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l'unico partito che negli ultimi vent'anni ha fatto (tra tante vaccate e vigliaccherie) le uniche cose positive è un problema?

Tipo Mussolini con le bonifiche? xD

 

Ma per favore...

 

quelle vaccate hanno permesso, oltre ad essere delle vaccate in se e per se, di fare il triplo delle vaccate a Berlusconi...insomma qualsiasi male dell'ultimo ventennio è imputabile al centro"sinistra" italiano. Direttamente o indirettamente non fa differenza.

 

Poi uno è libero di votare quello che vuole, ma almeno ne sia consapevole senza raccontarci ma soprattutto raccontare a se stesso la favoletta del "le uniche cose buone le han fatte loro" perchè dietro a quei due fiorellini profumati che hanno piantato c'è una montagna di merda.

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A me Berlusconi non piace, ma un minimo di persecuzione mi sa che c'è davvero... Se continuano così lo voto. Giuro.   Va bene che è un politico poco risolutivo e che non ha fatto tutto quello che g

Allora mettiamo qualche puntino sulle i perché sinceramente mi sono rotto di assistere a continui ribaltamenti della realtà.   La discussione è partita as usual tra me e Keitaro. Io dicevo di esse

Abbiamo smacchiato il giaguaro :D

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Sei libero di pensarla come vuoi, ma secondo me è falso.

Paragoni il centrosinistra italiano a Mussolini? Non è che mi invogli proprio a rispondere seriamente...

 

Versione iperbreve:

C'è tanta merda, mucchi di niente, porcate non sanate e vigliacche dilazioni, ma anche qualcosa di buono.

Le montagne di merda, la legge elettorale, le schifezze e le misure truffa a "scoppio ritardato" le ha fatte la destra. Senza neanche UNA cosa buona.

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Sei libero di pensarla come vuoi, ma secondo me è falso.

Paragoni il centrosinistra italiano a Mussolini? Non è che mi invogli proprio a rispondere seriamente...

 

Versione iperbreve:

C'è tanta merda, mucchi di niente, porcate non sanate e vigliacche dilazioni, ma anche qualcosa di buono.

Le montagne di merda, la legge elettorale, le schifezze e le misure truffa a "scoppio ritardato" le ha fatte la destra. Senza neanche UNA cosa buona.

Ero indeciso se mettere la battuta su Mussolini o no......e infatti!

 

Le non leggi della sinistra hanno permesso di governare a Berlusconi. In altri paesi uno come berlusconi non avrebbe messo piede in parlamento perchè le opposizioni non lo avrebbero permesso, con le leggi non a parole.

 

La non risoluzione del conflitto d'interessi e la non applicazione della legge 361 del 57' hanno permesso a questo personaggio di fare tutto quello che ha fatto. Avrebbero potuto rimediare in altre occasioni ma non l'hanno fatto.

 

Si chiama Istigazione a delinquere.

 

Io di un delinquente non mi fido e non gli metto in mano una pistola, se invece al contrario gli do la pistola e gliela carico anche poi non mi posso lamentare se quello è andato in giro a fare stragi!

 

La colpa è di chi ha sparato, certo, ma quello che gli ha dato la pistola......

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Quindi il mio voto per l'idea di un governo di sinistra stabile, accettando il rischio che possa essere vuotismo da ala sociale della DC, sostenendo il candidato che dovrebbe produrre processo di miglioramento dell'unico partito che negli ultimi vent'anni ha fatto (tra tante vaccate e vigliaccherie) le uniche cose positive è un problema? Mentre il tuo di aver votato un populista mezzo fascista per "dare una scossa" e che poi non ha ancora fatto mezza azione legislativa signiicativa non lo è? Ok.

Kei avrei scritto "imperdonabile" e che non lo torno a votare (mezzo fascista?!? dai cerchiamo di essere seri...); Grillo non avevo modo di sapere come si sarebbe comportato e gli ho dato (erroneamente) fiducia; a Renzi non la do per il semplice motivo che (e l'ho già scritto) ha modo di dimostrare, da Segretario del partito di maggioranza, cosa vuol fare e come trasformare in realtà i tanti fantastici slogan che ha sparato, berlusconianamente, in questi mesi. Oggi non lo voterei, se dimostrerà di meritare il mio voto se lo dovrà guadagnare ed io ammetterò il mio errore di valutazione.

 

 

E’ un momento di grande amarezza quello in cui si è costretti a prendere parte fra persone che si è sempre rispettato e ammirato e che sono entrate in conflitto fra loro (una delle due ha attivato il processo) su questioni di fondo, che riguardano i principi che ci hanno sempre guidato nella vita (anche se non abbiamo saputo essere sempre all’altezza ) e la storia da cui siamo nati.

Ma proprio perché c’è amarezza e dolore  e perché la posta in gioco è così alta, non si può tacere e trovare nel silenzio il sollievo del distacco.

Lo scontro tra Eugenio Scalfari e Barbara Spinelli è qualcosa che va ben oltre la rottura di un’antica amicizia. Esso coinvolge in pieno il giudizio morale e politico che si dà sulle istituzioni del nostro Paese, sulle radici del distacco fra la società e i partiti, su cosa sia stato il berlusconismo e come e se e da chi sia stato ostacolato. E su come si debba agire oggi, in questi giorni difficilissimi, con lo spettro di nuovi fascismi, di violenze e bieche rivendicazioni.

Per questo non si può tacere. Per questo dico che Barbara Spinelli ha ragione e che il mio amato direttore, l’uomo che per tanti anni mi ha guidato nell’ingannevole realtà della comunicazione, ha torto. Sbaglia non solo nel giudizio politico ma anche in quello di fondatore del giornale su cui oggi scrive Barbara.

Cosa c’è all’origine di tutto? Due sono in sostanza le contestazioni. Dice Scalfari di aver ascoltato gli appunti di un incontro tra Barbara e il presidente Napolitano “affidati alla “recitazione” di Travaglio”. Inoltre accusa la giornalista di essersi espressa a sostegno della possibilità di “sperimentare” il grillismo.

E’ chiaro che il problema è uno solo: Scalfari è tra coloro che pensano che il Quirinale in questi anni sia stato senza peccato nel compito di presiedere il Paese, che anzi sia stato un baluardo contro derive di ogni genere e che lo sia tuttora.

La Spinelli ha seguito invece la vicenda italiana con un distacco che spesso si è fatto voce critica nei confronti del Quirinale. Non solo per la gestione della vicenda  della trattativa indagata dalla Procura di Palermo, ma anche per il modo in cui sono state contrastate in tempi diversi le reazioni alle iniziative legislative di Berlusconi. Napolitano incontra Barbara il 26 gennaio 2009 e un resoconto di quel colloquio è raccontato nel prologo di “Viva il Re!” di Marco Travaglio.

Non è stato facile in questi anni criticare Giorgio Napolitano: l’establishment romano immediatamente ha fatto quadrato, ha accusato ogni critica di populismo e ha sospinto con durezza ogni criticità nel recinto dell’antipolitica. Qualcosa di simile è accaduto anche a Libertà e Giustizia. Lo testimoniano i riferimenti alla nostra associazione negli articoli di Emanuele Macaluso, gli affettuosi avvertimenti di vecchi amici. Altri amici che si allontanavano improvvisamente, come se il “richiamo” fosse un qualcosa di definitivo, senza appello, né voglia di ascoltare spiegazioni. Certo sarebbe facile dire che alla base di tutto c’è proprio il giudizio su Berlusconi, sulla pericolosità di non affrontarlo nettamente e duramente, sui “no” che non sono stati detti, sulle brecce aperte e lasciato che si allargassero sempre di più. Per arrivare, come si è arrivati, alla finta pacificazione nazionale impersonata dalle larghe intese. Fino ad arrivare alla sollecitazione a cambiare la Costituzione in parti fondamentali, persino a consentire che tutto avvenisse senza tener conto dell’articolo 138, somma garanzia della nostra Carta.

Abbiamo, anche noi di LeG, avuto i nostri “scontri”, i messaggi da parte di vecchi, cari amici. Abbiamo cercato di rispondere solo ai nostri soci, alle loro critiche e ai loro apprezzamenti, e alla nostra coscienza.

Ma attaccare la giornalista Spinelli nel fondo domenicale del suo giornale… con quelle parole e quelle motivazioni… direttore, perché l’hai fatto? Esistono dei bavagli leciti e dei bavagli illeciti? Esiste qualcuno al di sopra di ogni giudizio, di ogni sospetto, di ogni voce critica e non nemica?

L’epoca che stiamo attraversando non è già abbastanza barbara senza che arrivino scomuniche e amarezze di questo genere? Che speranza può esserci di tornare a essere un Paese democratico quando si chiede alle voci migliori di tacere, in quanto inopportune e certamente ignoranti?

Caro direttore, so che tuo padre ti portò giovanetto nello studio di Mario Ferrara e a lui ti affidò perché seguisse i tuoi primi passi. Mario Ferrara, che ricordando Giovanni Amendola nel 1956 scrisse la più bella definizione del giornalismo e perdonami se qui la riporto : “Che cos’è in fondo un giornale? Molti di voi non lo sanno, molti di voi lo apprenderanno forse un giorno… Un giorno, se in quelle pagine che escono, in quelle poche parole irte di errori di tipografia, se in quei fogli alita spirito di verità, una volontà di credere e di sperare, essi si difenderanno e saranno un alimento e una speranza per tutti. Se viceversa essi conterranno la subdola menzogna, essi saranno un atroce veleno che ancor prima dell’avvento del fascismo e in venti anni di dittatura fascista ha avvelenato le coscienze degli italiani”.

I tempi bui che forse ci aspettano hanno anche oggi bisogno di spirito di verità. Le menzogne sono il veleno. (http://www.libertaegiustizia.it/2013/12/16/i-tempi-bui-e-lo-spirito-di-verita/)

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mezzo fascista?!? dai cerchiamo di essere seri...

 

Hai ragione etimologicamente e culturalmente è proprio fascista in pieno. Parzialmente solo se si considerano le proposte.

 

Non hai risposto sulla parte importante del post, dove (alla buona) provo a mostrare come di chiunque si può trovare qualcosa che non va. Perchè il mondo fa schifo e perchè quelli davvero onesti non diventano MAI "qualcuno".

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di chiunque si può trovare qualcosa che non va. 

L'ovvio è quello che non si vede mai finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità. (K. Gibran)

Non mi pareva quindi il caso di rispondere.

La mio opinione su Renzi è che è una splendida scatola vuota; ed io non riesco ad appassionarmi al contenitore.

Poi magari si rivelerà per un diamante incastrato in un angolo della scatola e (SOLO) a quel punto reciterò il mea culpa. Da segretario del partito di maggioranza (e sono tre) non avrà molta difficoltà a dimostrarsi... diamante.

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Grazie Papero,grazie,meraviglioso.Se non mi convince nessuno a sinistra non capisco perchè devo ingoiare a forza una minestra (riscaldata) che non mi piace.Mi deve andare bene la Reunion della Democrazia Cristiana capeggiata da un verme come Renzi,l'uomo che salì ad Arcore? :facepalm:

Col cazzo che lo voto.Col cazzo,lui e il Pd.E la chiudo qui perchè ho letto delle boiate clamorose sul Pd sulle quali preferisco soprassedere per non iniziare sterili duelli.Continuerò,coerentemente,col mio non voto,neanche a Vendola.Sperando che nessuno faccia la morale...

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Grazie Papero,grazie,meraviglioso.Se non mi convince nessuno a sinistra non capisco perchè devo ingoiare a forza una minestra (riscaldata) che non mi piace.Mi deve andare bene la Reunion della Democrazia Cristiana capeggiata da un verme come Renzi,l'uomo che salì ad Arcore? :facepalm:

Col cazzo che lo voto.Col cazzo,lui e il Pd.E la chiudo qui perchè ho letto delle boiate clamorose sul Pd sulle quali preferisco soprassedere per non iniziare sterili duelli.Continuerò,coerentemente,col mio non voto,neanche a Vendola.Sperando che nessuno faccia la morale...

Amore, scrivo solo per renderti felice... :asd

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Quali sono stati i più grandi errori del Movimento 5 Stelle da febbraio a oggi? Avere sbagliato quasi tutto nei primi due mesi, complici due portavoce (Lombardi e Crimi) che legittimamente non potevano sopportare una tale responsabilità improvvisa. Non aver fatto il famoso nome (Rodotà, Settis o Zagrebelsky) al secondo giro di consultazioni, dopo il fallimento di Bersani. E avere analogamente giocato di sponda, e di attesa, quando Letta sembrava prossimo a cadere.

E’ ovvio che nulla sarebbe cambiato concretamente, perché Napolitano non concepisce nemmeno l’idea di avere M5S al governo e perché il Pd mai li ha cercati davvero: fare nomi e dimostrare di essere comunque pronti a governare, avrebbe però tolto molti alibi al Partito Democratico e avrebbe disinnescato buona parte delle accuse di inutilità parlamentare dei 5 Stelle, che secondo l’accusa “sanno dire solo no”.

Lo stesso errore è stato compiuto quando, usando la stessa parola con cui ormai 25 anni fa demolì Jovanotti (non a caso guru renziano) a Sanremo, Grillo e Casaleggio hanno definito “scoreggina” le proposte di Matteo Renzi. Proposte perlopiù farlocche e furbette, con l’autogol titanico del baratto vile sui “rimborsi elettorali”, già abrogati nel ’93 da un referendum quando si chiamavano per quel che sono (finanziamento pubblico): Renzi deve ridarli a prescindere, non in cambio di un ricatto democristiano. Con quel gesto, che Renzi ha provato ieri a difendere goffamente attraverso il monologo balbettante #Matteorisponde (più o meno la versione contemporanea dei filmati dell’Istituto Luce), il neosegretario Pd e sindaco a tempo perso di Firenze si è dato la zappa sui piedi. E Grillo come Civati hanno avuto buon gioco a zimbellarlo.

Renzi non ha però detto solo questo. In maniera molto confusa, che è poi la sua cifra politica, ha vagheggiato il taglio di 1 miliardo di costi della politicaDalla sua parte ha quasi tutta la stampa, che lo ha già santificato. E dalla sua parte ha il più grande partito italiano, che pur di vincere si è consegnato mani e piedi all’idolo di Lele Mora e Briatore. Grillo, ma più in generale il M5S, doveva e deve vedere le carte che ha in mano Renzi. L’ho scritto domenica dopo il discorso di Renzi e prima della risposta di Grillo, lo ha ribadito martedì Travaglio su questo giornale. Cos’ha da perdere il M5S dimostrandosi disponibile? Nulla. Se ottiene le riforme, ha vinto. Se Renzi bluffava, lo smaschererà.

Dire “torniamo al voto col Mattarellum” non vuol dire una mazza e serve solo a esaltare la parte marginale e caricaturale duropurista del Movimento. Il Mattarellum non tornerà mai, lo ha ripetuto anche il Presidente del Senato Grasso. Casomai tornerebbe il proporzionale puro del 1992. Renzi ha in mente un doppio turno che garantisca il bipolarismo spietato, cioè la morte del M5S e la finta alternanza tra Renzi e Renzi. Naturale che i 5 Stelle non possano volere la stessa legge elettorale del Mister Bean di Rignano sull’Arno convinto d’esser Fonzie, ma devono comunque provare a cercarne una condivisa (se esiste): si dice di no dopo averci provato, non prima.

Le Province da abolire? Il M5S le vuole da sempre, Renzi molto meno perché ha fatto il Presidente di Provincia cinque anni, durante i quali si è preso anche una condanna in primo grado per danno erariale dalla Corte dei Conti e altre indagini (per esempio sui 20 milioni sperperati dal 2004 al 2009; per esempio sui 100mila euro polverizzati per il compleanno della Pimpa; per esempio sui 70mila euro che avrebbe avuto dall’ex tesoriere della Margherita Lusi. Renzi ha sempre smentito). Sugli altri tagli alla politica, Grillo è d’accordo. Giusto ieri c’è stato il secondo Restitution Day (non risulta che i parlamentari Pd abbiano organizzato un evento analogo): perché, allora, dire di no?

E’ innegabile che Renzi e 5 Stelle si detestino. Il vero bipolarismo, al momento, è questo: o Pd, o M5S. La guerra elettorale, al momento, è qui. Altro che Alfano, Gasparri e Casini. Entrambi devono però capire che, prima dello showdown, devono fare un tratto di percorso insieme. Napolitano detesta entrambi e così buona parte del Pd. Ulteriore motivo per provare a dialogare con Renzi: lavorando con lui, il M5S metterebbe in difficoltà l’apparato del Pd, che senza i “rimborsi elettorali” morirebbe e che dopo il “no” di Grillo si è sentito come miracolato e ha certo brindato (a gazzosa e cedrata, ma ha brindato).

Rispetto a marzo, quando la Lombardi tentò involontariamente di uccidere il suo Movimento sboroneggiando con Bersani in streaming tra un “noi siamo le parti sociali” e un “mi sembra di stare a Ballarò”, molto è cambiato e i parlamentari 5 Stelle hanno dimostrato di saper costruire oltre che distruggere: senza di loro, per esempio, la Costituzione sarebbe stata allegramente sventrata dai Boccia e Quagliariello vari. Chi, in vent’anni di non-sinistra non-antiberlusconiana, ha avuto il coraggio di dire le cose che hanno pronunciato alla Camera i Villarosa e al Senato le Taverna? Nessuno. Se però Grillo dice “no” ogni volta che passa un treno, la sensazione di stare sempre fermi in stazione a guardar viaggiare gli altri, dando al massimo uno schiaffo ogni tanto ai passeggeri come Tognazzi in Amici miei, diventerà un’immagine indelebile più che una sensazione errata.  

 

Andrea Scanzi su http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/18/m5s-il-rischio-eterno-di-grillo-dire-sempre-no/818021/

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No ma non è di parte Scanzi! E non è il quotidiano dei 5 stelle il fatto quotidiano!

Che mestizia, sono tutti uguali, tutti. Si cerca di buttare sempre merda, mai di mediare.

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No ma non è di parte Scanzi! E non è il quotidiano dei 5 stelle il fatto quotidiano!

Che mestizia, sono tutti uguali, tutti. Si cerca di buttare sempre merda, mai di mediare.

Mettiti nei suoi panni però, l'ultima volta ha scritto qualche parola fuori posto nei confronti del DVX Grillo e per poco non finiva alla gogna mediatica nel blog di quest'ultimo pure lui :asd
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E ciò che vuol dire? Che Scanzi è senza palle e che da fido cagnolino si è rimesso subito a leccargli i piedi.

 

Voglio un maledetto commissariamento europeo per l'Italia.

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No ma non è di parte Scanzi! E non è il quotidiano dei 5 stelle il fatto quotidiano!

Che mestizia, sono tutti uguali, tutti. Si cerca di buttare sempre merda, mai di mediare.

Fossero tutti così i quotidiani, magari.

 

Non è che cercano di buttare merda, quella è già li. Sono gli altri giornali che fanno finta di non vederla.

 

Tra l'altro non capisco a che pro dovrebbe leccargli i piedi. Forse ciò che scrive è realmente quello che pensa? Mai passato per la testa?

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Io sono arrivato ad una conclusione recentemente. Non è che Travaglio/Gomez/Padellaro/Scanzi etc "leccano il culo" per convenienza. Forse anche un pochino visto i contratti per libri e gli spettacoli teatrali sostenuti dalla Casaleggio associati, ma io penso che non siano COSI' venduti. Tipo Travaglio la scorsa campagna elettorale andava a dire in TV che ci voleva "la galera" per gli evasori fiscali, è così imbecille da non vedere che il 50% dell'elettorato 5S è gente da "contante libero e evasione di sopravvivenza"? Naturalmente no, fa finta di non vederlo. Secondo me perchè c'è proprio una scelta politica: avendo perso qualunque speranza che la sinistra possa cambiare qualcosa sono disposti a "imbracciare" la causa di Grillo e a essere più morbidi su tutte le criticità, sperando che da "ideologi" del movimento potranno, quando il M5S andrà al potere direttamente o indirettamente, "indirizzarli" verso le "giuste" riforme.

 

Quello che non capiscono, o capiscono solo in certi momenti, è che innanzitutto i ruoli di ideologi del movimento sono già stati assegnati e, cosa più importante di tutte, che storicamente gli intellettuali che hanno sostenuto movimenti così borderline nella speranza di guidarli verso il "bene" sono finiti molto male. E le nazioni relative ancora peggio.

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Sì ma da certe menti più o meno illuminate mi aspetto che si rendano conto di quanto Mussoliniano e Staliniano sia il comportamento di Grillo e Casaleggio.

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Sì ma da certe menti più o meno illuminate mi aspetto che si rendano conto di quanto Mussoliniano e Staliniano sia il comportamento di Grillo e Casaleggio.

 

Se ne accorgono. Ma queste situazioni ci sono fin dall'antica Roma, la speranza/tentazione per alcuni intellettuali di "dare una scossa" usando la forza di un populismo non è certo solo novecentesca.

Chiamo il dott. Dandi a corroborare questo piccolo schizzo storiografico, ma se analizziamo moltissime derive eversive nel corso della storia troviamo sempre questi fattori:

_ situazione economico-sociale allo sbando

_ povertà dilagante in ceti prima non in crisi

_ una parte della società continua a prosperare tenendolo accuratamente nascosto

 

In tutto questo si presenta un movimento/partito/uomo forte con queste caratteristiche:

_ rifiuto e rigetto di tutto lo stato e i suoi rappresentanti

_ promesse di soldi in tasca a chi sta male SUBITO, costi quel che costi, ma senza toglierli a chi li ha

_ identificazione di un nemico esterno a tutto il tessuto sociale

_ miscela di argomenti sia conservatori (nazionalismo, xenofobia, anti-statalismo e anti-imposte) che progressisti (concessioni ai meno abbienti)

_ attenta scelta di battaglie che non scatenino mai controversie tra i sostenitori

_ alternanza di toni suadenti ed ecumenici a scatti squadristi e intimidatori (sempre più frequenti all'aumentare del successo)

_ rapporti "a boomerang" con le persone che da sostenitori osannati si sono sfilati e diventano i peggiori nemici

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Ma se in Italia un movimento minuscolo come quello dei Forconi subisce già spaccature (sono almeno 3 i fronti fin qui), come si può sperare che i grandi partiti o movimenti trovino un accordo per il Paese? :facepalm:

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