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avete mai sentito parlare di abbassamento dei massimali o dei tariffari per gli avvocati ???

Nell'ambito delle professioni legali è stato un disastro. E parlo con cognizione di causa, se permettete.

Fede, con TUTTO il rispetto che posso comunicare da un post su internet, mi sembra davvero falso. Ha abolito i MINIMALI non i massimali, e ti sfido a dimostrare che una tariffa minima per una professione sottoposta a libera concorrenza sia una misura utile, forse non lo è solo per chi ha già una posizione consolidata nel mercato. Sull'effettivo aiuto ai giovani avvocati e a chi vuole aprire uno studio posso accettare critiche, ma sulla carta l'abolizione della tariffa minima e l'introduzione del concetto di "quota lite" sono misure per favorire la concorrenza e che TUTTI I PAESI EUROPEI HANNO.

 

Non riesco proprio a interfacciarmi se non si conviene che gli ordini professionali in italia sono COMPLETAMENTE da riformare perchè consentono a strati interi della popolazione di godere di ENORMI privilegi che li riparano dalla concorrenza.

 

Al netto della discussione su questo punto, ridurre un decreto con decine di effetti ad una norma che non ci piace è davvero tristemente italiano.

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A me Berlusconi non piace, ma un minimo di persecuzione mi sa che c'è davvero... Se continuano così lo voto. Giuro.   Va bene che è un politico poco risolutivo e che non ha fatto tutto quello che g

Allora mettiamo qualche puntino sulle i perché sinceramente mi sono rotto di assistere a continui ribaltamenti della realtà.   La discussione è partita as usual tra me e Keitaro. Io dicevo di esse

Abbiamo smacchiato il giaguaro :D

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Fede, con TUTTO il rispetto che posso comunicare da un post su internet, mi sembra davvero falso. Ha abolito i MINIMALI non i massimali, e ti sfido a dimostrare che una tariffa minima per una professione sottoposta a libera concorrenza sia una misura utile se non solo per chi ha già una posizione consolidata nel mercato. Sull'effettivo aiuto ai giovani avvocati e a chi vuole aprire uno studio posso accettare critiche, ma sulla carta l'abolizione della tariffa minima e l'introduzione del concetto di "quota lite" sono misure per favorire la concorrenza e che TUTTO I PAESI EUROPEI HANNO.

 

Non riesco proprio a interfacciarmi se non si conviene che gli ordini professionali in italia sono COMPLETAMENTE da riformare perchè consentono a strati interi della popolazione di godere di ENORMI privilegi che li riparano dalla concorrenza.

 

Al netto della discussione su questo punto, ridurre un decreto con decine di effetti ad una norma che non ci piace è davvero tristemente italiano.

 

hai ragione, sono stato poco chiaro ed eccessivamente sintetico: il decreto sostanzialmente ha abolito i minimi tariffari ( in passato sinonimo di garanzia di una prestazione qualificata per il cliente ), ha favorito un sistema sconsiderato di pubblicizzazione dell'attività, ha tagliato i fondi destinati all'amministrazione della giustizia. Ha creato problemi al sistema delle difese d’ufficio e quello del patrocino a spese dello Stato. Ha creato tantissimi casini pure per i giudici onorari ed il loro sistema di retribuzione.

 

E questo per fartela breve.

 

Ah con l'abolizione dei minimi ha saturato ulteriormente il mercato ed ha eliminato sostanzialmente il ceto medio-basso di avvocati perchè i numeri si sono raddoppiati tanto da aumentare a dismisura il numero di professionisti che campano grazie alla cassa forense perchè non superano le soglie minime annue di fatturato.

 

Infine una parentesi sulla quota lite: 1)non è detto che vada a favore del cliente 2)trasforma il rapporto in un'obbligazione di risultato, praticamente distrugge la professione.

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Fin'ora il muro contro muro a cosa ha portato???

 

Il fare politica esclusivamente contro Berlusconi ha fatto della sinistra prima e del Pd un partito ed una coalizione politica spaccati e, permettimi di dire, senza senso. gente che si è riunita in coalizioni che comprendevano persone dai gusti politici più vari penso ad es a quando si trovavano insieme RC e la margherita, giusto per citare la prima stranezza che mi viene in mente.

 

La sinistra in questi 20 anni di Berlusconi non ha mai governato, salvo brevi intervalli, perché ha fatto solo politica contro Berlusconi dando gli esclusivamente una mano.

 

Personalmente, non avendo assolutamente idee di sinistra, anzi.., ti dico che Renzi potrei tranquillamente votarlo, cosa che invece mai avrei potuto fare con un Bersani (non fosse altro per quella porcheria di decreto sulle liberalizzazioni ahahahahahahaha sul quale avrei tantissimo da ridire!)

ma io ogni tanto te lo chiedo ma non me rispondi mai. perchè? cosa ha renzi che te lo farebbe votare, cosa ha di "non sinistra" a livello di programmi e idee?

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Non esiste la contrada del Dinosauro... OK che sei interista... ma stai sempre a lavorare di fantasia... :asd

Era una battuta, ovvio che non esista tale contrada :smiley-angelic004:

Era per dire che già il non far parte di quella classe politica che c'ha messi in ginocchio dinnanzi all'europa, ed essersene smarcato in tempi non sospetti - anche coi fatti, vedi amministrazione a Firenze, secondo alcuni principi non proprio cari al sistema politico italiano -, me lo fa sembrare l'unico candidato credibile per mandare a casa il clown del biscione.

 

Immagino che Nigma si riferisse a me, tra gli altri, e posso rispondere che io non voterei mai Renzi per la simpatia, ma per i punti principali del suo programma (cosi come l'ha illustrato durante le primarie).

Non ho bisogno di leggermelo per intero, nè ho avuto bisogno di fare le pulci a quello del M5S per dargli il voto nel febbraio scorso.

Mi bastano poche idee, chiare e concrete, e sia Renzi che Grillo, mi hanno ampiamente soddisfatto. In modi diversi tra loro, sia a livello di forma che di sostanza, ma indubbiamente molto vicini al mio modo di intendere la politica.

 

Ho molto rispetto e stima per i militanti, per chi si informa su tutto quanto accade nel panorama politico, ma ho buone ragioni per credere che si tratti di una esigua minoranza.

La stra-grande maggioranza degli italiani, la vive meno intensamente, forse schifata e nauseata, o solo annoiata da teatrini imbarazzanti che si ripetono da 20, 30 o forse 40 anni, seguendo un escalation sempre più pericolosa, totalmente incurante della catastrofe sociale che sta travolgendo il nostro paese negli ultimi anni.

 

Tutto ciò per dire che parlare di destra o sinistra, quando i due partiti principali che rappresentano queste due correnti politiche teoricamente opposte, complottano da almeno quindici anni senza quasi interruzioni, ha meno senso di zero.

Si può non condividere la filosofia di sinistra, e contemporaneamente pensare che il bene del paese lo possa fare molto più e molto meglio Renzi, o casomai Grillo, piuttosto che un cabarettista di 77 anni che monopolizza da vent'anni la destra italiana e la sta facendo lentamente morire.

Non c'entrano la simpatia o la parlantina di questo o quell'altro candidato, ma magari le due-tre idee forti del loro programma, che maggiormente si identificano con il modo di pensare del potenziale loro elettore.

Non c'è un 25% migliore o peggiore, e se proprio dovessi individuarne uno, alla luce degli ultimi eventi, ho pochi dubbi su quale punterei.

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Perchè il PD non fa avanzare gente come la Serracchiani? Questa può fare carriera davvero...

Serracchiani è eccellente, dal poco - relativamente - che l'ho sentita parlare.

Ma voglio ricordare per l'ennesima volta che siamo in italia, dove presentare una donna come premier, potrebbe costare una fetta di voti tra le fasce di elettori più vicini cerebralmente alle scimmie.

E ahimè, non stiamo parlando di poche unità (discorso che potremmo allargare anche ad altre categorie, non solo al genere femminile), abitiamo in un paese dalla mentalità vecchia come matusalemme e retrograda, e anche con questo aspetto bisogna fare i conti.

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ma io ogni tanto te lo chiedo ma non me rispondi mai. perchè? cosa ha renzi che te lo farebbe votare, cosa ha di "non sinistra" a livello di programmi e idee?

 

 

no non me l'hai mai chiesto.

 

Comunque, se vuoi, ti rispondo domattina con calma che ora ho troppo sonno.

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Wow, Lettino premier.... si vede che è un pupazzo ben manipolabile :asd

Secondo la logica corrente...

poteva andarci peggio, non è stato indicato Amato né Andreotti... :icon_bananaride:

http://www.youtube.com/watch?v=GupK8afM37s&feature=youtube_gdata_player

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Luca Telese ‏@lucatelese

Su #Letta ricordo una battuta fenomenale di Vendola: "I Letta sono due, e quello meno di destra sta a Palazzo Chigi". Era l'altro.

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Secondo la logica corrente...

poteva andarci peggio, non è stato indicato Amato né Andreotti... :icon_bananaride:

http://bit.ly/11CXH54

 

:asd si si ne riparliamo dopo che Lettino (dotato di auricolare alla Ambra :asd ) nominerà il nome del ministro dell'economia.... (forse comincia con emme? :ok21te:

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Guardate che lo abbiamo capito benissimo

 

Colpisce un po’ leggere l’intervista del giovane capogruppo del Pd oggi sulla Stampa. Si tratta di un continuo richiamo all’ordine e un messaggio preciso: chi non vota la fiducia al governo con il Pdl è fuori dal Pd.

 

Come ricordavo ieri, in una conversazione a distanza con Franceschini, prima di chiudere il dibattito, sarebbe il caso di aprirlo. E come dico e scrivo da giorni, aver spostato l’attenzione sulla disciplina di partito, ha fatto dimenticare ai media un piccolo particolare che non è invece sfuggito agli elettori e agli iscritti del Pd: che il Pd ha sempre detto no al governissimo, ha parlato per due mesi di governo del cambiamento e ha ragionato sulle larghe intese solo sul Presidente della Repubblica (larghe intese diverse, per altro, tra Marini e Prodi e giustificate solo dalla necessità di dare al Paese un Presidente della maggior parte, e non solo di una).

 

Come se niente fosse, i leader del Pd ora richiamano all’ordine, come se quella di oggi fosse sempre stata la loro e nostra posizione: e inizio a pensare che, sotto sotto, lo sia sempre stata.

 

Quando si parla di credibilità, si parla soprattutto di casi come questi.

 

E quando si parla di pluralismo, si deve essere almeno sinceri e riconoscere che la posizione ora considerata eversiva era quella della segreteria uscente (per tutti, tranne forse che per il vicesegretario, che non si è dimesso, per altro).

 

E quando si cambia posizione, sempre che si sia cambiata, bisogna almeno mostrarsi un po’ critici e sofferti: a meno che, appunto, l’alleanza con il Pdl, perché di questo si tratta, non sia ritenuta auspicabile.

 

Per me non lo è. Sono fuori dal Pd?

 

Cosa resterà di questi otto punti

 

Tra le altre cose che sono cambiate nello spazio di una notte (o che forse non sono cambiate, nei sessanta lunghi giorni che sono seguiti alle elezioni), c’è il programma di governo che il Pd ha presentato al Paese.

 

Gli otto punti sono un lontanissimo ricordo. E del cambiamento, dopo le durissime parole di Napolitano in aula, non parla più nessuno. O quasi.

 

In particolare, degli otto punti sono volate via alcune cose che è un po’ complicato fare con Berlusconi: la prima, riguarda la nuova legge sulla corruzione, che avrebbe dovuto (condizionale passato, modo e tempo del verbo che saranno molto frequentati da oggi in poi) superare di slancio la legge Severino che il Pdl aveva molto ridimensionato (già); la seconda, riguarda il conflitto d’interessi, che scivolerà nelle priorità fino all’ultimo posto, insieme alle questioni riguardanti incandidabilità e ineleggibilità; la terza, riguarda la riforma fiscale, perché si sa che il Pdl detesta la patrimonializzazione del fisco; la quarta, e andiamo nel ‘sociale’, riguarda la riforma degli ammortizzatori e il dibattito che si sarebbe potuto aprire sul reddito minimo; la quinta, e veniamo al capitolo sviluppo, è quell’idea di mobilità, di infrastrutture e di politiche ambientali che rimarranno ancora sullo sfondo (come accade da un secolo).

 

Quello che si potrà fare, anche velocemente, è l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, proprio il tema sul quale Bersani era stato molto cauto. Poi, certo, si potrà aprire una riflessione sulla legge elettorale, che qualcuno già inserisce in una riforma costituzionale più ambiziosa, che guardi al semipresidenzialismo (riforma per la quale ci vuole un bel po’ più di tempo). E sicuramente si potrà portare in Europa qualcosa di nuovo, anche se – vale la pena di ricordarlo – il centro dell’alleanza delle larghe intese sarà proprio quel Mario Monti che non ha certo brillato negli ultimi tempi.

 

Insomma, è cambiato anche il cambiamento. Ma che cosa volete che sia?

 

La questione Gelmini

 

Al decimo messaggio quasi consecutivo sulla composizione del governissimissimo che Napolitano sta per varare, vorrei rassicurare gli esausti elettori del Pd: Mariastella Gelmini non tornerà all’Istruzione. Chissà perché, ma me lo stanno chiedendo tutti, e hanno ragione, perché finché si parla del premier, è tutto un florilegio di dichiarazioni. Sui ministri, nostri e loro, invece, le parole sono molto più circospette. E ti credo. Perché è più complicato fare ragionamenti su ministri ad personam (in tutti i sensi).

 

Secondo me, gli stessi che hanno preso in giro i saggi nelle scorse settimane (a cominciare dagli esponenti del Pdl, che ne avevano fatto caricature a ripetizione), si troveranno a votarne parecchi, come ministri. E a passare dal dileggio all’entusiasmo, come è capitato spesso, per quasi tutto, in queste poche ore.

 

Poi magari al posto del già ministro Gelmini ci sarà Maurizio Lupi, per dire. Però, secondo me, ce la risparmiano.

estratti da ciwati.it

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Guest Nigma

letta era l'uomo giusto, ora se devo spiegare a uno straniero la nostra situazione mi viene più facile: "il leader del csx è il nipote del braccio destro del leader del cdx". che si vuole di più? tutta una grande famiglia.

 

Aggiungici anche Boccia e De Girolamo. :asd

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Beh dai, volendo tutti, almeno tra quelli tradizionali.

A parte il PSI, che però aveva Craxi ed Amato e quindi già di per sè è una bestemmia.

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In ossequio alle nuove disposizioni impartite dal Minculnap alla stampa nazionale affinché cooperi con il nuovo governo evitando notizie e atteggiamenti disfattisti per il bene supremo della Patria, e a parziale rettifica di quanto affermato in questa sede, teniamo a precisare che, nonostante le apparenze, l'Italia non s'è trasformata in una monarchia assoluta. Nelle monarchie assolute, infatti, la corona e il trono si tramandano di padre in figlio, mentre in Italia si procede per imbalsamazione (presidenza della Repubblica) o per una particolare forma di partenogenesi modello Paperopoli, da zio a nipote (presidenza del Consiglio). Entrambe le discendenze denotano comunque una ristrettissima varietà di cognomi (da Napolitano a Napolitano, da Letta a Letta), onde evitare il disorientamento delle masse e assicurare la dentizione e nutrizione dei branchi (il cosiddetto "familismo molare"). Per il resto, il quadro è chiarissimo.

In ossequio ai principi della più squisita democrazia parlamentare e della più rigorosa separazione dei poteri, il Presidente della Repubblica si presenta alle Camere genuflesse per chiedere la fiducia sotto la minaccia di sganciare l'arma letale: le sue dimissioni. E così confessa di aver accettato il secondo mandato a una precisa condizione: che il Parlamento gli consenta di fare il governo che vuole lui, altrimenti se ne va. I vecchi partiti obbediscono per acclamazione, ben lieti di prendersi qualche finta scudisciata in cambio del salvataggio delle rispettive poltrone e prebende. Sistemato il potere legislativo, il Presidente risale sull'ermo Colle e si occupa dell'esecutivo: finge di consultare i partiti per mezza giornata (il tempo di una genuflessione per uno), poi finge di pensarci su un'intera notte, infine incarica un suo clone, che appena nato era già vecchio, ma giusto perché non può fare tutto lui ed è bene che, almeno formalmente, le cariche di presidente della Repubblica e del Consiglio siano affidate a due persone diverse. Però tiene a precisare che Lettino l'ha scelto lui, mica il Parlamento.

Tanto il Nipote, a parte rimangiarsi quel che ha detto per anni su B., non ha molto da fare: il programma gliel'ha già scritto Napolitano, tramite gli appositi saggi, saggiamente nominati quando ancora si pensava che avrebbe lasciato il Quirinale. Idem per la lista dei ministri, una pura formalità: il capo dello Stato la passa al premier che l'indomani, cioè oggi, gliela riporta su al Colle, dove lui fingerà sommo stupore come se non fosse sua e poi la firmerà; seguiranno giuramento, brindisi e molte autocongratulazioni. Così sistemati il legislativo e l'esecutivo, cosa resta? Ah sì, i poteri di controllo. Ma anche lì il più è fatto. La Corte costituzionale, che ha nelle mani il processo Mediaset per un conflitto di attribuzioni, doveva sbloccarlo ieri con una sentenza: ma ha fatto sapere che non è il momento, se ne occuperà un'altra volta, ci farà sapere, non c'è fretta.

Il tutto per bocca del relatore Sabino Cassese, giurista insigne, già consigliere del Colle e candidato del Colle al Colle, nonché accompagnatore e tutor della brillante carriera universitaria di Giulio Napolitano (da non confondersi con Giorgio: è il figlio). Viene così rinviata sine die, e forse avviata a prescrizione, sentenza che potrebbe trasformare un padre della Patria in un pregiudicato per frode fiscale, altrimenti poi la gente si ricorda i processi (peraltro tutti sospesi da giudici servizievoli fino a data da destinarsi) e torna in piazza. Resta qualcosa? Ah, già, la libera stampa: il Presidente assume su due piedi la guida dell'Ordine dei Giornalisti e della Federazione della stampa e lancia il monito più superfluo della storia dei moniti, quello a "favorire, cooperare e non rinfocolare". I cooperanti annuiscono quasi all'unisono, solo un po' offesi dal sospetto di voler rinfocolare: ma quando mai, Sire. Com'è umano lei.

 

Marco Travaglio

 

:inchino :inchino :inchino

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