Al Palace di Auburn Hills i Lakers affrontano i derelitti Pistons, in un palazzo che negli ultimi 10 anni ha regalato più dolori che gioie ai gialloviola. Obiettivo far vedere le cose buone viste in casa domenica contro Miami anche fuori dallo Staples Center. Curiosità per la nuova maschera di Bryant, nera alla Black Mamba style.
Si parte con ritmo basso, da Regular Season, lontano parente di quello visto contro gli Heat. I ragazzi sembrano avere sin da subito la partita in mano, raggiungendo pure la doppia cifra di vantaggio in pochi minuti. I primi 12 minuti si chiudono sul 24-17 per i lacustri, grazie soprattutto ad un buon inizio dei due lunghi e ad una buona difesa collettiva, sommato anche alla pochezza dei Pistons.
Il secondo quarto inizia come era stato il primo: i gialloviola continuano ad avere in mano il pallino delle operazioni e la panchina capitanata da un ottimo Bynum mantiene il vantaggio fino a raggiungere il +12 e timeout Detroit. Match che sembra in discesa, ma non è così: non solo cambia la maschera di Bryant che rientrato in campo torna con la maschera delle partite precedenti, ma cambia pure il match. I Pistons decidono di provare a giocarsela aumentando l’intensità e i Lakers, come troppe volte accaduto quest’anno al di fuori di Los Angeles, perdono ritmo e vengono travolti. Un parziale abbastanza clamoroso di 20-4 che fa concludere il primo tempo sul +4 Detroit. Il 20% dal campo di Kobe pesa e l’unico a salvarsi è Bynum e anche un po Gasol.
La ripresa si apre con i Lakers che scendono in campo un poco più concentrati, quel che basta per concedere solo 9 punti agli avversari e terminare il periodo sopra di 7, come avvenuto nel primo quarto.
Con il match che ancora una volta sembra in discesa, vengono fuori i limiti/danni della 2nd unit versione outside L.A. ed ecco concessa un’altra rimonta con Stuckey sugli scudi. Da inizio quarto periodo in poi la partita sarà punto a punto con tanti cambi di leadership fino ad arrivare all’ultimo minuto. World Peace, oggi in versione vacanziera, fa l’unica cosa buona della partita rubando palla a metacampo e appoggiando per il +1 in campo aperto. Possesso Pistons che, per l’ennesima volta, riescono a ribaltare la situazione, ancora con Stuckey, lasciato colpevolmente indisturbato a prendere mira, bere un caffè e leggersi un giornale. Più 2 Detroit a 10 secondi dal termine. Ed ecco qui che la nottata di torpore e buio si accende improvvisamente: inizalmente Prince, visto che loro non avevano ancora raggiunto il bonus, commette fallo prima che Kobe tiri per lasciare meno secondi, che da 10 diventano 5. Palla di nuovo al Capitano che, in pieno stile Lakers-Suns playoff 2006, piazza il buzzer che manda il match all’OT e fa esplodere i tanti tifosi lacustri presenti al Palace.
Overtime quindi, con inerzia a favore dei Lakers si pensa; invece no, continua tutto sulla falsariga del quarto periodo, con Stuckey inarrestabile, un po come il 90% delle PG che affrontano i Lakers, e anche qui si va punto a punto. Bynum e Gasol tentano di tener su le percentuali di vittoria ma è inutile, anche perchè oggi Bryant, tolto il buzzer, è in giornata no e lo si nota nell’OT dove non riesce a firmare neanche un punto.
Arriva la L quindi, meritata, che conferma i soliti limiti in trasferta di questa squadra.
Alcune statistiche che parlano da sole: Bryant-Bynum-Gasol 72 punti – Resto del team 13.
Bench Points: 7
Percentuale dal campo: 41%
Percentuale dall’arco: 13% (3-22)
Tolti Bynum e Gasol e la perla di Bryant, non c’è nulla da salvare oggi ma solo da riflettere per questa ennesima figuraccia esterna.
Next stop: domani notte in back2back a Washington contro una squadra per cui ci vuole una grande impresa a perderci. Ce la faranno i nostri eroi ad arrivare punto a punto pure contro di loro? Lo scopriremo domani notte da l’una, se ne avrete voglia, se sarete in preda a masochismo assoluto…
recap by los angeles lover