L.A. Lakers @ NY Knicks L 107-116 (9-14)


Ogni commento sarebbe superfluo di fronte al massacro di stanotte. Ma proviamo a dare un’idea della situazione. Perdere 13 partite su 22 non è abbastanza? Non avere una minima idea di come si possano risolvere gli enormi problemi che abbiamo non è abbastanza? Aspettare (in modo vano) le nostre due star ai box pur sapendo che non ci aiuteranno difensivamente non è abbastanza.

Ma subire 68 punti nel primo tempo (41 nel primo quarto) lo è. Concedere ai Knicks 55 punti nei primi 31 possessi lo è. Sprofondare fino a -26 lo è. Trascinarsi per il campo senza un minimo costrutto in difesa e in attacco lo è.

Che cos’è il basket? In molti hanno cercato di dare una risposta. C’è chi dice che è una filosofia di vita. Chi dice che è una danza. Chi dice che è una battaglia. E’ impossibile dare una risposta a questo quesito, perchè ogni risposta sarà personale e giustificabile, ma possiamo dare una risposta a quest’altro quesito: Che cosa non è il basket? Il basket non è la versione dei Lakers 2012-13. Ora possiamo dirlo. E non lo sarà per molto tempo.

Meritiamo questo spettacolo? Meritiamo di vedere 5 walking dead camminare per il campo (compreso il 24, che ha giocato con evidenti dolori alla schiena)? Forse si, forse no. Sicuramente non lo merita la famiglia Buss, che non ha pagato per questo. Non lo meritiamo noi tifosi, che siamo ancora e indefessamente incollati allo schermo. Ma forse loro si. E’ umanamente possibile che, citando Flavio Tranquillo, possano sedere sulla sacra panchina dei Lakers solo due paia di “sacre chiappe”? E’ umanamente possibile che, dalla dipartita di Jackson, abbiamo un record paragonabile ai Milwaukee Bucks?

A tutto ciò verrà data una risposta, col tempo. Dolorosamente. Il punteggio finale è 116-107 con la classica “Rock and Roll” di Gary Glitter in sottofondo.
I Knicks, dati per morti e stravecchi a inizio stagione, sono 17-5. Una squadra normale farebbe tesoro di un buon secondo tempo, e inizierebbe a marciare. Marciare per non marcire.

 

l.s.


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