Los Angeles Lakers vs. Denver Nuggets 122-103 W (8-8)


Dopo una pessima L contro i Pacers, un’ottima W contro i Nuggets. Jamison e Meeks entusiasmanti

Che la reazione alla precedente sconfitta fosse stata eccessiva è evidente. I Lakers tirano fuori una gran partita griffata pesantemente Mike D’Antoni.


I ritmi sono alti sin dall’inizio, cosa abituale per Denver e che con il tempo dovrebbe diventare abituale anche per i Lakers. Mentre Gallinari infiamma le folle con un’ottima sequenza tripla+schiacciata in coast-to-coast, i Lakers prestano attenzione a mantenere delle buone spaziature con i due lunghi in area (preferibilmente uno in post alto e uno in post basso), Bryant con la palla in mano a giocare il pick and roll con uno di loro, World Peace e Morris negli angoli pronti a tirare. Se alle buone spaziature aggiungiamo un Howard molto presente e sin da subito rebus irrisolvibile per i lunghi dei Nuggets, capiamo come la qualità dei tiri sia vertiginosamente in ascesa. Ovvio che questi tiri poi vadano segnati, per fortuna non si assiste ad una replica della spadellata multipla contro Indiana, al contrario i Lakers tirano il 70% per buona parte del primo quarto.
Il lento ma progressivo avvicinamento a quella che dovrebbe essere una “squadra di D’Antoni” è testimoniato dal fatto che per la prima volta in stagione i primi cambi non vedono il solito quintettone, del quale ci si augura a questo punto l’estinzione, ma una conformazione ben più equilibrata con Jamison cambio di Gasol. Il risultato è che, mettendo l’ex Wizards e Cavaliers sul perimetro, le spaziature sono ancora migliori: Howard ha ancora più spazio per dominare, i tiratori hanno open looks ad ogni possesso. L’ingresso di questo quintetto propizia un parziale di 14 a 2 che regala ai Lakers un discreto cuscinetto di vantaggio.
Denver prova a reagire nella maniera consueta, ovverosia aumentando ritmi e aggressività verso il ferro, ma non riescono nel primo quarto a cambiare in modo sensibile l’inerzia del match. Si va al primo mini-riposo sul 34-27 gialloviola.

D’altronde Denver in questi ultimi anni si era abituata alla possibilità di cambiare facilmente la partita giocando small ball con McGee, una SF a giocare da 4, e tre esterni; i “vecchi” Lakers con due/tre torri andavano nel panico, questi nuovi Lakers invece non solo non sono a disagio, ma anzi accettano di buon grado l’aumento dei ritmi e hanno le armi necessarie per poter fare un parziale anche in queste condizioni. Gasol viene inserito nel ruolo a lui più congeniale, giocando accanto a Jamison, e si trova subito più a suo agio riuscendo a far girare ottimamente il pallone dalla punta.
Un Meeks mostruoso e un Jamison in palla guidano la second unit ad un ulteriore parziale in avvio di secondo quarto figlio di una precisione al tiro tornata improvvisamente altissima (Meeks 5/5 da 3!!), anche se il dato più interessante che emerge dal tabellino è un altro: a metà secondo periodo i Lakers hanno assistito 16 dei 22 canestri dal campo, numeri da Spurs.
Insomma, c’è poco da dire: dispiace che Jordan Hill non veda il campo, ma è molto evidente come giocando con Jamison da 4 perimetrale (quanto ne abbiamo parlato…) più un lungo pesante si possa dar vita ad un attacco qualitativamente molto migliore. Il buon Jordano entrerà solo pochi minuti (4 falli in 4 minuti) alla fine del secondo quarto per dare il cambio ad un Howard ferito vicino all’occhio sinistro, ed è curioso notare come in questi frangenti D’Antoni metta lui al centro dell’area a giocare pick and roll e Gasol sul perimetro, a testimonianza di quali sono le idee del nostro allenatore.
In due quarti i Lakers sono già a 71 (dopo averne segnate 76 in 4 quarti contro i Pacers), Denver insegue a 57.

Il piano di coach Karl per rimontare prevede che ad ogni possesso a inizio terzo quarto si cerchi di coinvolgere Gasol portando Faried a bloccare con il catalano a inseguire Lawson; lui barcolla, non affonda. D’Antoni lo capisce e concede al quintetto iniziale appena 5 minuti e mezzo. Quindi cambia Gasol con Jamison e rimette tatticamente le cose a posto. Tolta ai Nuggets l’arma del pick and roll continuativo con Faried i Lakers riprendono quota, e con questo quintetto confermano di essere a tratti indifendibili. Howard continua a dominare sotto le plance e lo si vede da come è aggressivo nel catturare i rimbalzi, oltre che nel portar giù il ferro quando sale per la bimane. Il pick and roll tra lui e Kobe, con tre tiratori pronti sul perimetro, è pressochè immarcabile per Denver.
Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo in questa conformazione, è che per essere efficace ha bisogno che ci sia sempre Bryant in campo da playmaker a mettere in ritmo lungo e tiratori, il che determina una lievitazione del suo minutaggio (37 alla fine ma solo perchè buona parte del quarto quarto è garbage) e una riduzione della sua precisione al tiro. Quando i Lakers potranno usufruire di Nash (ancora 1-2 settimane di stop previste), le cose non potranno che migliorare, potendo da un lato far rendere questo quintetto al meglio e dall’altro far riposare Kobe 5-8 minuti in più.
Jamison è il giocatore che più beneficia dell’abolizione del quintettone. Finalmente riempito di quella confidence che settimane di partite fuori ruolo avevano ammazzato, ora non solo è più affidabile al tiro ma è anche più attivo a rimbalzo e in difesa: il giocatore di cui avevamo bisogno. La sua impressionante prestazione è di quelle da ricordare, un reminder per chi alla fine dell’anno dovrà votare per eleggere il Sixth Man of the Year.
I Lakers chiudono 97-82 il terzo quarto e si apprestano ad un quarto quarto di puro controllo. Il punteggio smette di destare interesse, resta invece il piacere di vedere giocare questi Lakers, di vedere Jamison raggiungere quota 31 punti e 12 rimbalzi, Meeks pareggiare il career high di triple segnate (7/8), Howard rimpinguare il bottino di punti e rimbalzi (28+20) e segnare una clamorosa tripla dall’angolo (sì, avete capito bene, segnare una clamorosa tripla dall’angolo). E’ festa per tutti.

Una nota che non emerge dal boxscore ma che vale la pena di sottolineare a riassunto di tutto quanto detto finora: Gasol e Howard giocano insieme solo 15 minuti.

Prossima fermata Domenica per la classica partita casalinga, avversari i Magic.

Boxscore

g.m.


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