Los Angeles Lakers (14-10) @ Utah Jazz (12-10) L 87-96


Dopo la brillante vittoria a Denver la scorsa notte, i Los Angeles Lakers tornano sul parquet per completare il primo back2back di questo febbraio e lo fanno incontrando a Salt Lake City gli Utah Jazz.

Il match è interessante e anche i match-up sono degni di considerazione: oltre alla sfida infinita Bryant-Bell, i due reparti lunghi offrono materiale per un bel confronto.
La partita è gradevole sin da subito. Ritmi sostenuti ma non eccessivi, attacchi scorrevoli, difese ballerine al punto giusto. Lakers e Jazz si trovano in sostanziale equilibrio per tutto il primo tempo. I gialloviola sfruttano le proprie due torri, in particolare Gasol nel primo quarto e Bynum nel secondo; i padroni di casa si affidano, oltre che ad un Al Jefferson in palla, anche alla 2nd unit che dà un buon contributo.
Gli uomini di Mike Brown chiudono sopra di 3 (25-22) il primo periodo, per poi andare negli spogliatoi con 2 punti di margine (49-47 all’intervallo).

Il terzo quarto segue sostanzialmente la falsariga del primo tempo. Calano però un pò i ritmi offensivi, con i due attacchi che producono poco e male. Gli errori sono innumerevoli, molti anche banali: Raja Bell non segna sostanzialmente mai (chiuderà con 2-10), mentre i Lakers oltre al trio Bryant-Gasol-Bynum non trovano dei punti di riferimento all’interno del proprio sistema offensivo. Verso la fine del periodo, Utah si scuote un pò e piazza un parziale di 7-2 con cui mette il muso avanti (62-65) a 3 minuti dal termine. Ma Matt Barnes, ben trovato da Kobe, rimette la situazione in una condizione di parità e porta i suoi, alle porte del quarto decisivo, sul 67 pari.

Il quarto quarto non inizia bene per i Lakers. Spenti, macchinosi, totalmente imballati, subiscono 4 punti in fila che costringono Mike Brown a chiamare timeout. Ma il peggio, per i gialloviola, deve ancora venire. 8:37 da giocare: Pau Gasol, forse anche a causa di un fallo, perde in maniera pessima un pallone in post medio e i Lakers subiscono un brutto 2vs0 finalizzato da Favors. Mike Brown diventa un vero e proprio vulcano e sbraita contro l’arbitro per il mancato fischio. Doppio tecnico giusto per una reazione sbagliata e spropositata ed espulsione per l’ex coach dei Cavs. Da questo momento in poi, l’inerzia cambia totalmente. I Jazz iniziano a vedere una vera e propria vasca da bagno al posto del canestro e Cj Miles, Jefferson e Watson divengono grandi protagonisti: sarà l’ultimo a mettere la tripla del +15 (68-83 Jazz) che chiuderà il devastante parziale di 16-1 con cui Utah porta a casa l’incontro.
Kuester, nel ruolo di head coach vista l’espulsione di Brown, chiama un altro timeout. Bryant dopo un ottimo primo tempo e un appena discreto terzo quarto prende il proscenio e mette due triple in fila che riportano i gialloviola sotto la doppia cifra di svantaggio (74-83 a 6 minuti dal termine). Ma i Lakers, che prima dei 6 punti in fila del Capitano avevano messo a referto la miseria di un punto in 5 minuti, non riescono terminare la rimonta. I Jazz, nemmeno quando gli ospiti tornano sotto di 6, si scompongono e grazie ad un canestro sulla sirena dei 24 secondi di Jefferson e alla tripla da più di 8 metri di Watson chiudono la partita.
I Lakers cadono a Salt Lake City, dove i Jazz vincono meritatamente 96-87, sfruttando l’immatura espulsione di Mike Brown.
Next stop: Philadelphia, la notte tra lunedì e martedì.

D.M.


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