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L'inizio di una nuova era politica?

 

Mi han chiesto di fare una sorta di editoriale su queste amministrative.

Ecco a voi, chiunque abbia da perderci un 5 minuti.

Buona lettura!

un articolo ricco di spunti di riflessione: Il vincitore nascosto delle elezioni di Luca Ricolfi (La Stampa)

Berlusconi voleva politicizzare le elezioni amministrative, voleva farne una sorta di giudizio di Dio su di sé e sul governo. C'è riuscito perfettamente, e ha perso anche per questo. Sconfitta chiara, campale e logica. Su questo non ci sono molti dubbi.

 

I dubbi, invece, cominciano quando si cambia la domanda. Se anziché chiederci «chi ha perso?» proviamo a chiederci «chi ha vinto?», tutto si complica. Perché di vincitori ce ne sono fin troppi, e forse nessuno lo è fino in fondo. Vediamoli tutti, questi vincitori presunti. Il primo a passare all’incasso è ovviamente il Partito democratico. Per Bersani e per i suoi è evidente che il vento è cambiato, che anche il Nord non si fida più del centro-destra, che il Paese è pronto a cambiare governo (e infatti ieri Bersani ha chiesto le dimissioni di Berlusconi).

 

E tuttavia il conto delle amministrazioni vinte, indubbiamente favorevole al Pd e ai suoi scalpitanti alleati (Di Pietro e Vendola), al momento non segnala un apprezzabile rafforzamento del partito di Bersani, la cui forza sembra tuttora abbondantemente al di sotto di quella che aveva nel 2008, ai tempi della corsa (quasi) solitaria di Veltroni.

 

Soddisfatti del risultato paiono anche i leader del Terzo polo, che molto avevano puntato su una sconfitta di Berlusconi, vista come precondizione per superare l’assetto bipolare del sistema politico uscito dalla seconda Repubblica. Anche qui, però, c'è un problema: è vero che, almeno rispetto alle Politiche del 2008, i due partiti maggiori - Pdl e Pd - si sono entrambi indeboliti a favore dei rispettivi alleati, ma i loro voti sono confluiti sulle liste civiche e sui partiti più arrabbiati, non certo sui partitini di Casini, Fini e Rutelli. La percentuale di consensi di Udc, Fli, Api uscita dalle urne è di poco superiore a quella della sola Udc nel 2008. Il che, a mio parere, indica una cosa soltanto, e cioè che a distanza di quasi mezzo secolo resta vera la spietata diagnosi di Giovanni Sartori, secondo cui il nostro sistema politico non era e non è un caso di «bipartitismo imperfetto» bensì un caso di «pluralismo polarizzato». Gli spiriti animali dei nostri politici spingono alla contrapposizione, alla frammentazione e all’estremismo, non certo al confronto fra due grandi partiti egemoni sui rispettivi alleati. Viste da questa prospettiva le elezioni del 2011 sembrano infrangere sia i sogni dei nostalgici della prima Repubblica, sia quelli dei vagheggiatori della seconda. A quanto pare gli italiani non si lasciano sedurre né dai due partiti maggiori, Pdl e Pd, né da chi vorrebbe superarli in nome di un «grande centro», rifugio dei moderati e delle persone assennate.

 

Resterebbe il cosiddetto «partito di Santoro», quello degli ospiti eccellenti della trasmissione Anno Zero. Partiti e leader di partito, come Di Pietro e Vendola. Agitatori come Beppe Grillo, che ha lanciato le liste Cinque Stelle (10% nella rossa Bologna!). Giornalisti come Marco Travaglio e i colleghi del Fatto quotidiano. Ma anche folle, piazze, categorie, territori in collegamento con il conduttore e gli ospiti in studio.

 

Il partito di Santoro non è solo il luogo di precipitazione dell’antiberlusconismo, ma è stato anche, in questi anni, la voce - una voce talora faziosa e unilaterale - delle mille realtà che l'informazione ufficiale tende a ignorare: penso, per fare l'esempio più clamoroso, alla protesta di un’intera regione, la Sardegna, vessata dallo zelo degli esattori del fisco (è un caso che, dopo 17 anni, il centrodestra abbia perso Cagliari?).

 

Sono dunque loro, Santoro e i suoi, i veri vincitori di questo passaggio elettorale?

 

A giudicare dai dati, mi sembra che si debba dire di sì. Se consideriamo i consensi ricevuti dalle liste di partito, le sole forze politiche che hanno sfondato sono quelle della protesta (Vendola e Grillo), una protesta fatta di populismo, idealismo, romanticismo anti-economico. Ed è forse non privo di significato che, fra le forze più tradizionali, a reggere non siano stati i partiti-cardine del sistema politico, gli assennati Pd e Pdl, ma i loro alleati più indisciplinati e riottosi, la Lega di Bossi e l'Italia dei valori di Di Pietro.

 

Così lo scenario che il voto ci consegna è più ricco di interrogativi che di certezze. Berlusconi ha perso, ma solo il partito di Santoro ha vinto. Questa è certamente una buona notizia per i molti nemici di Berlusconi, ma non è detto che lo sia per il centrosinistra. A mio parere, infatti, il ruolo storico del partito di Santoro è sempre stato duplice: avvicinare il momento dell’uscita dal berlusconismo, allontanare il momento in cui il centrosinistra saprà prendere in mano il destino dell’Italia; rendere più probabile la caduta del centrodestra, rendere più difficile la sua sostituzione con un governo di centrosinistra.

 

Oggi siamo a un bivio cruciale. La vittoria del centrosinistra rende più probabile la caduta del governo. La «gioiosa macchina» da guerra con cui ci stiamo preparando alla defenestrazione di Berlusconi rende più probabile l’eventualità che quella di oggi, alla lunga, si riveli una vittoria di Pirro. Perché domani, quando Berlusconi sarà uscito di scena, il gioco sarà diverso da quello del «ventennio» berlusconiano: non più uno scontro fra berlusconiani e anti-berlusconiani, ma il confronto fra una destra e una sinistra entrambe deberlusconizzate. E a quel punto quel che conterà non sarà (solo) chi ha buttato giù Berlusconi, ma chi ha le carte più in regola per prendere il timone della nave.

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A me Berlusconi non piace, ma un minimo di persecuzione mi sa che c'è davvero... Se continuano così lo voto. Giuro.   Va bene che è un politico poco risolutivo e che non ha fatto tutto quello che g

Allora mettiamo qualche puntino sulle i perché sinceramente mi sono rotto di assistere a continui ribaltamenti della realtà.   La discussione è partita as usual tra me e Keitaro. Io dicevo di esse

Abbiamo smacchiato il giaguaro :D

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un articolo ricco di spunti di riflessione: Il vincitore nascosto delle elezioni di Luca Ricolfi (La Stampa)

Berlusconi voleva politicizzare le elezioni amministrative, voleva farne una sorta di giudizio di Dio su di sé e sul governo. C'è riuscito perfettamente, e ha perso anche per questo. Sconfitta chiara, campale e logica. Su questo non ci sono molti dubbi.

 

I dubbi, invece, cominciano quando si cambia la domanda. Se anziché chiederci «chi ha perso?» proviamo a chiederci «chi ha vinto?», tutto si complica. Perché di vincitori ce ne sono fin troppi, e forse nessuno lo è fino in fondo. Vediamoli tutti, questi vincitori presunti. Il primo a passare all’incasso è ovviamente il Partito democratico. Per Bersani e per i suoi è evidente che il vento è cambiato, che anche il Nord non si fida più del centro-destra, che il Paese è pronto a cambiare governo (e infatti ieri Bersani ha chiesto le dimissioni di Berlusconi).

 

E tuttavia il conto delle amministrazioni vinte, indubbiamente favorevole al Pd e ai suoi scalpitanti alleati (Di Pietro e Vendola), al momento non segnala un apprezzabile rafforzamento del partito di Bersani, la cui forza sembra tuttora abbondantemente al di sotto di quella che aveva nel 2008, ai tempi della corsa (quasi) solitaria di Veltroni.

 

Soddisfatti del risultato paiono anche i leader del Terzo polo, che molto avevano puntato su una sconfitta di Berlusconi, vista come precondizione per superare l’assetto bipolare del sistema politico uscito dalla seconda Repubblica. Anche qui, però, c'è un problema: è vero che, almeno rispetto alle Politiche del 2008, i due partiti maggiori - Pdl e Pd - si sono entrambi indeboliti a favore dei rispettivi alleati, ma i loro voti sono confluiti sulle liste civiche e sui partiti più arrabbiati, non certo sui partitini di Casini, Fini e Rutelli. La percentuale di consensi di Udc, Fli, Api uscita dalle urne è di poco superiore a quella della sola Udc nel 2008. Il che, a mio parere, indica una cosa soltanto, e cioè che a distanza di quasi mezzo secolo resta vera la spietata diagnosi di Giovanni Sartori, secondo cui il nostro sistema politico non era e non è un caso di «bipartitismo imperfetto» bensì un caso di «pluralismo polarizzato». Gli spiriti animali dei nostri politici spingono alla contrapposizione, alla frammentazione e all’estremismo, non certo al confronto fra due grandi partiti egemoni sui rispettivi alleati. Viste da questa prospettiva le elezioni del 2011 sembrano infrangere sia i sogni dei nostalgici della prima Repubblica, sia quelli dei vagheggiatori della seconda. A quanto pare gli italiani non si lasciano sedurre né dai due partiti maggiori, Pdl e Pd, né da chi vorrebbe superarli in nome di un «grande centro», rifugio dei moderati e delle persone assennate.

 

Resterebbe il cosiddetto «partito di Santoro», quello degli ospiti eccellenti della trasmissione Anno Zero. Partiti e leader di partito, come Di Pietro e Vendola. Agitatori come Beppe Grillo, che ha lanciato le liste Cinque Stelle (10% nella rossa Bologna!). Giornalisti come Marco Travaglio e i colleghi del Fatto quotidiano. Ma anche folle, piazze, categorie, territori in collegamento con il conduttore e gli ospiti in studio.

 

Il partito di Santoro non è solo il luogo di precipitazione dell’antiberlusconismo, ma è stato anche, in questi anni, la voce - una voce talora faziosa e unilaterale - delle mille realtà che l'informazione ufficiale tende a ignorare: penso, per fare l'esempio più clamoroso, alla protesta di un’intera regione, la Sardegna, vessata dallo zelo degli esattori del fisco (è un caso che, dopo 17 anni, il centrodestra abbia perso Cagliari?).

 

Sono dunque loro, Santoro e i suoi, i veri vincitori di questo passaggio elettorale?

 

A giudicare dai dati, mi sembra che si debba dire di sì. Se consideriamo i consensi ricevuti dalle liste di partito, le sole forze politiche che hanno sfondato sono quelle della protesta (Vendola e Grillo), una protesta fatta di populismo, idealismo, romanticismo anti-economico. Ed è forse non privo di significato che, fra le forze più tradizionali, a reggere non siano stati i partiti-cardine del sistema politico, gli assennati Pd e Pdl, ma i loro alleati più indisciplinati e riottosi, la Lega di Bossi e l'Italia dei valori di Di Pietro.

 

Così lo scenario che il voto ci consegna è più ricco di interrogativi che di certezze. Berlusconi ha perso, ma solo il partito di Santoro ha vinto. Questa è certamente una buona notizia per i molti nemici di Berlusconi, ma non è detto che lo sia per il centrosinistra. A mio parere, infatti, il ruolo storico del partito di Santoro è sempre stato duplice: avvicinare il momento dell’uscita dal berlusconismo, allontanare il momento in cui il centrosinistra saprà prendere in mano il destino dell’Italia; rendere più probabile la caduta del centrodestra, rendere più difficile la sua sostituzione con un governo di centrosinistra.

 

Oggi siamo a un bivio cruciale. La vittoria del centrosinistra rende più probabile la caduta del governo. La «gioiosa macchina» da guerra con cui ci stiamo preparando alla defenestrazione di Berlusconi rende più probabile l’eventualità che quella di oggi, alla lunga, si riveli una vittoria di Pirro. Perché domani, quando Berlusconi sarà uscito di scena, il gioco sarà diverso da quello del «ventennio» berlusconiano: non più uno scontro fra berlusconiani e anti-berlusconiani, ma il confronto fra una destra e una sinistra entrambe deberlusconizzate. E a quel punto quel che conterà non sarà (solo) chi ha buttato giù Berlusconi, ma chi ha le carte più in regola per prendere il timone della nave.

 

 

Pienamente daccordo...io, tolta la gioia della catastrofe berlusconiana, che può esser paragonata ad una vittoria dei lakers sui celtics, sono molto preoccupato...qui siam di fronte a due facce della stessa medaglia...il mondo berlusconizzato in cui è tutto un parlarsi addosso...pare assurdo ma, ultimamente mi trovo spesso a familiarizzare con i discorsi che sento fare a Casini.....Casini.....dove è il pd? Dov'è quella forza di centro-sinistra moderata che deve rappresentare una forza di governo? Prende pallonate da tutte le parti...a destra e a sinistra...in ogni caso bersani mi sta piacendo più di quel che pensavo....sarà stato Crozza....

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Acqua pubblica? Bersani dice sì, ma mezzo comitato per il No è del Pd.

 

Nigma, è QUESTO il Pd che detesto.

E' questo il Pd che vuole allearsi con i centristi per non cambiare nulla nelle loro seggioline.

E' questo il Pd che NON sta dalla parte dei cittadini.

E' questa la parte di centrosinistra che non ha NULLA di sinistra.

Ed è questo il PdmenoL.

 

Poi c'è la parte sensata e buona del Pd, quella che ha capito e vuole assecondare la volontà e le esigenze dell'elettorato.

 

Ma QUESTA parte è quella ipocrita, che è lì solo per fame di voti (e di seggiolini). E quella parte D'Alemiana, da qui viene anche Bersani del resto, che vuole cambiar qualcosa per non cambiare NULLA. E' su questo punto che Grillo ha PIENAMENTE ragione; poi lui esagera, butta anche il salvabile e il buono perchè deve fare la voce fuori dal coro sempre. Ma quando parla di quella parte di Pd (che è poi quella che prende grossa parte delle decisioni purtroppo), non sbaglia di una virgola.

 

Ieri ho letto un editoriale interessantissimo sul Fatto Quotidiano. Parlava di D'Alema che in un'intervista a Repubblica diceva che fosse necessaria un'alleanza con i centristi.

L'editorialista faceva notare come questo fosse il centrosinistra dei patteggiatori.

 

Nel momento di maggiore difficoltà del Pdl, cosa pensa la parte del Pd maggiormente autoritaria?

Pensa forse di dare la spallata decisiva e decisa al Governo, sfruttando l'alleanza con il centrosinistra? NO!

Pensa a riunirsi con i moderati del Terzo Polo per portare a compimento l'agenda politica.

 

Scena già vista. E parte del centrosinistra già visto.

Finchè ci sarà la vecchia classe dirigente guidata da quel verme di D'Alema (il signorotto nobile comunista), il centrosinistra non avrà speranze di:

A)Guidare una legislatura.

B)Finire una legislatura.

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Previsioni dell'ultima ora: secondo voi lo raggiungiamo il quorum?

 

Temo di no

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no. ma proviamoci.

 

poi con quelal cosa degli italiani all'estero e del 58% reale come è finita?

Esatto proviamoci, anche perchè il quorum è più vicino che in qualunque altro referendum da 15 anni a questa parte. Se ce n'è uno che può passare è proprio questo!

 

La storia degli italiani all'estero, in pieno stile italiano, è ancora sospesa. Non mi stupirei che decidessero (deve decidere il viminale) DOPO aver visto i dati di affluenza di questi due giorni.

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Ma io come michia posso votare? ho provato a guardare sul sito del ministero ma ovviamente non si capisce niente!

Prova a vedere qui Mamba!

Referendum 12-13 giugno

 

Se vai giù, c'è "IL VOTO DEI CITTADINI RESIDENTI ALL'ESTERO".

Prova a vedere.

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Guest Nigma
Meteo: il Tg1 risponde alle accuse

Sabato 11 giugno 2011

 

Il Meteo del Tg1 a cura di Valentina Bisti

 

Il Meteo del Tg1 di oggi si era chiuso con un consiglio piuttosto strano a organizzare una giornata al mare invece che in montagna, che era stato duramente attaccato da un senatore del Pd.

Attraverso il suo sito ufficiale, il Tg1 risponde, con toni che siamo abituati a leggere sul sito di Striscia la notizia piuttosto che su quelli di un vero Tg1. Ecco il titolo e il testo del comunicato.

 

Se il Pd s’attacca pure al Meteo del Tg1 - Ridicola polemica del partito di Bersani, puntualmente rilanciata dai siti online dei quotidiani.

 

Sostiene il Pd (e rilanciano con grande strombettio i siti online dei quotidiani) che “il Tg1 invita ad andare al mare nel giorno del referendum”. Figurarsi. Semplicemente, nello spazio meteo dell’edizione delle 13 e 30 abbiamo osservato che, viste le previsioni del tempo per domani, “meglio organizzare una giornata al mare, perché in montagna sarà facile trovare un po’ di pioggia”. Per il partito di Bersani questo sarebbe un invito a disertare le urne. Niente di più ridicolo. L’unica cosa che dobbiamo tristemente constatare è che, ancora una volta, il Pd ha tentato di intimidire il Tg1.

 

Davvero, il tono poco si addice a un comunicato ufficiale di un tg. Del resto, che l’invito finale avrebbe suscitato polemiche, era facile immaginarlo. Non sarebbe stato più semplice e più elegante, semplicemente, evitare e fare una chiusura asettica come al solito?

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