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Nel guardare la partita comodamente questa mattina, la domanda più frequente era: “ma possibile che non abbia recap a marzo dopo essere tornato dal viaggio?”, dando per scontato che non ne avessi, non ho controllato. Così, dopo aver visto l’ultimo quarto dei Bulls contro gli Heat nella partita più importante della stagione dei Lakers, mi sono messo comodo sul letto con un libro da leggere nelle pause della gara gialloviola.
Oramai tutti l’avranno vista, per questo mi sembra quasi inutile stare a parlare di come sia andata, ma tant’è. Mentre Utah vinceva e i Rockets perdevano, i Lakers sono scesi in campo con una verve degna della prima gara di preseason, i T’Wolves non avevano però certo voglia di andare contro questo ritmo, facendoci quindi assistere a una partita largamente soporifera. Senza Artest, la rotazione di D’Antoni torna immediatamente a otto uomini, sia mai che in nove si possano riposare troppo e perdere quel fantastico ritmo che riusciamo a mettere ogni volta in campo. In una partita dove si cammina, riescono a fare bella figura anche i giocatori che camminano: Gasol chiude infatti a 17 e 9 ed è quello che nel primo tempo si mette più in luce nell’esiguo vantaggio gialloviola, complici anche i problemi di falli di Howard.
Nel secondo tempo i ragazzi in viola scappano via pian piano con le giocate di Bryant e la presenza di Dwightone nostro (25 e 16), avviandosi così a gestire la partita fino agli ultimi possessi in grande tranquillità, contro un avversario che ne ha poco e quel poco neanche lo mette tutto. La partita ha però una svolta inaspettata a 5:41 dalla fine, quando Blake commette il suo sesto fallo: D’Antoni è costretto a dare la squadra in mano al vecchio canadese, e i Lakers patiscono l’assenza della loro guida da Maryland in campo. Minnesota recupera qualche punticino, salvo recuperarne tanti in un minuto di hack-a-dwight selvaggio (Adelman maiale come tutti), con Howard a sbagliare quanti più liberi possibile.
A 1:57 Ridnour si rende protagonista di una giocata che entra immediatemente nella mitologia della Nba: fa fallo su Howard ancora fuori dal campo, non accorgendosi o non sapendo che negli ultimi due minuti non si può. I Lakers hanno due liberi con tiratore a scelta e possesso palla; mandiamo in lunetta il clown da Santa Clara: ovvio ferro al primo libero. Ricordiamo che questo signore c’è venuto da Phoenix per iniziare a sbagliare i liberi decisivi quest’anno. La partita la chiude, sostanzialmente, un tiro in sospensione di Kobe per il 116-111 a un minuto dalla fine, seguono susseguirsi di liberi da una parte e dall’altra, che fanno riavvicinare Minnesota.
A questo punto della replica, mio padre accende il suo pc e inizia a scaricare a manetta, la qualità del mio video scende quindi a 400kbs, intuisco le azioni, ma non abbastanza da capire se Bryant commette fallo su Rubio sulla bomba del possibile pareggio.
Come i giocatori che in trasferta scappano subito negli spogliatoi nelle vittorie punto a punto, chiudo la finestra e scappo via con la parte rosa del referto, senza neanche guardare un replay.
La corsa ai playoff dei Lakers continua, si interromperà però stanotte a Milwaukee.
Buona camicia a tutti!