L.A. Lakers @ New Orleans Hornets W OT 107-101 (27-16)


I Lakers, fortemente affaticati e appagati dall’impresa di ieri notte contro i Memphis Grizzlies in double overtime, volano in back-to-back a New Orleans alla ricerca di un’altra preziosa vittoria per la corsa ad un posto al sole nella Western Conference.

Tuttavia la partita non è la notizia del giorno, poichè proprio mentre vi scriviamo si approssima la trade deadline, che dista appena 18 ore da adesso, e che ci sta per portare (per ora) Michael Beasley in cambio di Steve Blake in una trade a 3 squadre.

Ma c’è comunque una partita da giocare, e la affrontiamo prevedibilmente nel peggiore dei modi: siamo stanchi quasi in modo paralizzante, e tutte le nostre lacune, mascherate più o meno bene nelle ultime partite, vengono penosamente a galla. Commettiamo in un primo tempo assolutamente non degno di nota ben 12 palle perse, andiamo poco e male in area con Bynum, mentre Gasol se la cava con un primo tempo da 10 punti e 5/8 al tiro.

Ma la nostra lacuna più evidente, quella che continua ad infestare la nostra esistenza, rimane il buco nero in PG, offensivamente e difensivamente. Siamo capaci di concedere agli eroi di turno, Jarrett Jack e Greivis Vasquez, un clamoroso 12/12 al tiro e di segnare con Fisher e un distratto Blake 0 punti nell’intero primo tempo. Che si conclude con un meritato 40-54 nonostante i 14 punti di Kobe con il 50% al tiro e una schiacciata vintage.

Gli Hornets, che venivano da un primo tempo stellare con il 61% al tiro e un massimo vantaggio di 17, cominciano a calare fisiologicamente e vengono puniti (finalmente) dagli high-low Gasol-Bynum e dagli schemi in pinch post per Bryant, e inesorabilmente la squadra più forte, con delle energie insperate, viene fuori. Una tripla di Barnes e un jumper di Blake ci regalano la parità a quota 70, con un 3° quarto da 30 punti.

Ultimi 12 minuti a dir poco surreali: Vasquez e Jack continuano a martellarci, e provano a umiliare Blake e Fisher con un pick&roll continuo, ubriacante, che ci fa malissimo. Ma dall’altra parte del campo si risveglia la bestia, Andrew Bynum. Reduce da un pacifico 37+16 la scorsa notte, il 17 comincia a costruire nel quarto decisivo un’altra serata mostruosa, costellata da 18 rimbalzi e 25 punti trovati con ganci, drop step, con una varietà e una precisione incredibile. Un alley oop da Gasol celebra la grande partita di AB, ma la stanchezza del Mamba e di tutta la squadra fa sì che ci ritroviamo, come nelle due precedenti partite, sotto di 5 a 2 minuti dalla fine.

Un altro gancio e tre tiri liberi conquistati dal Maestro e troviamo la parità a quota 93, dopo un Jedi mind trick eseguito alla perfezione sul messicano Ayon, che cade come una pera sulla finta e paga dazio. 3/3 ed è overtime. Samuel L. Jackson, che è lì a seguire la partita, approva.

Kobe apre l’extra session come aveva chiuso i primi 48 minuti di gioco, segnando 5 punti su floater e schiacciata imperiale + fallo. I calabroni (che disputano una grande partita, gliene dobbiamo dare atto) riescono ad operare persino il sorpasso sul 99-98 a 1:21 dalla fine con Trevor Ariza, ma un jumper del destino di Fisher (che rimbalza dappertutto prima di entrare) e un sottomano di MWP dopo una clamorosa steal ci regalano un’altra soffertissima vittoria. Una vittoria che non doveva esserci, ma che è arrivata dopo altri 53 minuti di battaglia, dopo i 58 di ieri notte. Andiamo a dormire sollevati, con un orecchio alle imminenti trade (di cui sicuramente vi renderemo conto a tempo debito, stay tuned) e con Kobe che nel postgame, dopo aver giocato 101 minuti in 2 partite, dichiara “Actually, I feel great.” Beato lui.

l.s.


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