Dopo la sconfitta domenicale ad opera degli Orlando Magic, tornano in campo i Los Angeles Lakers, nella prima di un trittico di trasferte molto insidiose: gli avversari di serata sono gli Houston Rockets. Per i lacustri, non sono a referto Steve Nash, Steve Blake e Pau Gasol, ai box a causa di una sospetta tendinite ad entrambe le ginocchia.
I Lakers partono in modalità “only Kobe”: prime 4-5 azioni con palla al 24, e tiro forzato. Houston è inizialmente imprecisa al tiro, i lacustri si portano presto sul 10-2 grazie a 5 punti di Antawn Jamison, subito efficientissimo in attacco, e costringono i Rockets al timeout. La difesa gialloviola ruota piuttosto bene ed è più attiva delle ultime uscite, tanto che costringe spesso Houston a tiri non facili e forzati. A metà primo quarto, ecco la prima sorpresa: i primi ad entrare dalla panca lacustre sono Meeks (per Metta) e Earl Clark. I gialloviola, guidati da Kobe Bryant, salgono presto sul +13 (28-15 con pochi minuti da giocare nel primo quarto), prima di concedere un parziale di 7-2 che fa chiuder il parziale sul 30-22 a favore dei Lakers. Sono già 14 i punti di Kobe Bryant, unico in campo per tutto il primo quarto, mentre abbiam già colpevolmente concesso 5 rimbalzi offensivi. Rockets che tirano col 31% dal campo, rispetto al 50% dei lacustri.
Nel secondo quarto la musica non cambia: i ritmi sono alti, Hill e Jamison mettono molta energia in difesa ed a rimbalzo ma Houston regge con i panchinari. Il quintetto gialloviola non è esattamente dei migliori.. ma niente in confronto a quelli visti solo qualche settimane fa. Morris, Meeks, World Peace, Jamison e Hill riescono a mantenere il distacco sulle 6 lunghezze, pur concedendo ancora numerosi rimbalzi offensivi (non sfruttati a dovere da Houston). Quando rientra in campo Howard si nota subito la differenza: c’è lui in mezzo all’area avversaria, la difesa si chiude per proteggere il pitturato e si aprono praterie per i tiratori lacustri: arrivano quindi le triple di Jamison e Meeeks, che portano il punteggio sul 46-33 a favore dei losangelini.
Kobe, in tutto ciò, è ancora in panchina: rientra in campo con meno di 5 minuti da giocare nel quarto, e da subito contribuisce alla causa, tenendo alti i ritmi, guidando attivamente la difesa e segnando altri 5 punti consecutivamente. Houston aveva chiamato il timeout sul -13 per fermare l’emorragia? Houston si trova a dover richiamare timeout, dopo neanche 3 minuti ed un parziale di 8-2 subito. Negli ultimi minuti rimangono da segnalare ancora alcuni rimbalzi offensivi concessi ed una buona penetrazione di Antwan Jamison: all’intervallo lungo, i Lakers conducono 58-45.
Sono già 21 i punti di Kobe Bryant (con 8/18 al tiro), 12 quelli di Jamison e 6 quelli di Howard e Metta World Peace. I lacustri sono al 50% dal campo, mentre Houston è al 32%, percentuale che sarebbe ancor peggiore senza tutti i rimbalzi concessi dalla difesa lacustre: 15, dico quindici, in 24 minuti. Onestamente troppi.
Per i Rockets, primo tempo da dimenticare per Lin e Harden (2/15 al tiro complessivo per le due guardie, con 0/4 da 3 punti) mentre desta buone impressioni Toney Douglas (scelto al draft 2009 proprio dai Lakers), autore di 14 punti e di diverse penetrazioni vincenti. Per quanto riguarda James Harden, è da segnalare l’ottima prova difensiva del nostro “ex” Ron Artest.
Nel terzo quarto sono i Rockets ad aprire le danze: la difesa lacustre dorme, e Houston ne approfitta mettendo subito a referto 8 punti. Con il vantaggio dimezzato, i lacustri si danno una svegliata e tornano a segnare con continuità: non ci sono forzature, i titolari sono tutti partecipi in attacco (arrivano 6 canestri in fila da 5 giocatori diversi) e il risultato è subito evidente. Il parziale è di 15-6, ed il vantaggio lacustre arriva a toccare i 16 punti sul 75-59. La concentrazione però non dura, a causa anche di alcune ottime difese di Houston: i lacustri sbagliano 4 tiri in fila, mentre dall’altra parte i Rockets infilano 9 punti consecutivamente, riportandosi sul -7. Arriva un brutto colpo su un occhio per Kobe Bryant, per fortuna senza conseguenze, ma soprattutto ritorna la buona difesa che si era vista a tratti nel primo tempo: l’emorragia si ferma e, nonostante numerose palle perse in attacco, i lacustri (anche con i panchinari + un Kobe non sempre lucido nella scelta dei tiri) riescono a mantenere il vantaggio intorno alle 10 lunghezze fino a fine quarto. Il tabellone dice 83-73 a fine terzo quarto.
Ultimo periodo che si apre con dei buoni Lakers: Duhon guida l’attacco con maestria, Hill chiude bene l’area lacustre e segna su p’n’r (al contrario di com’era andata nel secondo quarto con Morris), e con 7 minuti sul cronometro il vantaggio è addirittura aumentato. Qualcosa però si blocca: arrivano tre palle perse (quasi consecutive) per i gialloviola, e senza difficoltà Houston si riporta sotto. Con 5 minuti da giocare, il tabellone dice 94-90. Kobe Bryant riporta i lacustri sul +6, e con tre minuti e mezzo da giocare arriva, come annunciato anche prima della partita dal coaching staff dei Rockets, il cosiddetto “Hack-a-Dwight”. Arrivano due falli immediati per Superman, che segna solo uno dei quattro liberi. Dall’altra parte, Houston continua a segnare, fin troppo facilmente, e con i punti di Harden e Smith si porta sul -1. Howard segna di nuovo un libero su due, e con la tripla di Douglas i Rockets passano in vantaggio, per la prima volta nella partita, sul 100-99. Howard segna 3 dei 4 liberi successivi, riportando i lacustri sul +2, e stoppa Delfino ad altezza siderale, ma non può nulla sull’ennesimo canestro di Smith che pareggia quando rimane da giocare un minuto e mezzo. Kobe sbaglia due conclusioni consecutive, e con i liberi di Harden e Smith Houston si porta sul +4. Ci sono ancora 16 secondi, i Lakers vanno per il tiro da tre punti e Kobe lo segna immediatamente, riportando i lacustri sul -1. Toney Douglas, che era 28/28 ai liberi in questa stagione, sbaglia il 29esimo, lasciando sul +2 i Rockets. Ci sono 8 secondi per i Lakers per pareggiare o addirittura vincere, Kobe si prende la tripla e la sbaglia, e sul rimbalzo né World Peace né Jamison riescono ad infilare il canestro del pareggio.
Finisce 107-105 per Houston.
Per l’ennesima volta, arriva la sconfitta grazie ad una scellerata gestione del vantaggio nella seconda metà del quarto quarto. E, per come era andata la partita nei primi tre quarti, è veramente un peccato. Il parziale degli ultimi 7 minuti di partita è 26-13.
Le principali cose su cui lavorare? Abbiam concesso 21 rimbalzi offensivi, perso 19 palloni (ben dieci nell’ultimo quarto) e, in generale, non siamo stati capaci di mantenere un buon livello di gioco (offensivo ma soprattutto difensivo) per più di 4-5 minuti per volta. Kobe chiude a quota 39 punti ma avrebbe potuto coinvolgere di più i compagni (appena 2 assist), Howard chiude con 16 punti e 12 rimbalzi ma ben 8 liberi sbagliati (su 16 tirati), Jamison conclude la partita con 15 punti e 9 rimbalzi, ma ha sicuramente molte responsabilità sui troppi canestri nel pitturato concessi, soprattutto a fine partita.
La strada verso i Playoff è ancora molto lunga, al di là del record che dice 8 vinte e 10 perse.
Si torna in campo tra meno di 24 ore, a New Orleans, contro gli Hornets (che, notizia della notte, dal prossimo anno potrebbero, mantenendo le ali, diventare Pellicans).
Go LAL!!
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