Ciao. Questa che state per leggere è una storia che parla di stronzi. Stronzi intesi come essere umani, non come quelli che facciamo al bagno. Infatti state per leggere la storia di una squadra di stronzi, e di un tifoso ancora più stronzo di loro che se li è visti in diretta notturna dovendone scrivere l’articolo. Questa squadra di stronzi, che per comodità chiameremo Lakers, ha dato l’impressione di chiudere la partita già all’intervallo; ma poi si è fatta rimontare, ha smesso di giocare e ha perso contro una squadra di mentecatti. Il tifoso stronzo, che per l’occasione chiameremo Alan, ritrovandosi stanco morto e assalito dal sonno, ha pensato di iniziare a scrivere l’articolo a metà partita, immaginando (da vero stronzo, appunto) che i Lakers avrebbero portato agevolmente a termine il compito, dato che nel frattempo il vantaggio si era anche allargato fino ai 21 punti. Ciò che leggerete, quindi, è il recap di una partita che poi non c’è più stata e che si è trasformato in un tragico e drammatico play by play che solo la stanchezza ha evitato di far diventare una sequela di bestemmie. Una stanchezza, mista a rabbia, che non mi fa rileggere neanche lo scritto: per cui perdonate errori e soprattutto ripetizioni. Ma tanto dubito avrete la forza di leggerlo. Magari scoppia il mondo stanotte. Buona lettura.
Non credo sia giusto, né tantomeno umano, far rimanere sveglio un povero cristo nel cuore della notte per vedere, per poi farne anche un articolo, i Lakers in trasferta sul campo degli elettrezzanti Washington Wizards 2011-’12. Così ho deciso che un tempo sia più che sufficiente per poter stilare un pezzo su questa oscenità, sperando che per quando avrò finito con l’articolo la partita sia ancora più in ghiaccio di quanto non lo sia all’intervallo (64-49). Oltretutto scrivere è anche un bel modo per tenersi svegli, in una notte che mi vede crollare dal sonno come mia madre verso le 22 di sera.
Bene, ora dovremmo parlare della partita. Ma quale? Ce n’è forse stata una? No. E stavolta non è colpa dei Lakers. Credevo di aver fatto il pieno per quanto riguarda lo schifo cestistico dopo essere andato a viale Tiziano a vedere la Virtus Roma infangare il nome della pallacanestro contro Sassari, ma mi sbagliavo di grosso. Gli Washington Wizards confermano tutte le sensazioni date anche in questi mesi di regular season, ed infangano proprio il concetto di sport. Si presentano alla palla a due con Wall, McGee e una serie di sfollati mai visti e sentiti prima che non so proprio da dove possano provenire: c’è un Booker ma non è Melvin, c’è un Singleton ma non è James, c’è un Crawford ma non è Jamal e c’è anche un Brooks ma non è Aaron, né tantomeno Scott. La “squadra” di Wittman rinuncia già dal primo possesso a mettere in piedi qualcosa che possa essere chiamato basket, ognuno corre e pensa a se stesso, ma neanche pensano a segnare, pensano solo a provare la giocata spettacolare, la schiacciata. Il pubblico è molto coinvolto dalla prestazione degli idoli di casa, tanto da creare un’atmosfera che fa credere si giochi allo Staples visto i boati che accolgono le giocate gialloviola. Probabilmente la tattica è di destabilizzare gli avversari al punto da farli rimanere inermi di fronte a tanto scempio, e qui entrano in gioco i meriti dei Lakers: i ragazzi di Brown sono bravi a rimanere concentrati a fare la loro partita, anche quando ogni tiro da fuori dei padroni di casa è un attentato al ferro e al tabellone. Una concentrazione che, ad esempio, non si è vista minimamente a Detroit.
Bene, stavo per parlare di qualche altro merito dei Lakers, ma nel frattempo i signorini si sono fumati 21 punti di vantaggio, chiudendo il terzo periodo solo sull’83-81. Se penso che cinque minuti fa credevo di poter andare a letto finito il periodo, mentre ora mi aspetta un’altra mezzora di questo schifo, mi viene voglia di morire. Ringraziamo le palle parse, Bryant che si è messo a forzare l’impossibile dopo un primo tempo da 20 punti e percentuali crollate per via di un attacco che ha smesso di funzionare.
Perchè i Lakers hanno smesso di giocare, alzato del tutto le mani dal manubrio. Temo in modo irreperabile, appunto: vantaggio Wizards 83-84, non smettono più di segnare, 83-87. Blake è osceno, per quanto ancora dovremo sopportare? Forse dovrei chiudere word, altrimenti non la smetto più.
Torno a guardare la partita un paio di minuti, ma Nick Young è entrato in modalità “segnotutto”, mentre Kobe (con minutaggio eccessivo) è in una di quelle rotture prolungate degne dei più bei tempi, con lui a forzare tutto ad ogni azioni e sbagliare puntualmente. Bella figura state facendo, schifosi.
Bryant è uscito fuori dal match in modo irrecuperabile, Gasol e Bynum provano a tenere in piedi una baracca che però oramai in attacco stenta e in difesa si è del tutto fermata, proprio nel momento in cui gli Wizards con Young e Mason vedono il canestro come una vasca da bagno. Non c’è che dire, stiamo andando verso una disfatta di proporzioni clamorose, da far rabbrividire Detroit 2008, con la differenza che domani sera non avremo nessuna trade a svoltarci la stagione.
La stupidità dei Wizards ci rimette in partita, continuano a tirare da tre dopo due secondi di azione in un momento in cui gli basterebbe gestire la palla dal +6 per portare la W a casa, così rientriamo e ci riportiamo in testa di un punto grazie ad un grande Bynum.
Niente, la buttiamo nel cesso, -3 a 51 secondi, perchè oramai è giusto così: tre attacchi osceni e tre rientri in difesa ancora peggiori. Qualcuno peraltro abbatta Derek Fisher, giochiamo costantemente 6 vs 4.
La chiudiamo in bellezza: sotto di tre a 14 secondi dalla fine ci dimentichiamo il rimbalzo difensivo, Wall subisce fallo, ne segna solo uno e a rimbalzo sul secondo ci ostacoliamo regalando, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, l’ultimo definitivo pallone ai ragazzi di Wittman. Finisce 106-101.
Per i soli parziali: record carriera di punti e rimbalzi per Seraphin e di rimbalzi per Booker. Bravi tutti.