesi in Erasmus in pieno hype pre-europei e per quanto tornerei domani è evidente che tanti confronti (anche in ambito non sportivo) non reggano molto. Lo diceva bene ieri sera Bizzotto (farlo diventare voce ufficiale quando gioca l'Italia no eh?): gli investimenti su stadi e allenatori con patentino UEFA hanno ripagato tantissimo, praticamente ogni bambino viene prima o poi allenato da qualcuno che ne sa davvero di calcio e poi la probabilità è con loro perchè 1 islandese maschio su 2000 ha la possibilità di giocare in nazionale. Ma loro sono 330mila, noi 60 milioni, serve una rivoluzione culturale pazzesca per avere numeri confrontabili.

 

Poi giocando col 4-2-4 un po' ce le andiamo anche a cercare.

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Certo, basta smettere di comprarle. Vedi come si abbassano i prezzi. Ma finchè in questo paese di capre si vivrà solo dei grandi campioni del pallone italico, i prezzi saranno quelli.

 

Da questo punto di vista può essere utile che i nuovi giovini si dilettino negli sport del Facebook, Twitter, WhatsApp, Telegram, Snapchat e Youtube. Magari confluiscono i denari a disposizione ad impennare altri mercati. Sempre che non si sia appassionati del device all'ultimo grido.

Eh ma se la canotta dell'italbasket costa 80€ a cosa devo dare la colpa?

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Comunque nel dato vittorie/pareggi/sconfitte mi piace sempre sottolineare come nella storia l'Italia con le big non perde il confronto con nessuna nelle grandi manifestazioni ad eccezione dell'Olanda (2 vittorie Orange e un pareggio), dato in pareggio col Brasile e Uruguay e vittorie con Francia,Argentina,Spagna,Inghilterra e Germania.

Se prendiamo gli scontri diretti in assoluto perdiamo solo col Brasile e l'Uruguay(se si toglie la sconfitta olimpica nel 1928 saremmo pari)

 

Per dire con la Spagna nel loro ciclo d'oro dal 2008 in poi tra europei e Confederation 5 scontri diretti una vittoria Spagna,tre pareggi e una vittoria Italia.

 

La storia lunga circa 90 anni di grandi manifestazioni e oltre un secolo di sfide tra nazionali non mente.

Per battere l'Italia devono sempre soffrire a prescindere dalla competitività dei nostri.

Per questo tutti ci temono sempre e per questo tutti a novembre guferanno affinché l'Italia esca fuori.

Sicuro siamo in pareggio con il Brasile? A favore Sarrià 82 e contro Pasadena 94, Azteca 70 e Argentina 78, cosa mi sfugge? :-)
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Io in Islanda ci ho vissuto 6 mesi in Erasmus in pieno hype pre-europei e per quanto tornerei domani è evidente che tanti confronti (anche in ambito non sportivo) non reggano molto. Lo diceva bene ieri sera Bizzotto (farlo diventare voce ufficiale quando gioca l'Italia no eh?): gli investimenti su stadi e allenatori con patentino UEFA hanno ripagato tantissimo, praticamente ogni bambino viene prima o poi allenato da qualcuno che ne sa davvero di calcio e poi la probabilità è con loro perchè 1 islandese maschio su 2000 ha la possibilità di giocare in nazionale. Ma loro sono 330mila, noi 60 milioni, serve una rivoluzione culturale pazzesca per avere numeri confrontabili.

 

quanta invidia

io ci ho passato 3 settimane in luna di miele 6 anni e mezzo fa e anche io tornerei domani

non sfuggirà che l'Islanda non solo sta facendo benissimo nel calcio e ha fatto benissimo nel basket, ma sforna anche un numero di musicisti di fama internazionale proporzionalmente enorme rispetto alla popolazione (e, come giustamente si vantano, anche i nobel per la letteratura sono proporzionalmente di più...nel senso che ne hanno avuto 1).

Io ho avuto l'enorme piacere di godermi una partita di calcio giovanile, se ricordo bene a Grundafjordur, nella penisola dello Snaeffells, con tutta la città presente, un clima bellissimo.

Come mi dicevano gli islandesi di cui eravamo ospiti, nei lunghi inverni non c'è molto da fare, e allora si impara a suonare, uno, due, tre strumenti, si va una volta a casa di Sigurdur e si suona la chitarra in un gruppo metal, il giorno dopo a casa di Gunnar imbracci il violino nel quartetto d'archi, poi alla fattoria di Bjorn a fare una jam di blues. E poi hai Johann Johansson (nomination all'oscar per vari film, è lui che ha scritto la OST di Blade Runner 2049), Bjork, Sigur Ros, Mum, Asgeir, Olafur Arnalds, Emiliana Torrini, Of Monsters and Men, GusGus e il mio preferito, Mugison...e sono sempre 300.000.

 

Leggevo che il grande progetto per il calcio è nato una quindicina d'anni fa ed è stato portato avanti dalla loro FGCI, campi riscaldati e coperti, corsi per allenatori (da 70 a 700), anche per tenere impegnati i ragazzi più giovani e ostacolare la diffusione di tabagismo o peggio. Questo ha fatto sì che si arrivasse ad avere 20.000 tesserati (il 6% della popolazione. In Italia è tesserato per una società di calcio l'1,6% della popolazione), con molti di questi che fanno anche altri sport (mi sembra che il capitano dell'Under 21 sia anche capitano dell'Under 21 di pallamano...).

 

Detto da uno che non capisce un granché: non è che per giocare a calcio ad alti livelli devi essere per forza un fenomeno: 15 buoni giocatori, se hanno la giusta testa, un ottimo spirito di squadra e un obiettivo comune possono fare molto meglio di 40 pirla che si credono Messi perché guadagnano 2 milioni all'anno.

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Aveva ragione Poletti, bisogna giocare di più a calcetto.

... a proposito di calcio a 5, ho letto che le giovanili del Cagliari calcio faranno un allenamento a settimana di futsal. Pratica diffusa in Spagna e altre nazioni, penso sia un ottima cosa nello sviluppo del calciatore.
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