Unica parentesi tra le braccia del pubblico amico nel mezzo di 8 trasferte (con le quali non andiamo molto d’accordo quest’anno) e la svolgiamo con una delle nemesi più inspiegabili che abbiano incrociato i colori giallo-viola: le Charlotte Bobcats di Paul Silas, che vantano un record all-time contro di noi di 8w e 6l, una percentuale avvicinata solo dalla ex squadra del coach, gli odiati Celtics.
Pronti-via, e il gameplan deraglia immediatamente, anche se con discreti effetti: i primi 8 punti sono del Mamba (3-4, 2-2 da tre) che decide di fare suo il primo quarto e, probabilmente, tutta la partita. Complice la pochezza dei Bobcats (che arrivano a questa partita con un record di 3-18 e con soli 88 punti segnati a partita), Kobe domina in lungo e in largo, firmando 18 punti con 7-12 al tiro contro……18 dei Bobcats, che ce ne concedono 30, una rarità quest’anno.
La panchina, capitanata da Bynum, riesce a forzare tiri difficili alle linci e a capitalizzare nell’altra metà campo, ampiando il vantaggio fino al 44-28, con 7 punti di un sempre più convincente Goudelock e un 12+7 del nostro 17. Una timida reazione dei Bobcats non preoccupa poi così tanto, perchè è solo questione di tempo che la premiata ditta Bryant&Gasol (12 punti nel quarto) metta i bambini a letto. All’intervallo è 60-36, con il tassametro del Mamba a 24 e una sensazione di dominio assoluto mai veramente assaporata quest’anno.
L’uomo la cui statua è all’esterno dello Staples, Chick Hearn, si sarebbe sbilanciato subito con la sua citazione più famosa: Well folks, the game is in the refrigerator, the door’s closed, the lights are out, the eggs are cooling, the butter is getting hard, and the Jell-O is jigglin’! Ma l’uscita dagli spogliatoi è frustrante: il nostro attacco, che tanto bene aveva funzionato nel primo tempo, fatica enormemente ad accendersi, e subiamo un parziale di 20-8 guidato da Henderson (ancora una volta il migliore dei suoi) che dimezza il vantaggio a 12 punti con 15′ da giocare. 5 punti di Barnes e l’ormai automatico runner di Goudelock limitano i danni e chiudiamo un terzo quarto da dimenticare con 15 lunghezze di vantaggio (73-58).
I nostri avversari arriveranno anche sul -11 all’inizio del 4° quarto, e un utilizzo prematuro dei titolari sembrava più che auspicabile. Ma, incredibilmente, Kobe e Gasol non vedranno più il campo. I raddoppi costanti su Bynum (che chiuderà con un 20+11 che non rende giustizia alla sua prestazione perfetta) e la scelta di seguire il piccolo sui pick-and-roll fà si che possiamo sparare ben 8 triple consecutive, tutte con la second unit (Murphy 3, Barnes 2, Kapono 2 e Goudelock 1) che chiudono la pratica sul 98-70. Dopo aver raggiunto quota 100 punti solo una volta in 20 partite, ci riusciamo per ben due partite consecutive, preparandoci al meglio per il road trip che ci attende al varco.