Pesante sconfitta dei Lakers, ancora senza Bryant, contro dei ritrovati Spurs. Parker dominatore del match
La gara assomiglia a tutti gli effetti ad una gara-2 di un’ipotetica (e chissà, futura) serie di playoff. Popovich infatti propone degli aggiustamenti a partire dal lineup, dove il lungo Tiago Splitter viene preferito a Dajuan Blair, energico ma sottodimensionato titolare abituale. Del resto la gara giocata una settimana fa ha sancito un dominio tale sotto canestro per i Lakers che coach Pop è stato costretto a lavorare sul piano partita per arginare questo dominio sin dalla decisione per il quintetto di partenza. Un’altra contromisura adottata è quella di coinvolgere Bynum da subito in un gran numero di pick and roll in cui sia costretto a inseguire Parker in palleggio; il francese sarà dominante, ma ci arriveremo più tardi.
Il risultato di questi aggiustamenti è inizialmente ininfluente: da un lato infatti San Antonio gioca una buona pallacanestro offensiva, dall’altro però non riesce a contenere in nessun modo la strapotenza fisica dei lunghi dei Lakers. Bynum infatti segna 13 punti già nel solo primo quarto e mette in imbarazzo prima Duncan e poi Splitter. L’idea è che la gestione di Bynum in single coverage non abbia futuro, ma finchè è questa la scelta avversaria, è giusto martellare la difesa fornendogli palloni su palloni in post basso.
La partita nel primo tempo è equilibrata, i Lakers cercano di mantenere i ritmi più bassi perchè trovano la via del canestro comodamente a difesa schierata, gli Spurs cercano invece di correre e tirare di più in transizione. Le due second unit si fronteggiano (stranamente) alla pari e Brown può permettersi di tenere a riposo il suo centro titolare, approfittando di un buon Gasol da 8+5+4 nei primi due quarti.
L’equilibrio si spezza a cavallo del ritorno in campo di Bynum. San Antonio segna 6 punti consecutivi, Brown chiama time out per i Lakers, e in uscita dal timeout avviene lo strappo. Un adagio ricorrente dice:”Dimmi come esci dai timeout e ti dirò come sei allenato”. I Lakers escono dal timeout mettendo a segno 5 palle perse consecutive e subendo un parziale di 18-0.
Parker è libero di prendersi i suoi palleggio-arresto-e-tiro e di segnarli, la transizione difensiva dei gialloviola è inguardabile, come la loro difesa sul perimetro. E’ un momento di confusione totale per i padroni di casa. Sessions prova a svegliarli, ma non è impresa facile. Il drammatico secondo quarto si chiude 47-63.
Nel terzo quarto il canovaccio ripercorre quello visto nel primo quarto: i lakers cercano di servire Bynum in post basso, gli Spurs giocano pick and roll con l’uomo di Bynum (Duncan). La differenza è che mentre Bynum fatica ad avere ricezioni pulite e non riesce ad incidere come nel primo quarto, anche a causa di una gran prova difensiva di Duncan, gli Spurs segnano praticamente ad ogni possesso. Tony Parker è inarrestabile, evidentemente nell’intervallo non sono state trovate soluzioni al problema che già nel primo tempo era piuttosto grosso. Per la verità i Lakers provano qualcosa di diverso, provano cioè a cambiare sul p&r: non una grande idea. TP domina, sarà lui il man of the match con 29 punti e 13 assist in solo 30 minuti di gioco: impressive.
I Lakers tentano una variazione sul tema: approfittando del cambio nelle rotazioni avversarie (Diaw come ala grande al posto del deludente Splitter dominato nel primo quarto) provano a servire di più Gasol in isolamento in post basso. Ma il tentativo fallisce, il catalano non riesce a sfruttare il mismatch e l’inerzia della gara non cambia. I padroni di casa appaiono impotenti, così come apparivano impotenti gli Spurs una settimana fa. Bynum, innervosito, fa grande fatica in attacco e a rimbalzo, fondamentale in cui i neroargento mettono tutt’altra intensità rispetto a “gara-1”.
Archiviato il terzo quarto sul -21 (70-91), World Peace e Barnes provano ad architettare un timido tentativo di rimonta, ma Ginobili li ricaccia indietro e la partita non riserva più emozioni. Il quarto quarto non è etichettabile come vero e proprio garbage time, ma piuttosto come una lenta agonia verso l’inevitabile finale: 91-112 Spurs.
Nella notte tra venerdì e sabato ci sarà il terzo e ultimo incontro stagionale tra le due squadre. Nella speranza che la sconfitta sonora di oggi serva a compiere i doverosi aggiustamenti, (difesa sul pick and roll, transizione difensiva, difesa sul perimetro, alternative per coinvolgere Bynum oltre l’iso in post), e consapevoli che con Bryant in campo gli equilibri tecnici cambieranno, ci diamo appuntamento a stanotte per il back2back da giocare ad Oakland contro i tankeggianti Warriors.
Stay tuned!
g.m.