JAYWILL_22 1,137 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Votatelo eh! Ma chi cazzo sono? :nono Link to post Share on other sites
Valiero24 1,112 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Ma chi cazzo sono? :nono Ci deve essere lo zampino di Pittbull Link to post Share on other sites
No Concept 660 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Questo USEI non è comunque un illustre sconosciuto: Alle elezioni del 2013 l'USEI conquista un seggio alla Camera dei Deputati, mandando in Parlamento non il fondatore del movimento Eugenio Sangregorio ma Renata Bueno, una italo-brasiliana, figlia di Rubens Bueno, un politico brasiliano del Partito Popolare Socialista. Chissà che manovre ci sono dietro sta lista civetta. Link to post Share on other sites
verdastro 381 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Tra l'altro Bueno di nome e di fatto Link to post Share on other sites
JAYWILL_22 1,137 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Ci deve essere lo zampino di Pittbull Naa, lui non è sicuramente gobbo, adora la patata - lo desumo dai suoi video -, è vero, ma è centro-nord americano e mi sembra un tipo razzista verso i "meridionali d'america". :D C'è qualche giro strano, ha ragione no concept, comunque complimenti per il coraggio...io avrei vergogna a presentarmi in quella lista (scherzi a parte, indipendentemente dal forza juve o forza roma....è triste proprio attrarre voti con questi stratagemmi buoni solo per i mono-neuronici sparsi per la penisola...che sono tanti, eh, per carità...) Link to post Share on other sites
JAYWILL_22 1,137 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Tra l'altro Bueno di nome e di fatto Giuro che non ne so niente, ma chissà perchè non avevo dubbi....e soprattutto ho un forte sospetto di quale coalizione facesse parte questo partitello da due soldi Link to post Share on other sites
JAYWILL_22 1,137 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Centro-destra, neh? Link to post Share on other sites
Heze 1,594 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Ho questa sensazione Link to post Share on other sites
JAYWILL_22 1,137 Posted April 7, 2014 Report Share Posted April 7, 2014 Ho questa sensazione Ora ho capito la filosofia politica di quello sporcaccione di benga Link to post Share on other sites
keitaro 4,103 Posted April 8, 2014 Report Share Posted April 8, 2014 Con tutta l'umiltà del mondo: come cavolo si fa a non dire che questa apertura del M5S alla sinistra PD è un giochetto da prima repubblica vergognoso? Tutto pur di killerare Renzi. Link to post Share on other sites
odino 1,263 Posted April 8, 2014 Report Share Posted April 8, 2014 Kei giudizio sui primi giorni del governo Renzi? Link to post Share on other sites
keitaro 4,103 Posted April 8, 2014 Report Share Posted April 8, 2014 Kei giudizio sui primi giorni del governo Renzi? Fa quel che riesce a fare. Io non sono ancora convinto sia stata una buona mossa andare al governo con tutti i parlamentari nominati dalle correnti che lo odiano, ma come ho scritto allora sono convinto che ci fosse almeno un poco di buona fede nel provare a cambiare qualcosa. Il giudizio dipendera' ovviamente dai risultati Link to post Share on other sites
COOPapERino21 1,595 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 La Stampa Zagrebelsky: l’appello forse è stato tranchant. Ma Renzi con noi è presuntuosoJacopo Iacoboni «La critica di Rusconi, tanto amichevole quanto severa, mi ha fatto molto riflettere». Pranzo a menu fisso col «professorone», 22 euro in due: arriviamo alla piola del cinema, due passi dietro il bellissimo campus di giurisprudenza a Torino, passeggiando lungo la Dora e parlando di tutto, da Renzi a Grillo alle riforme e ai «parrucconi».Cosa l’ha fatta riflettere delle parole di Rusconi, professore?«In primo luogo la contrapposizione tra le nuove generazioni, che hanno “una gran voglia di cambiare”, e noi vecchi. Rusconi su questo ha ragione».In che senso?«Esiste, nella contrapposizione, un elemento di biologia fisiologica. Viene un momento in cui i giovani dicono che tocca a loro, e noi siamo una palla al piede. Sotto certi aspetti questo è positivo. Tuttavia se è vero che l’insofferenza dei giovani ha il suo fondamento in un istinto vitale, non vuol dire che i vecchi debbano tacere, o peggio mettersi a fare i giovani. Il giovanilismo dei vecchi è una delle cose più disgustose. Ognuno faccia la sua parte».La vosta è quella dei professoroni? Lei si sente un professorone?«Ma è una parola di scherno. Ci gonfiano per poterci umiliare e cantar vittoria. Sono e mi sento un professore. Il mio habitat è l’Università, a contatto con gli studenti. Varie volte mi sono state offerete candidature. Ho sempre rifiutato perché la politica non fa per me. E’ cosa molto seria, e bisogna averne la vocazione. L’unico potere, per quelli come me o Rodotà, è dire ciò che si pensa. Mentre il dovere di un politico è ascoltare tutti; poi naturalmente tocca a lui decidere».Renzi non ascolta? L’ha incontrato?Due volte, non recentemente. Un paio di anni fa Carlin Petrini organizzò una cerimonia a Pollenzo, il conferimento delle lauree ai suoi studenti. C’eravamo Lella Costa, io e, per l’appunto, lui, chiamati a revocare la giornata della nostra laurea. Lo conobbi come un ragazzo brillante, nel quale allora, non avrei immaginato la vena di una certa presunzione che mi pare emerga ora e si manifesta con battute e frasi fatte al posto di argomenti».In che senso presunzione?«La presunzione consiste nella chiusura a ogni discussione, un atteggiamento che presuppone il possesso del criterio del bene e del male. Se ci fossero canali aperti di confronto, si farebbe tutti più strade: tutti, come si conviene in materia di Costituzione. Ma questo presupporrebbe una cosa, che manca, come ha detto Massimo Cacciari: la chiarezza d’un disegno generale del quale discutere».Davvero siete convinti che ci sia una svolta autoritaria in Italia?«La svolta autoritaria non è la riforma del Senato, un obiettivo marginale. E’ un insieme di elementi che formano un quadro inquietanti: la riduzione del Senato a un ibrido non politico; una legge elettorale che comprime il pluralismo con “soglie” assurde; deputati nominati dalle segreterie che faticano a mostrare la loro libertà di rappresentanti; il crollo dei partiti da cui emerge solo la leadership personale; una riforma strisciante, ma non dichiarata, della forma di governo; il rifiuto altezzoso delle mediazioni sociali, sostituite dalla presunta immedesimazione popolare. Ce n’è abbastanza, tanto più che la chiusura degli spazi della democrazia corrisponde a richieste d’interessi, che passano sopra la nostra testa».La critica che vi fa Rusconi è: perché non vi mettete in gioco? Magari per migliorare le riforme di Renzi.«Vuol dire che non siamo propositivi? Ecco la mia proposta: dimezzamento dei deputati; due senatori per regione, eletti direttamente tra persone con cursus honorum rispettabili; durata fissa e lunga senza rieleggibilità; poteri rivolti a contrastare la tendenza allo spreco di risorse comuni; controllo sulle nomine pubbliche e d’indagine sui fatti e sulle strutture della corruzione. C’è bisogno d’un organo che abbia lo sguardo lungo e, perciò, non sia sotto la pressione, o il ricatto, delle nuove elezioni».Perché l’idea di Renzi non funziona?«Scaricare integralmente l’avvio dell’iter legislativo sulla Camera ingolferebbe Montecitorio. Cambia, senza dirlo, l’articolo 138, che prevede due camere elettive nel processo di revisione della Costituzione. Crea un’assemblea eterogenea di amministratori di diverso livello e di uomini illustri non meglio qualificati».Sareste disposti a dialogare anche con voi con Renzi? L’appello non è una forma un po’ vecchia?«Ma chi ce lo chiede? Forse l’appello è stato tranchant, ma quali strumenti vede oltre l’appello? Il problema, dico a Rusconi, è che l’unico modo di mettersi in gioco, per Renzi, sembra essere quello di dire sì a Renzi. C’è un calcolo politico: se realizza le riforme lui sarà il riformatore; se non le realizza, si sarà creato un capro espiatorio, il nemico interno, il sabotatore: “non sono riuscito a causa loro” e la riforma apparirà ancor più ineludibile».E Napolitano? Raccontano che alcune vostre preoccupazioni siano anche le sue.«Mi limito a dire che chi apre la porta a questa riforma si assume una grade responsabilità per il futuro».Ci dica infine una cosa: ha notato che si è parlato tanto del vostro appello solo quando l’ha firmato Grillo?«Spesso mi chiedono se sono in imbarazzo per questo. Ma perché dovrei esserlo? In questo atteggiamento vedo un elemento d’intolleranza. Se qualcuno condivide le nostre posizioni è un bene. Per tutto il resto, vedremo». Link to post Share on other sites
verdastro 381 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Fa quel che riesce a fare..... Come tutti i predecessori insomma........ Link to post Share on other sites
verdastro 381 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Altro bel pezzo di Marietto http://phastidio.net/2014/04/09/la-rivoluzione-definitiva/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter Link to post Share on other sites
COOPapERino21 1,595 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Il Fatto Quotidiano Hombres horizontalesMarco Travaglio Siccome in Italia – come diceva Flaiano – “i fascisti sono una trascurabile maggioranza”, nessun intellettuale (o quasi) riesce a comprendere l’allarme di Zagrebelsky, di Rodotà e degli altri firmatari dell’appello di Libertà e Giustizia contro la “svolta autoritaria”. Infatti, dopo una settimana di ostracismo su tutti i tg e i giornali (tranne il nostro), l’appello e i suoi firmatari sono diventati il bersaglio di attacchi concentrici, insulti plenari e scomuniche trasversali che vanno dalla destra al centro alla sinistra. “Professoroni”, “tromboni”, “parrucconi”, “conservatori” (che – almeno a proposito della Costituzione del 1948 – è un meraviglioso complimento). Nessuno – a parte Michele Ainis sul Corriere – ha risposto nel merito alle loro obiezioni. Quasi tutti le hanno falsificate e caricaturate per poterle meglio ignorare e demolire. Qualcuno ha detto che è ridicolo definire “autoritaria” la riforma del Senato: infatti non è solo a quella che si riferisce l’appello, ma a un insieme di riforme scritte o annunciate che vanno tutte nella direzione di una democrazia verticale, sempre meno partecipata, dunque non più democratica. Proviamo a immaginare come sarebbe l’Italia fra qualche anno se tutto ciò che Renzi e i suoi alleati sparsi qua e là (Berlusconi, Casini, Alfano, qualche ex-M5S) hanno in mente diventasse legge. Il presidente della Repubblica sarà eletto (ancora) da un Parlamento di nominati. La Camera sarà (ancora) formata da deputati scelti da 3-4 segretari, padroni assoluti dei propri partiti con leadership sempre più personali e carismatiche, tagliando fuori qualunque minoranza che non voglia coalizzarsi e non superi l’8% o qualunque coalizione che non salti l’ostacolo del 12%. Il Senato, privo di poteri, sarà formato da governatori, consiglieri regionali, sindaci e amici del capo dello Stato, eletti per fare tutt’altro o non eletti tout court. Il premier sarà il boss dell’unico ramo del Parlamento che ancora può impensierirlo grazie a un premio di maggioranza mostruoso, che regala il 53% dei deputati anche se il partito-guida della coalizione vincente ha solo il 20% dei voti validi (cioè il 12-13% degli elettori), e incasserà entro 60 giorni il via libera obbligatorio a qualunque suo disegno di legge. Le province cambieranno soltanto nome e, a loro volta, non saranno più elettive, ma nominate dai soliti noti. Poi, se tutto va bene, si provvederà a rafforzare vieppiù i poteri del premier, consentendogli di sfiduciare i ministri quando pare a lui. Uno comanderà e gli altri eseguiranno, in un sistema mostruoso dove il potere sarà concentrato in pochissime mani (perlopiù due) e diventerà difficilmente scalabile e contendibile. Cosa resterà dei checks and balances, cioè dei pesi e dei contrappesi previsti dai testi sacri della democrazia liberale, dove i poteri sono separati e si controllano e si bilanciano l’uno con l’altro? Poco o nulla. Chi cita i sistemi presidenzialisti francese o americano non sa quel che dice: lì può addirittura capitare che il primo ministro o il presidente si ritrovino un Parlamento di colore opposto al loro. Cosa che in Italia sarebbe impensabile. Ma l’allarme sulla “svolta autoritaria” insita in questo accrocco di controriforme cade nel vuoto proprio perché l’Italia è già dominata da culture autoritarie: l’intellighenzia è cortigiana dal Rinascimento (anche se al posto di Lorenzo il Magnifico ci sono Renzi, la Boschi e Verdini). La democrazia verticale, per affermarsi, necessita di intellettuali orizzontali. L’anno scorso stuoli di giuristi di corte accorsero festosi alla chiamata di Napolitano&Letta per arruolarsi in comitati di “saggi” incaricati di devastare la Costituzione: e a nessuno venne in mente che quello scapicollarsi a Palazzo era la negazione del ruolo dell’intellettuale. Infatti Zagrebelsky, Rodotà & C. vengono scomunicati dai “colleghi” proprio perché non s’intruppano al servizio del potere: non sono abbastanza governativi. “Un giorno – per dirla ancora con Flaiano – il fascismo sarà curato con la psicoanalisi”. Link to post Share on other sites
keitaro 4,103 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Per carità di patria non vado indietro a prendere gli editoriali del Fatto quando Zagrelbersky diceva che bisognava far decidere la consulta sulla costituzionalità della legge Severino. Link to post Share on other sites
COOPapERino21 1,595 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Il patto e il sogno Sandra Bonsanti Sapevamo che prima o poi qualcuno ci avrebbe provato: a cercare di screditare LeG, come è stato fatto da chi ha diffuso in malafede il testo di una proposta di Rodotà del 1985. Non merita davvero di fermarsi sulla macchina del fango che deve tenere oliati i propri ingranaggi. Sappiamo invece che il manifesto “Verso la svolta autoritaria” pubblicato sul nostro sito il 27 marzo ha aperto un dibattito importante sul contenuto e sui rischi della nuova Costituzione che il governo sta imponendo agli italiani insieme a una pessima legge elettorale. Il titolo del manifesto era un po’ “forte”? Qualcuno che non appartenga alla folla dei sostenitori convinti di questo governo o all’altra assai più folta dei puri e semplici adulatori è davvero convinto che le parole e i giudizi pacati riscuotano l’attenzione che meritano? In questa nostra Italia innamorata del pensiero unico il pensiero diverso è accolto da irrisione, silenzio, disprezzo. E poi, dalla macchina del fango. Ma il nostro manifesto è stato molto importante perché è riuscito a far emergere proposte di revisione della Costituzione che da tempo giacevano in Parlamento o costituivano lo studio e le riflessioni di professori liberi dall’invadenza di interessi legati al Potere. Importanti sono anche le proposte di Vannino Chiti e di Walter Tocci, irrise dal presidente del Consiglio perché di minoranza. Affascinante, a mio avviso, la proposta sommariamente accennata da Gustavo Zagrebelsky nell’intervista alla “Stampa”: “dimezzamento dei deputati, due senatori per regione eletti direttamente tra persone dal cursus honorum rispettabile; durata fissa e lunga senza rieleggibilità; poteri rivolti a contrastare la tendenza allo spreco di risorse comuni; controllo sulle nomine pubbliche e di indagine sui fatti e sulle strutture della corruzione… un organo che abbia lo sguardo lungo e, perciò, non sia sotto la pressione o il ricatto delle nuove elezioni”. Ma tra questa idea di riforma e quella del governo c’è la differenza che corre tra un sogno e un patto. Il sogno è quella di un’Italia che si rinnova senza distruggere le sue radici, che guarda al futuro preoccupandosi del bene di tutti. Della libertà e della democrazia. Il “patto” a cui si riferisce il progetto del governo è il Patto del Nazareno: tra due leader, uno giovane e uno molto provato dalla sua storia personale e dalla condanna che lo ha estromesso dal Senato. Un patto di cui non si sa quasi nulla se non quei quattro paletti che vengono continuamente ripetuti. E che molto presto ci saranno imposti. Mi chiedo cosa farebbero gli americani se un bel giorno Obama si svegliasse e dicesse loro: sapete cosa? Ho pensato di imporvi una nuova Costituzione, perché quella firmata “G:Washington” che comincia “We the people of the United States…” , con quel primo articolo che dice “All Legislative Powers herein granted shall be vested in a Congress of the United States, which shall consist of a Senate and House of Representatives.”, non va più bene. E’ vecchia, crea troppi intralci all’azione del governo e non basta emendarla. Con la maggioranza che ho vi impongo di abolire il Senato: e se non vi piace, me ne vado a casa… Non voglio pensare a come la prenderebbero laggiù. A noi manca insieme il senso del ridicolo e quello delle proporzioni. Nonché un vero amore per la libertà. Ricordo allora ancora una volta l’appunto che Giovanni Ferrara lasciò sulla mia scrivania: “In Italia la libertà è abbastanza vecchia per essere dimenticata e troppo giovane per essere forte”. Era il 2006 , impegnati a sconfiggere la riforma della Costituzione di Silvio Berlusconi, uno dei due firmatari del “patto”. Adoro le considerazioni di Keitaro e No Concept su Rodotà e Zagrebelsky (a proposito si scrive così...) che suonano più o meno: Ma come il 15 gennaio hanno detto che c'era freddo e ora a Ferragosto la menano che hanno caldo!!! Che prendessero una posizione una volta per tutte... Fuor metafora: se sei in un sistema strettamente proporzionale (quello del Pentapartito per intenderci) valuti una situazione... se vuoi eliminare il Senato in un sistema solo formalmente proporzionale ma drogato da soglie di sbarramento ed un abnorme premio di maggioranza (è proprio diversa la stagione, right?!?) le considerazioni di un tempo vanno a donne di facili costumi. L'ipotesi tratteggiata da Zagrebelsky nell'intervento a La Stampa è un ottima base di partenza: ribadisco, Stati Uniti e Germania hanno Senati eletti con funzioni diverse rispetto alla Camera dei deputati e connotazione fortemente territoriale [so già che su questo terreno la discussione non si svilupperà] Link to post Share on other sites
No Concept 660 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Adoro le considerazioni di Keitaro e No Concept su Rodotà e Zagrebelsky (a proposito si scrive così...) che suonano più o meno: Ma come il 15 gennaio hanno detto che c'era freddo e ora a Ferragosto la menano che hanno caldo!!! Che prendessero una posizione una volta per tutte... Fuor metafora: se sei in un sistema strettamente proporzionale (quello del Pentapartito per intenderci) valuti una situazione... se vuoi eliminare il Senato in un sistema solo formalmente proporzionale ma drogato da soglie di sbarramento ed un abnorme premio di maggioranza (è proprio diversa la stagione, right?!?) le considerazioni di un tempo vanno a donne di facili costumi. L'ipotesi tratteggiata da Zagrebelsky nell'intervento a La Stampa è un ottima base di partenza: ribadisco, Stati Uniti e Germania hanno Senati eletti con funzioni diverse rispetto alla Camera dei deputati e connotazione fortemente territoriale [so già che su questo terreno la discussione non si svilupperà] No, no e ancora no. I motivi per cui Rodotà sosteneva l'abolizione del Senato 30 anni fa era rafforzare il governo, renderlo più autorevole, e rendere più snella e veloce l'attività legislativa. Parole sue. E tutto ciò non centra nulla con la situazione contingente, perché da quel punto di vista siamo andati di male in peggio, perché il Parlamento lavora anche peggio e più lentamente di 30 anni e negli ultimi 20 anni anche governi con maggioranze bulgare non hanno ottenuto nulla di buono. Questi sono i punti di partenza del discorso. Se l'argomentazione è che dopo vent'anni di Berlusconi abbiamo capito che non è il caso di dare troppo potere al premier E' TUTTO UN ALTRO DISCORSO, di cui possiamo parlare ma accettate le premesse che ho citato prima (che discendono dalle parole di Rodotà, non dalle mie). Quindi non confondiamo i due piani. Riguardo alla proposta nel dettaglio: A ) il Senato deve continuare a fare le stesse cose della Camera come ora? Penso che siamo tutti d'accordo di no; B ) i senatori devono essere eletti direttamente? Per me si potrebbero benissimo votare insieme alle regionali, a quel punto devi anche pagarli però (sia ben chiaro). Qui la riforma di Renzi sono d'accordo è un po' pasticciata, perché ha voluto in un colpo unico ridurre i costi della politica (meno indennità) e rendere il Senato un organo di tipo territoriale. Probabilmente le due cose andavano separate; B ) il Senato deve votare la fiducia al governo? Secondo Renzi no, secondo me anche. Se gli fai dare la fiducia, finisce che fa le stesse cose della Camera C ) il Senato deve votare il bilancio? Vedi sopra D ) il Senato deve votare le riforme costituzionali? Si, assolutamente si, e anche nella riforma di Renzi è così E ) il Senato può dare pareri non vincolanti su leggi ordinarie? Vedi sopra. Aggiungi tu altri punti così continuiamo nella discussione. Link to post Share on other sites
COOPapERino21 1,595 Posted April 9, 2014 Report Share Posted April 9, 2014 Prima cosa... vi ho "coglionato" 'nu poco perché i membri del Budesrat (che è il Senato tedesco) non sono eletti... bensì nominati dai (governi dei) Lander... era un piccolo tranello per spingervi ad informarvi su sistema costituzionale di uno dei più importanti Paesi del globo. Aveste scoperto il trucchetto (non è una Camera del parlamento, ma l’organo preposto alla rappresentanza dei Länder) sarei passato alla "ciccia" ovvero al perché sono nominati (aiutino... trattasi di stato federale...) ed alle funzioni ed al sistema elettorale (che sono il succo della questione). Quello che mi preme sottolineare è che qualunque sistema costituzionale ha una sua logica (nella sua integrità): certe maggioranze (ad esempio per la riforma della Carta Costituzionale) qualificate hanno un loro motivo d'essere in un sistema proporzionale; le stesse maggioranze risulterebbero ridicole in un sistema che abbbia meno riguardo per la rappresentitività. Sulle funzioni da te elencate ti invito a documentarti su quali siano quelle del Bundesrat e vedrai che scoprirai diversi punti interessanti di discussione. Visto che questo post invita a documentarsi una buona base di partenza è costituita da... http://documenti.camera.it/leg16/dossier/testi/MLC16017.htm Link to post Share on other sites
keitaro 4,103 Posted April 10, 2014 Report Share Posted April 10, 2014 La maieutica paperata... Secondo me continui a non voler capire su che livello sono le obiezioni. Tu entri nel merito e noi parliamo di opportunità, intransigenza intermittente e fallacie dell'ottimo. PS: Ma niente risultati delle parlamentarie europee 5S? E Pizzarotti sempre più "cattivo"? Link to post Share on other sites
COOPapERino21 1,595 Posted April 10, 2014 Report Share Posted April 10, 2014 La maieutica paperata... Secondo me continui a non voler capire su che livello sono le obiezioni. Tu entri nel merito e noi parliamo di opportunità, intransigenza intermittente e fallacie dell'ottimo. PS: Ma niente risultati delle parlamentarie europee 5S? E Pizzarotti sempre più "cattivo"? Le questioni si affrontano nel merito... sei proprio Renziano fino al midollo... l'argomento è la fuffa, dunque? :party time Opportunità? C'è l'opportunità di acquistare un villone (perché è in vendita)... nel merito mi manca solo qualche milione... [ho piazzato il rimone... ] e dunque, parliamo di opportunità o di merito?!? PS io alle europee non voterò M5s... e quindi? Link to post Share on other sites
Valiero24 1,112 Posted April 10, 2014 Report Share Posted April 10, 2014 C'è l'opportunità di acquistare un villone ma sull'immobile grava la nuda proprietà e ci sono perizie che confermano il forte rischio idrogeologico della zona circostante... Però è un offerta! Ho trovato una banca truffaldina che mi da i soldi subito volendo poco o niente in cambio. La devo comprare e anche alla svelta! Opportunità di fare le riforme e di cambiare verso. Quali riforme e quale verso non ha importanza, basta cogliere l'opportunità! Se poi la vecchia ti vive altri dieci anni e nel momento in cui muore lo fa perché la villa gli è crollata da sotto i piedi non ha importanza perchè tu per dieci anni ti puoi vantare con gli amici di avere comprato il villone. @ Papero Mi piaceva troppo l'assist della villa Link to post Share on other sites
No Concept 660 Posted April 10, 2014 Report Share Posted April 10, 2014 Vi prego, possiamo smetterla di fare metafore di questo genere? Perché se ne può fare sempre una di segno opposto. Ad esempio: [Papero MODE ON] Ma se tu ti trovi inseguito da un serial killer, in pericolo immediato di morte, e hai una gamba fratturata, ti preoccupi se a salvarti è un mafioso? Oppure ti domandi se la macchina che ti trasporterà ha pagato il bollo auto, oppure se è stata rubata? Oppure se per salvarti questa persona poi vorrà qualcosa in cambio, magari di costoso? [Papero MODE OFF] Torniamo a parlare di cose serie per piacere. Link to post Share on other sites
Recommended Posts