L’ultima volta. Los Angeles Lakers vs Utah Jazz W 101-96


Forse non lo dovremmo neanche scrivere questo recap. Adesso che mettiamo le dita sulla tastiera ci rendiamo conto di non aver mai scritto un recap dei Lakers che non avessero Bryant a roster. È quindi l’ultima volta che ci prepariamo a raccontare una gara in gialloviola con Kobe in campo. Anche per noi di Lakersland, così, si chiude un’epoca: riunitici dieci anni fa da un altro forum, questo sito è nato dall’amore per i Lakers ovviamente, ma ispirato dalla passione per Bryant, da quella continua lotta che ci univa nella rete, contro chi gli diceva di tutto, dal perdente all’egoista. Siamo nati quasi come una setta, un gruppo intimo di amici adoranti dell’allora numero 8, e vogliosi di rivedere i Lakers ai livelli dei primi anni 2000. Dovremmo scrivere questo recap, ok. Ma forse quasi non dovremmo farne più uno. Perché è inutile negare che senza Kobe ad appassionarci, a tenerci insieme in anni in cui era l’unica ragione per vedere le nostre partite, probabilmente non sarebbe nata neanche questa comunità. Anche per questo dobbiamo ringraziare Bryant, considerando le amicizie e le fantastiche avventure nate su Lakersland. Un altro recap dei Lakers dopo Kobe Bryant? Sì, lo faremo. Ma non sarà più la stessa cosa.

Il collegamento con le immagini è impietoso sin dall’inizio: Kobe è emozionato, tanto, riesce a stento a trattenere le lacrime mentre vanno sui teloni le immagini della sua carriera e Magic al centro del campo lo introduce a tutto lo Staples.

Chissà se anche oggi, come negli ultimi 20 anni, avrà umiliato un malcapitato compagno durante il riscaldamento: è toccato praticamente a tutti. Quest’anno hanno fatto a gara per riscaldarsi con lui, per poter apprendere qualcosa dal suo gioco. Il video celebrativo in cui viene salutato dai grandi di ieri e di oggi ti spezza già il cuore: scorrono le immagini di Shaq, Fox e ci sembra impossibile siano passati già quindici anni da quei Lakers, ci sembra incredibile che sia passato così tanto tempo, e che sia finito tutto così presto, che eravamo giovani adolescenti quando abbiamo iniziato a sognare con quella squadra e Kobe, e oggi ci spuntano i primi capelli bianchi.

I primi sei minuti sono in linea con quelli della nostra stagione, Kobe forza un po’ all’inizio, i ragazzi sono bloccati e il punteggio è inevitabilmente bassissimo. La sensazione è che anche oggi provi a testarsi per capire se può andare o giocare una partita di più basso profilo. Il primo canestro di Bryant è vintage puro: stoppata in aiuto come ha fatto tante volte, ed entrata in penetrazione alzando l’arcobaleno dalla linea di fondo come il primo buzzer beater di gara4 con i Suns nel 2006; prende ritmo e segna altri quattro canestri consecutivi meravigliosi. Sei sicuro di volerti proprio ritirare? Iniziamo a commuoverci perché capiamo che Bryant si rende conto di avere davanti gli ultimi minuti di basket della sua vita ed è determinato a giocarli al 200%, come fossero una gara7. La passione e la voglia che Kobe prova per questo sport è da lacrime, non ci sono paragoni se non con Michael Jordan da questo punto di vista. Come prevedibile gioca tutto il primo quarto per poi prendersi un riposo nei primi sei minuti del secondo periodo. I suoi ultimi sei minuti di primo tempo sono sulla falsariga della prima apparizione: se può tira, anche forzando, diversi errori ma anche qualche gemma preziosa. Il problema è che al solito non si difende neanche per sbaglio e all’intervallo il punteggio è già 57-42. Peccato perché si poteva onorare meglio l’occasione ma purtroppo non si cambia da un giorno all’altro.

Comunque anche in questi primi ventiquattro minuti c’è tutto quello che è stato Kobe: si gioca al massimo, anche forzando, anche sbagliando, ma onorando la pallacanestro fino in fondo. A volte ci ha fatto imbestialire, ma è nella sua natura ed è quello che l’ha portato ad avere questa straordinaria carriera. Manca solo un tempo alla fine della carriera di Kobe Bryant.

Ultimo intervallo e si ricomincia. Fadeaway dal gomito e canestro. Poi altri 6 punti. Ci sembra uno di quei “Kobe moments” come ne abbiamo visti e commentati tanti in questi anni. Lo Staples si riaccende e lui riporta i Lakers in partita. Un canestro galleggiando per aria, sembra quasi quello con gli Orlando Magic in gara 5. Prende la linea di fondo, virata ed altri 2. Una tripla e poi un’altra ancora: 17 nel terzo quarto ed ennesima partita sopra i 30 punti. Peccato che i suoi compagni, però, proprio non difendano: una volta sicuramente sarebbero stati maltrattati dal Mamba. Oggi no. L’abitudine a perdere di questi ultimi 3 anni viene tutta fuori. Lo sforzo di Bryant è quasi vanificato: al termine del quarto è comunque + 9 per i Jazz. “The fourth and final period”, Lawrence Tanter saluta così, come ogni sera peraltro, l’inizio degli ultimi 12’ della stagione dei Lakers e della carriera di Bryant. Si comincia con un tiro dal gomito destro, lo stesso dal quale un suo tiro identico aveva dato il +4 ai Lakers nel corso del quarto quarto di gara 7 contro i Celtics, questa volta il ferro nega il canestro. Poi arriva una stoppata, Kobe non ci sta e segna da 3 il canestro che vale il quarantello. L’ennesimo, solo Jordan ne ha segnati di più. E’ il momento per provarci e i compagni lo capiscono. Arriva la scossa e per un paio di minuti i Lakers difendono pure, o meglio ci mettono la giusta energia: -5 e timeout obbligatorio per i Jazz. La stanchezza è evidente, Kobe non si risparmia. Vuole davvero regalare ai suoi tifosi tutto se stesso. Anche stanotte. Come tante, forse troppe, altre volte. Scott gli chiede se ne abbia ancora, lui risponde di sì. Anche se forse mente. E invece no. C’è ancora un’ultima partita da vincere. Arriva un’altra ultima scarica. Ci regala un’altra gita sopra i 50. Per la venticinquesima volta in carriera. I Lakers a -1 con un minuto da giocare. Dopo il timeout, Mack sbaglia da 3. Rimbalzo di Russell, palla nelle mani di Kobe: palleggio, arresto, tiro e sorpasso. La rimonta è completata. Utah sbaglia ancora. Rimbalzo di Clarkson e palla a Kobe. Fallo e tiri liberi. Forse pesano più di quelli con il tendine rotto. Sono gli ultimi, ma il risultato è lo stesso. Lo Staples esulta. 60 punti e Utah gli regala il timeout per l’ultima ovazione. C’è pure il tempo per un abbraccio con Shaq. Non ci può essere finale più bello. A 4 secondi dalla fine l’ultima standing ovation. E’ finita. Le lacrime pure. 8 & 24 per sempre! Mamba out. Grazie di tutto Kobe.

 

La Redazione.


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