I Los Angeles Lakers vengono sconfitti meritatamente e nettamente allo Staples Center in gara2, per mano dei Mavericks, che ora tornano tra le mura amiche con due vittorie d’oro in mano e con la possibilità di chiudere la serie all’American Airlanes Center.
2-20 da tre punti.
34-83 dal campo.
Visi svogliati, pessimo body language.
48′ agonizzanti, nei quali i Mavs hanno sempre dato la sensazione di averla in mano e di poterla gestire.
Gara2 è stata in gran parte questa.
Una partita a senso unico, che i gialloviola non hanno mai avuto la possibilità e la volontà di poter girare.
Un match che sembrava di Regular Season, per ritmi sostenuti e per atteggiamento sul parquet.
E’ anche inutile parlare di parziali, di controparziali, di lay-up e di jumper.
Perchè Dallas l’ha avuta in mano sin dal primo quarto, quando ha approcciato meglio l’incontro. Ha contenuto l’unica reazione dei Lakers con 4 squilli di Bryant nel secondo periodo, grazie anche ad un’ottima gestione dei time-out da parte di Carslise.
Infine pur giocando malissimo nel terzo quarto tirando con percentuali orrende, ha visto i propri avversari fare uguale a loro. Sì, perchè i gialloviola, sul campo semplicemente hanno giocato senza voglia; quella voglia, quella determinazione che, invece, i Mavs hanno avuto per tutti i primi 8 quarti di questa serie.
E’ inutile parlare di andamento del match, perchè la partita è stata sempre a senso unico, SEMPRE gestita dai Texani.
Con i Lakers a guardare.
Con Jackson tatticamente tre azioni dietro a Carslise, con Pau annientato da un Dirk Nowitzki straordinariamente leader e straordinariamente trascinatore (finalmente per lui) come mai era accaduto dal 2006, con Lamarvellous e ‘Drew più discontinui che mai, con un Fisher pasticcione in tutto. E infine, con una panchina davvero inesistente.
Su Twitter, c’è chi lo dice da marzo (sperando forse poi di poter dire oggi [i]”Visto?Visto?Ve l’avevo detto!”[/i]), ma c’è chi lo dice da marzo sbagliando. Perchè la panchina, che in RS non è andata male, che nel primo turno il suo lavoro l’aveva egregiamente fatto e che, volenti o nolenti è qualitativamente la migliore degli ultimi 3 anni, stasera sì che è stata annientata da quella avversaria: Blake orripilante offensivamente e difensivamente, umiliato da un Barea on-fire che nel quarto quarto ha chiuso il match, Barnes semplicemente inutile, Brown fantasma nel secondo tempo e appena discreto nel primo.
E infine c’è Kobe. [i]L’unico che si salva[/i], è stato ripetuto molte volte, [i]l’unico che si salva[/i] ripetiamo in questa mattinata di maggio che per noi tifosi lacustri è tanto fredda, nonostante le temperature ormai primaverili. Non è stato perfetto nemmeno il 24, ma di sicuro è stato l’unico che ha avuto una reazione d’orgoglio; nonostante un secondo tempo oggettivamente bruttino, a livello di approccio l’unico che ha dimostrato di voler dare qualcosa davvero.
I Los Angeles Lakers escono a testa bassissima da questa gara2, salutando lo Staples forse per l’ultima volta quest’anno con un pessimo arrivederci.
L’ultima stagione di Jackson ce l’attendevamo evidentemente tutti in maniera diversa e speravamo potesse finire come finisce sempre nelle favole: benissimo.
Ma così non è e così probabilmente non sarà.
Purtroppo di segnali durante la stagione e durante questi stessi Playoffs ne abbiamo avuti.
[i]The magic is over.[/i]
Davide Mamone
Deluso. Ormai non ci credo più. It’s over!
Finisce sempre quando si arriva a 4…
BELIEVE
BELIEVE
BELIEVE
A Dynasty Is Dead Phil Jackson will not win a championship in his final year coaching the Lakers and Kobe Bryant will not tie Michael Jordan with six NBA championships, at least not yet.