Los Angeles Lakers vs. Cleveland Cavaliers W 112-57 (28-11)
La W più facile della stagione
Quello che si gioca allo Staples Center nella notte tra martedì e mercoledì appare sin da subito come un classico scontro testa-coda tra i padroni di casa dei Los Angeles Lakers, secondi ad Ovest, e i Cleveland Cavaliers, la squadra con il peggior record della lega e presentatisi in California con il ben poco rassicurante bilancio di 17 sconfitte su 20 trasferte giocate in stagione. Ad aggiungersi a questo va riportata l’assenza di giocatori chiave nel roster agli ordini di coach Byron Scott quali Varejao (out for the season per la rottura di un legamento della caviglia destra), Booby Gibson e Anthony Parker.
I Cavs, lontanissimi parenti della franchigia che agli ordini di LeBron dominava le passate regular season, assomigliano più ad una squadra di D-League che a una squadra NBA. Gli infortuni subiti li costringono a schierare sul parquet giocatori di dubbio valore e prospettiva come Manny Harris, rookie elettrizzante per certi versi ma estremamente acerbo, Samardo Samuels e Christian Eyenga,oggetto misterioso di origini congolesi. Giocatori che vedremo presto in Europa.
Con queste premesse, non è difficile immaginare quale sia stato l’andazzo della partita. I Lakers mettono subito le marce alte, dominano nel pitturato con Bynum e Gasol, puniscono dal perimetro e vanno in vantaggio 13-2 nei primissimi minuti, vantaggio che manterranno stabile per tutta la partita. Il primo quarto, nonostante i diversi timeout e le sostituzioni provate da coach Scott, si conclude sul 27-12 per i gialloviola.
Dal secondo quarto se possibile le cose vanno ancora meglio, il che consente a Jackson di dare minuti di riposo ai titolari e lasciare per qualche minuto in più in campo la second unit guidata da un redivivo Walton. Il ginocchio di Kobe ringrazia sentitamente. Il punteggio assume proporzioni imbarazzanti, fissandosi sul +32 a metà partita (57-25) e addirittura il +51 a fine terzo quarto (92-41) sancito dal buzzer beater da metà campo di Shannon Brown. Da segnalare un paio di perle di Kobe, in particolare un passaggio schiacciato per terra dietro la schiena per il taglio di Odom che segna e subisce il fallo.
Dopo aver lasciato qualche minuto in più i titolari per rimpinguare le statistiche personali, Jackson dà giustamente fondo alla panchina e lascia il proscenio a chi di solito ha poche occasioni per mettersi in mostra. E’ giusto così. Il 112-57 finale stabilisce il record di franchigia per minimo di punti concessi agli avversari in una partita di stagione regolare. Il + 55 è invece il terzo margine più largo di sempre.
Tacos per tutti.
Gandalf aka Giuseppe Magnifico