Nella prima partita senza Kobe, Dwight Howard ed i Lakers trovano una vittoria fondamentale allo Staples sconfiggendo San Antonio 91-86 e mantengono vive le speranze di centrare l’accesso ai playoffs.
Prima della palla a due, “the place that Kobe built”, il tempio pagano del #24, rende omaggio a Bryant con un video tributo alla vista del quale è onestamente difficile trattenere le lacrime.
La scelta di D’Antoni, che deve rinunciare nuovamente al misterioso desaparecido Steve Nash, è quella di partire con Meeks nella posizione di SG, con Metta nuovamente titolare in SF. Il piano partita è chiarissimo: palla sotto per Dwight. Dopo un inizio difficile 6 errori consecutivi e un fallo in attacco del #12, i Lakers si svegliano e aggrappati al loro centro, che tra le altre cose crea pure tantissimo spazio sul perimetro per i compagni, centrano il primo significativo vantaggio 12-6. San Antonio però, a differenza di qualcuna delle ultime uscite, resta benissimo in partita e, grazie ad un Tim Duncan ringiovanito di 10 anni, chiude in avanti il primo quarto 23-22: tutto sommato un saldo per i padroni di casa che tirano appena con il 38%.
In avvio del secondo quarto D’Antoni concede un riposo Howard, mettendo Gasol da centro e rispolvera Duhon. L’ex Blue Devil, però, è protagonista di una serie di palle perse che costringono il coach a rispedire Steve Blake in campo. Il periscopio è fantastico e gioca da leader come mai gli era capitato prima in carriera, guida i Lakers e con 18 punti all’intervallo è il protagonista della sfida che va al riposo lungo con le squadre in parità a quota 43. Negli spogliatoi si fa sentire Kobe Bryant che telefona ai suoi compagni e li sprona, Gasol su tutti ( pessima infatti la sua partita, solo 3/17 per lui dal campo, 7 punti con 16 rimbalzi).
La ripresa inizia con le marce alte per i giallo viola: canestro di Dwight e schiaccione di MWP. Risposte confortanti arrivano pure dalla difesa che tiene benissimo l’attacco avversario. L’unico, grande, problema restano le palle perse che consentono agli Spurs di stoppare qualsiasi tentativo di fuga giallo viola. Se da una parta Gasol è completamente fuori partita, dall’altra ad essere pessimo è Toni Parker, il fantasma del giocatore che fino a febbraio era un legittimo aspirante al titolo di MVP. Sul finale di quarto, con la partita ancora in equilibrio, Popovich si gioca la carta dell’hack-a-Dwight: il risultato è un 4/10 ai liberi che rallenta, non di poco, la partita. Alla fine del terzo il punteggio è ancora in parità a quota 61.
Gli ultimi 12’ si aprono con lo show personale di “superpippo” Jamison che segna 3 canestri consecutivi da 3 punti che accendono finalmente lo Staples. I Lakers si svegliano definitivamente e nonostante Duncan ci provi in ogni modo piazzano l’allungo decisivo trovando il primo vantaggio in doppia cifra. San Antonio tenta invano di ricucire, ma arriva al massimo fino al -5.
La partita termina 91-86.
Dopo la sirena finale, Howard, intervistato da Mike Trudell parla della reazione della squadra all’infortunio di Bryant:“Abbiamo giocato, con fiducia gli uni negli altri e abbiamo dominato. Sappiamo tutti come dovremo giocare ed ognuno di noi deve dare tutto”.
Parole da leader, da giocatore maturo, confermate successivamente dalle parole ad NBATV: “Devo assumermi più responsabilità e dare a questa squadra ed a questa città tutto quello che ho”. Next franchise player ?
Kobe gradisce e, dal divano di casa, coccola, finalmente, il compagno:
“D12 è stato una bestia stanotte. Ieri è venuto due volte in ospedale a trovare il suo fratellone questo è amore #countonD12”
f.r.