“Go out and bust their (butts),” “Boos don’t block dunks.” Le parole di Kobe per il ritorno di Dwight nella sua seconda casa sono inequivocabili: un invito neanche troppo mascherato a mantenere alta la tensione e non farsi sopraffare dagli eventi.
Orlando accoglie Dwight come ci saremmo aspettati. Oltre 80 giornalisti per lo shootaround, una miriade di fischi all’uscita dal tunnel (da dove D12 è il primo ad uscirne) e trash talking incessante dei Magic dentro e fuori dal campo.
#VINO e il 12, i due (speriamo per molto tempo) compagni di merende aprono la partita con un perentorio 5-0 frutto di una tripla e di un tap-in in attacco, e la mentalità è quella giusta, ma inizialmente giochicchiamo, forziamo, cerchiamo la giocata più veloce e non quella migliore…il risultato? i Magic (18-46 prima di questa partita) tengono botta con un ottimo Tobias Harris (8 punti nel primo quarto) mentre noi ci affidiamo agli isolamenti di Kobe (1-6 nel quarto) quando dovremmo muovere palla. Una delle note positive dei primi 12′ è che mettiamo in condizione Dwight di eccellere, e lui non sembra assolutamente essere scalfito dall’atmosfera ostile…6 punti, 3 rimbalzi e la sensazione che, tiri liberi a parte, non sembra risentire assolutamente di alcun tipo di pressione.
Il secondo quarto è un crescendo. Riesce a evitare il terzo fallo chiudendo praticamente ogni penetrazione nei primi minuti del quarto, è preciso in attacco con rimbalzi, assist e ricezioni dinamiche, e ad un Hack-a-Dwight lanciatogli dopo un iniziale 2-9 dalla lunetta, risponde con 4 liberi di fila. E’ in doppia doppia a 6 minuti dall’intervallo, e ha già tirato 15 liberi a 3 minuti dalla pausa. Una prestazione, nei primi 24′, che fa rima con dominante.
L’hack-a-Dwight però, ha successo in un aspetto: spezza il ritmo della partita. Dopo essere stati in vantaggio (facilmente) anche di 11 punti i Magic, grazie a un paio di azioni non ortodosse rientrano sul -4. La stat line di Howard: 19 punti, 10 rimbalzi, 2 stoppate, 9/19 ai liberi. Metta chirurgico con 13 punti e Kobe, dopo una partenza sospetta, che gioca per la squadra. Lakers 50, Magic 46 alla pausa lunga.
Il tè caldo ci rende abulici rispetto alla prima metà di gara, dove ci mancava il classico centesimo per fare l’euro. Un misto di decisioni discutibili in attacco, poca intensità in difesa e chiamate arbitrali inspiegabili (un and-one di Metta considerato come personal foul) e siamo di nuovo sotto, 57-56.
Un arrabbiatissimo D’Antoni si guadagna il suo stipendio per stasera, e disegna ad ogni viaggio in attacco uno schema semplice ma letale. Nash consegna la palla a Kobe in ala e va in angolo sul lato forte, Clark/Jamison e Meeks/Blake sono sul lato debole…pick&roll con Dwight e una miriade di possibilità che si aprono, quasi tutte sfruttate con successo. Kobe si sveglia dal letargo, Dwight mette 5 dei primi 6 tiri liberi tentati nel secondo tempo e i Lakers tornano a +12 (73-61) in un batter d’occhio.
Per darvi l’idea su chi merita di vincere questa partita, ecco lo score dalla lunetta di Dwight (29+13 a fine terzo quarto): 15-27 (10 da hack-a dwight). Tutti gli altri giocatori scesi in campo ne hanno tirati 13. Zero nel terzo quarto per Orlando.
Il motivo per cui viviamo più serenamente l’inizio degli ultimi 12′ minuti risiede nella panchina, e in particolare in Blake e Jamison: da un pericoloso +8 voliamo a un più sicuro +16 grazie agli assist di Blake, ai proverbiali slip screen di Jamison e ad una difesa di squadra solidissima. I Magic non si avvicineranno più…Dwight, il reietto, colui che avrebbe tradito la sua squadra, dà una lezione di stile ai biancoblu, che preferiscono non giocare e mandarlo in lunetta. Lui risponde con un tonante 16/20 nel secondo tempo, e pareggia il suo record NBA di 39 tiri liberi tentati. Jacque Vaughn (ovviamente scuola Spurs) ha dato prova di ben poca classe, dando eccessiva importanza ad Howard invece di pensare al suo piano partita con mezzi leciti…
Dwight ha mandato un segnale. Provate a negare che, ad ogni libero segnato, non vi sia scappato un sorriso e non abbiate lanciato un pugnetto al cielo. A 49 secondi esce dal campo e gli applausi sovrastano i boos. Se esiste una giustizia, signori, è proprio questa. Kobe e Nash, lungimiranti, risparmiano energie per domani (@ATL) ed omaggiano Dwight con calorosi abbracci, ringraziandolo per la seguente prestazione:
39 punti (7-13 FG, 25-39 FT)
16 rimbalzi
2 assist
1 rubata
3 stoppate
0 palle perse
…ma gli ricordano, come a inizio articolo, che gli obiettivi rimangono altri. eyes on the target.
l.s.