Los Angeles Lakers @ Toronto Raptors 94-92 (16-12)


Avevo pensato per un attimo di scrivere, per quella che è stata una partita surreale, un recap surreale, nel senso proprio del manifesto del Surrealismo, lasciando quindi andare parole in libertà direttamente dall’inconscio, senza filtrarle dalla ragione. Ma mi sono accorto che probabilmente avrebbero bannato Lakersland a vita da ogni angolo della rete.

Se questa partita fosse arrivata un anno fa, avrei trovato qualcosa di positivo a prescindere da quello che si sarebbe visto in campo: “eh, tesoro sai…ci sono i Lakers, devo fare il recap, questa domenica sera resto a casa”; ma ora che il problema non c’è più (del resto se sei ridotto a trovarti le scuse per non uscire…) mi chiedo, ci chiediamo, vi chiediamo cosa c’è di buono stasera? Nulla, è del tutto evidente, anche se un amante della pallacanestro non può comunque non restare meravigliato di fronte agli ultimi due minuti di Kobe Bryant. Con i Lakers sotto 84-88, il Mamba è uscito dalla teca per mordere a ripetizione: tripla, rubata, assist e, dopo l’ennesimo canestro di Calderon, tiro della vittoria a 4 secondi dalla fine, il tutto mentre sul forum imperversavano i video del prode Germano Mosconi. La partita si è chiusa lì, perché è giusto ricordare che rischiavamo di perdere, anzi avevamo perso, contro una squadra che non è neanche a conoscenza della possibilità di chiamare time out quando non si riesce a rimettere il pallone, riconsegnando così il possesso e la vittoria ai ragazzi dell’intrepido Brown.

Già, Mike Brown. Che bella gestione di gara per questo coach così preparato, che ha più assistenti che giocatori perché non sa minimamente cosa mandare in campo, un uomo che ai tifosi interisti dei Lakers fa sembrare bello avere Claudio Ranieri sulla panchina della loro squadra del cuore nerazzurra. Non facciamogliene una colpa, è limitato si sa. Però a vedere la partita siamo capaci tutti, si presume anche lui, quindi. Allora per quale motivo una volta che sceglie di tenere Fisher fuori il più tempo possibile nel secondo tempo, ridicolizzato da Calderon, insiste con Blake che invece dallo spagnolo si è fatto umiliare come un toro drogato da un torero? Forse per quello che il ragazzotto da Maryland dà in attacco. O forse no, visto che spadella, gioca con una paura fottuta che da un momento all’altro Bryant possa rivolgergli la parola, perde palloni imbarazzanti e mette fuori ritmo anche gli arbitri. Brutto andare con Goudelock che è l’unico che dimostra quantomeno di non farsela sotto?

Fermiamoci a riflettere, deve essere un recap, non lo sfogo di un tifoso. Il signor Brown non c’ha capito un’emerita mazza neanche con i lunghi, ma oggi certo non è tanto colpa sua. Ne ha due forti, un fantasma e uno scarso che almeno salta, corre e picchia. Ora, dal momento che i due forti giocano come il fantasma, riuscendo a resuscitare (a proposito di morti) Aaron Gray e, udite udite, Jamaal Magloire che pensavamo si fosse ritirato nel 2008, dai quali si fanno mangiare in testa, non è il caso di provare a dare almeno qualche minuto a McRoberts? Si, siamo ridotti a questo, perché di Murphy cosa dovremmo dire? La parabola del tiro di quest’uomo si fa via via più piatta man mano che lo scarto tra le due squadre è sotto la doppia cifra. Si spiega così perché ad Indiana tirava bene da fuori, erano tutti garbage time.

Basta fare i tifosi, analizziamo quanto successo in campo. C’è poco da analizzare: abbiamo giocato un primo quarto quantomeno da concentrati e abbiamo subito pensato di essere tornati quelli del back to back, smettendo di giocare. Toronto è tornata in partita in un nanosecondo, neanche a dirlo, grazie alle scintillanti prove già sopra elencate. Gli unici ad avere una faccia da giocatori di basket, con voglia di competere e non da bimbi smarriti, sono Kobe e Goude; pure Messina con quella faccina da professore sembra quel cinese venuto in erasmus qualche anno fa che se ne tornò a casa con un anello.

Qualcosa va fatta, subito. Qualcosa va detta, adesso. Ma la realtà è che qui c’è poco da fare: se aspettiamo altre due settimane per Gasol e Bynum alla pari non ci danno nemmeno Crosariol e Giachetti, altro che Deron ed Howard. Non ho voglia nemmeno di vedere contro chi è la prossima, cercatevela da voi. La partita mi ha provocato un tale disgusto che mi è venuta voglia di vedermi la Virtus a Varese, appena registrata, a proposito di Crosariol.

Ah, è finita 94-92.

Il vincitore del: metti anche tu un career high contro i Lakers, meglio se contro Fisher, è ovviamente Jose Calderon, autore di 30 freschi punti con 13/18 dal campo. Tutti dedicati al Papero.

 

Ci sentiamo presto.

 


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